Politik | ELEZIONI PROVINCIALI

"Genitori separati, più impegno"

Elio Cirimbelli pronto a candidarsi con il Pd. "Quanto fatto non basta, i quattro alloggi Ipes sono pochi". Per Tommasini non è una critica: "Ha ragione, miglioreremo".
Cirimbelli, Elio
Foto: E. Cirimbelli

La Provincia di Bolzano non ha fatto abbastanza per garantire sufficienti alloggi ai genitori separati? I quattro appartamenti messi a disposizione nel 2011 dall’Ipes, sui quasi 14.000 totali dell’edilizia pubblica, sono troppo pochi? La risposta è affermativa per Elio Cirimbelli, direttore dell’Asdi, associazione separati e divorziati di Bolzano, che forte della sua esperienza trentennale nel sociale vuole portare l’istanza del sostegno alle famiglie in difficoltà direttamente in politica. Candidandosi nella lista Pd.

 

Verso la candidatura

“Sono più per il sì che per il no” racconta l’interessato, che ancora non ha sciolto le riserve sebbene sia in contatto costante con il segretario Alessandro Huber. A quanto pare, l'ex candidato alle provinciali 2013 di Scelta civica (che non andò bene) è pronto a riprovarci. “La mia non è un’autocandidatura, al contrario nasce da una richiesta che mi ha fatto una buona fetta del partito, da Carlo Costa a Franca Berti. A breve darò la risposta definitiva. Non sono d'accordo con quanti pensano che il Pd in Alto Adige non debba esistere più. Siamo stati leali con l'Svp in questi anni, ma l'autonomia non può essere lasciata a forze come le destre che si riscoprono autonomiste all'ultimo momento. La Lega è federalista, ma non so quanto apprezzi un'autonomia speciale come la nostra”.

La mia non è un’autocandidatura, al contrario nasce da una richiesta che mi ha fatto una buona fetta del partito, da Carlo Costa a Franca Berti. A breve darò la risposta definitiva. Non sono d'accordo con quanti pensano che il Pd in Alto Adige non debba esistere più (Cirimbelli)

 

Separazioni, fatto sociale e non privato

Questioni prettamente politiche a parte, Cirimbelli parte dall’analisi del fenomeno per il quale si impegna da 30 anni. “L’Asdi nasce nel 1986 e siamo stati il primo servizio specializzato a occuparsi della sofferenza che investe i nuclei familiari che si disgregano. Parliamo di un processo che non è privato, come spesso erroneamente lo si intende, ma sociale. In Alto Adige ci sono 650 casi di separazioni l’anno, per 1.300 adulti e 500 minori interessati. Una parte significativa della popolazione e servono risposte strutturali”.

L’Asdi nasce nel 1986, siamo stati il primo servizio specializzato a occuparsi della sofferenza dei nuclei familiari che si disgregano. Un fenomeno sociale, non privato. In Alto Adige ci sono 650 casi di separazioni l’anno, per 1.300 adulti e 500 minori interessati. Bisogna fare di più. Ma finora non abbiamo avuto risposte

 

Il mediatore familiare fa intendere chiaramente che da parte dell’amministrazione provinciale a suo avviso non è stato fatto abbastanza. “Intendo rilanciare una proposta che è rimasta inascoltata. Nel 2004 siamo stati il primo centro in Italia ad aprire una micro-comunità per i padri separati. Premetto che noi aiutiamo tutta la famiglia e tra i nostri iscritti le donne sono in prevalenza. Noi ci siamo battuti perché siccome nelle separazioni l’anello debole sono i figli, questi devono avere un luogo decoroso dove incontrare il genitore che in seguito a sentenza deve lasciare l’alloggio coniugale, genitore che nel 99% dei casi è il padre”. Cirimbelli ripercorre le tappe: “Nel 2011 è arrivata la delibera di giunta che assegnava a Ipes il compito di mettere a disposizione quattro appartamenti dove potessero rimanere i genitori, per 2-3 anni, in un progetto provinciale. Si badi bene, non si saltava nessuna graduatoria perché si tratta di un accoglimento temporaneo. Abbiamo sempre sollecitato le istituzioni a fare di più ma non c’è stata una risposta”.

 

Tommasini risponde

Indirettamente suona come una critica all’indirizzo di Christian Tommasini, vicepresidente, con delega all’edilizia pubblica e abitativa, nonché candidato di punta dei dem. “Io dico questo: riguardo alla politica abitativa è stato sottovalutato il fenomeno, che appunto non è privato ma “ conclude Cirimbelli in modo diplomatico.

Cirimbelli ha ragione, bisogna fare di più. Abbiamo iniziato su questa direzione e dobbiamo proseguire (Tommasini)

Dal canto suo, lo stesso Tommasini la volge in positivo e accoglie lo spunto. “Cirimbelli ha ragione, bisogna fare di più. Abbiamo iniziato su questa direzione e dobbiamo proseguire”.