Kultur | Salto Afternoon

Suoni senza fine

Inizia il Südtirol Festival Merano – Meran per proporre, come ogni anno, musica classica e altro con nomi di „alta qualità“ in arrivo dal mondo intero.
Baltic
Foto: Südtirol Festival Merano

Era troppo lungo e difficile da pubblicizzare a livello internazionale il nome “Settimane musicali meranesi”, per cui a partire dall’edizione 2018 di quest’anno si è deciso di racchiudere il tutto nella semplice denominazione Südtirol Festival Merano – Meran. Lo ha sottolineato il presidente del festival, Hermann Schnitzer in occasione della conferenza stampa, onde evitare ogni speculazione mediatica. La dicitura Festival doveva esserci, Südtirol chiarisce subito che il molto seguito festival meranese (anche dall’estero) si è piazzato ormai nell’arco degli oltre trent’anni di esistenza tra i più importanti eventi musicali dell’intera provincia autonoma bolzanina. Si è scelta infine la doppia dicitura in lingua italiana e tedesca del nome della città sulle rive del Passirio, in cui esso ha sede sin dalla nascita nel 1985, per escludere strane storpiature dello stesso nelle altre lingue. Come da un paio d’anni, ormai, si parte con il pre-festival che consiste in tre serate di proiezioni in video di concerti di musica classica sullo schermo montato appositamente in Piazza Terme (sempre alle ore 21): il 17 agosto per coloro che si erano persi l’apertura dell’edizione passata c’è l’occasione di recuperare la meravigliosa performance del direttore d’orchestra Kristian Järvi col suo Baltic Sea Philharmonic Orchestra con musiche di Rachmaninoff, Stravinsky e lo Swan Song di Arvo Pärt (per altro si tratta della prima produzione video realizzata dallo stesso festival); sabato 18 agosto sarà la volta del documento BBC Proms 2016 con musiche di Liszt e Wagner suonate dalla West-Eastern Divan Orchestra sotto la direzione di Daniel Barenboim, mentre lunedì 20 agosto si chiude con i Berliner Philharmoniker e il primo violino di Lisa Batiashvili diretti da Yannik Nézet-Séguin per una Czech Night con La Moldava di Smetana e il Concerto per violino nonché la Sinfonia n. 6 di Antonin Dvorak.

Grande attesa c’è per il concerto di apertura il 22 agosto al Kursaal (ore 20.30) con la meravigliosa Mariinsky Orchestra di San Pietroburgo diretta dal grande Valery Gergiev – non ultimo in omaggio a quei tanti ospiti che arrivarono col treno - allora diretto - dalla città russa fino alla città già nota come luogo di cura per godersi l’aria e le acque termali assolutamente curative. Fu un colpo di fortuna averla, raccontò Andreas Cappello, geniale direttore artistico del festival che durerà un mese (l’ultimo concerto con la Philharmonia Orchestra di Londra diretta da Esa-Pekka Salonen, un nome già comparso più volte sui cartelloni meranesi, si tiene infatti il 21 settembre, sempre nella bellissima sala grande, ossia il Kursaal in perfetto Jugendstil). L’intenzione era quella di aprire la kermesse con i giovani solisti di LGT Young Soloist diretti da Alexander Gilman (ora sono il secondo concerto della sezione Classic, il 28 agosto, al Kursaal), ma giudicati troppo giovani da alcuni consulenti di Cappello e poco adatti per aprire una simile infilata di grandi nomi internazionali. Proprio in quel periodo – stiamo parlando del mese di febbraio scorso - in cui la fase progettuale si era fatta particolarmente difficoltosa, giunse la telefonata di Valery Gergiev dall’aeroporto di Milano (era in Italia per dirigere la Filarmonica della Scala, con cui aveva già collaborato altre volte in precedenza) con un breve “Ciao, sono libero il 22 agosto” per la grande felicità dello stesso Cappello che lo ha ingaggiato immediatamente.

Tra gli altri concerti della macro-sezione segnaliamo la Staatskapelle di Dresda, concerto in cui si potrà ammirare il suggestivo canto delle corde del violino suonato da Lisa Batiashvili (è lei la grande sorpresa dell’edizione numero 33 del festival, l’anno scorso fu la turbolenta Kopachinskaja) la trenatnovenne originaria della Georgia, già artist-in-residence all’Accademia di Santa Cecilia a Roma nel 2017 e in arrivo da Salisburgo, dov’era sul palco sotto la direzione di Daniel Barenboim.

Alle già collaudate sezioni Barocco, Matinée Classique, Colours of Music (suscita grande attenzione la venuta del jazzista brasiliano Egberto Gismonti per il Night Concert del 30 agosto - sempre al Kursaal, ore 21 - con chitarra e al pianoforte, due strumenti apparentemente lontani ma vicinissimi per un talmente fine orecchio-animus come Gismonti, ben noto a un pubblico anche più ampio) e Vox Humana, Andreas Cappello ha aggiunto una nuova sezione e nuovi luoghi di esibizione per ampliare la zona e l’accessibilità ai concerti: Young Artists Portraits. Per iniziare la presentazione di nuovi nomi che compaiono sul firmamento della musica classica il 23 agosto al Castello Katzenzungen di Prissiano, il 24 a Parcines nella Chiesa del paese e il 25 a Cermes nel suo Castello suona l’ARIS Quartett, una formazione di strumenti ad arco nata per puro caso presso il Conservatorio di Francoforte nel 2009 con gli allora giovanissimi Anna Katharina Wildermuth, Noèmi Zipperling (entrambe al violino), Caspar Vinzenz (viola da gamba) e Lukas Sieber (violoncello). Il nome del gruppo si compone delle ultime lettere dei loro nomi propri e nel giro di solo nove anni l’ARIS Quartett fa già parte degli ensemble più richiesti al mondo con oltre settanta concerti l’anno. Vincitori di numerosi concorsi internazionali, nel 2016 hanno ricevuto ben cinque premi nel corso dell’Audience Award organizzato dalla prima rete televisiva tedesca, ARD. I critici osannano questi quattro musicisti, due uomini e due donne, definendoli “il futuro della musica classica”, dall’ “interpretazione altamente coinvolgente” esibita con “grande tecnica, precisione e passione”. Altri lodano il loro “furore musicale, il piacere di esibirsi e la notevole ritmicità” di questa “nuova stella sull’orizzonte dei quartetti”. Sì, perché di loro stessi i quattro dicono che nessuno nutre l’ambizione di voler suonare in un’orchestra o di far carriera come solista, ma vogliono sempre suonare insieme nel loro quartetto d’archi. Nel corso delle tre serate nell’hinterland meranese sono previsti concerti con musiche di Schubert, Beethoven, Mendelssohn, Max Reger (il compositore germanico che aveva passato un periodo di cura al Martinsbrunn di Merano nel lontano 1914, prima di passare gli ultimi due anni di vita a Lipsia, dove morì nel 1916) e l’immancabile Shostakovich per sfociare in un vivace scambio di opinioni ed esperienze nel corso di un dialogo col pubblico al termine di ogni singola esibizione. Buon ascolto con grande – speriamo - divertimento!