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Tex a Trento: la mostra per i 70 anni

Il ranger compie gli anni: una mostra dedicata a Trento per celebrare i 70 anni della vita in edicola. All'inaugurazione anche lo storico disegnatore Giovanni Ticci.
Tex a Trento 9
Foto: Domenico Nunziata

70 anni di un mito

“Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?” si chiede Tex in Totem misterioso, il primo numero della serie, uscito per la prima volta nelle edicole il 30 settembre 1948. Nel numero citato sicuramente Tex non fa riferimento a dei benintenzionati ma a settant’anni dalla nascita della serie a essergli ancora alle calcagna sono sicuramente i suoi lettori. E questo non è dimostrato solo dalla sua ininterrotta presenza in edicola e in libreria ma anche dall’entusiasmo con cui i lettori hanno accolto le iniziative a lui dedicate, come la grande mostra che la casa editrice Sergio Bonelli Editore ha organizzato lo scorso anno a Milano.

“Tex è un fenomeno che nemmeno noi della casa editrice riusciamo a spiegare". (Michele Masiero, SBE).

Anche a Trento i lettori, anche se un po’ in ritardo, si sono dati da fare per garantire al vecchio ranger la giusta celebrazione e infatti nella sala al pianterreno della Fondazione Caritro di Via Calepina è stata allestita una piccola mostra in onore di Tex. Lungo le pareti sono esposte alcune tavole originali sceneggiate e disegnate dai veterani della serie, alternate da alcuni pannelli espositivi che fanno da riassunto della vita editoriale del personaggio. La mostra si chiama Tex Willer. Settant’anni a cavallo della storia italiana ed è curata da Roberto Festi: è stata inaugurata lo scorso venerdì e sarà aperta fino al 5 maggio.

 

Chi c'era?

Prima dell’inaugurazione della mostra si è tenuto un convegno su Tex come fenomeno di costume, sulle idee che potrebbe avere Tex come personaggio reale e suoi suoi rapporti con il Trentino. Al convegno, oltre a Festi, hanno partecipato lo storico disegnatore Giovanni Ticci, il direttore editoriale di Sergio Bonelli Michele Masiero, il teologo e critico letterario Brunetto Salvarani e il giornalista locale Lillo Gullo. Assente il direttore Davide Bonelli, impegnato per la presentazione della serie animata di Dragonero.

"All’inizio eravamo in pochi, in tre o quattro, a disegnare le strisce di Tex, adesso - come ha detto Masiero - più di cento autori l’hanno frequentato”. (Giovanni Ticci).

Il convegno è stato introdotto dai saluti istituzionali del sindaco di Trento Andreatta e da Paolo Bari, del Museo Storico Trentino e da un breve filmato in cui una giovane donna legge le avventure di un numero della serie e in cui compare - alla fine - il contributo del filosofo Giulio Giorello, accademico che nella propria carriera ha sempre parlato e scritto di fumetti e di cultura popolare.

 

Tex e la storia

“Tex è un fenomeno che nemmeno noi della casa editrice riusciamo a spiegare - dice Masiero - un fenomeno che arriva direttamente dagli anni ‘50. Comincia con le radici dell’editoria a fumetti in Italia, grazie alle capacità di Tea Bonelli, moglie di Gianluigi (l’inventore di Tex, ndr) il quale voleva scrivere e non fare l’editore. Tea Bonelli - insieme a pochi altri imprenditori milanesi - ha inventato l’editoria in Italia nel primo dopoguerra. Se siamo qui, lo dobbiamo a Tea”. L’editrice portò nuovi personaggi nella scuderia di quella che si chiamava ancora Edizioni Audace - e che avrà altri nomi nel corso del tempo - e soprattutto portò in casa editrice Aurelio “Galep” Galeppini, il disegnatore che venne affiancato a Gianluigi Bonelli per raccontare la avventure di Tex, il personaggio che oggi rimane il fumetto più venduto del mondo per quantità di albi venduti.

Ma Tex non è solo scritto, non è solo sceneggiatura, ma anche immagine in sequenza. Per questo la parola è passata a Giovanni Ticci, senese, classe 1940, uno dei veterani delle strisce del ranger, che ha invece raccontato del suo esordio sulla serie ammiraglia di Casa Bonelli: “Tex è stata la gabbia dorata in cui mi sono adagiato per un po’. Sono sempre stato libero di disegnare come ho sempre voluto. All’inizio eravamo in pochi, in tre o quattro, a disegnare le strisce di Tex, adesso - come ha detto Masiero - più di cento autori l’hanno frequentato”.

Dopo il disegnatore ha preso la parola Lillo Gullo - giornalista Rai e saggista - che ha raccontato invece come le montagne, i paesaggi boschivi e persino alcuni animali del Trentino (come l'orso di Sarzana) abbiano influito sull’immaginario di Galep nella rappresentazione delle storie di Tex, di come i suoi soggiorni in regione siano diventati “la sua America” a livello artistico. Il collegamento tra Tex e il Trentino però non si deve solo ai soggiorni di Galeppini ma anche a quelli di Gianluigi Bonelli in persona. Il teologo Brunetto Salvemini, invece, ha concluso con un discorso sulla rettitudine morale di Tex, sul suo modo di agire e di intendere il concetto di giustizia. “La giustizia verso tutti i deboli e gli oppressi”, come i presenti in sala hanno sentito dire da Giulio Giorello nel video introduttivo.