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Lotta alla pianta tossica

Disinfestazione partecipata a San Genesio: 54 ragazzi sradicano con i forestali il senecione sudafricano, arbusto che avvelena i pascoli. “Cittadini, fatelo anche voi”.
Senecione sudafricano
Foto: Usp/Ripartizione foreste

Originaria del Sudafrica, la pianta è giunta in Europa attraverso il commercio della lana di pecora verso la fine del XIX secolo. Dopo essere rimasta confinata in aree limitate, attorno ai porti, ha conosciuto dagli anni Settanta, in Italia, una rapida diffusione, estesa anche all’Alto Adige. Il senecione sudafricano, Senecio inaequidens per i botanici, risulta però un potenziale pericolo per gli esseri viventi, a causa degli alcaloidi che contiene, tossici per l’uomo e gli animali. Per questo anche in provincia di Bolzano ferve l’attività di contrasto alla sua proliferazione concentrata soprattutto nei pascoli.

Un esempio l’hanno dato 54 ragazze e ragazzi della scuola media di San Genesio che hanno aiutato la stazione forestale di San Genesio nella disinfestazione contro l’arbusto di provenienza esotica (di altezza compresa tra i 30 e i 60 centimetri), che ha una grande capacità di diffusione soprattutto nei prati a bassa quota. Una pianta può arrivate infatti a produrre 30.000 semi all’anno. “Il rischio di invasione per le formazioni naturali - informa la Provincia - è quindi estremamente elevato”.

È un intervento importante perché gli alcaloidi tossici che la pianta contiene possono compromettere le funzioni epatiche negli animali al pascolo ed essere letali per le larve delle api (Provincia di Bolzano, Ripartizione forestale)

 

 

Si tratta, spiega l’amministrazione, di un intervento importante, dal momento che le sostanze tossiche che la pianta contiene possono compromettere le funzioni epatiche negli animali al pascolo ed essere letali per le larve delle api. La diffusione della pianta infestate nel Comune di San Genesio rappresenta da anni un problema, e risulta particolarmente alta alle quote più basse e lungo i bordi delle strade.

È importante creare consapevolezza tra i cittadini: coloro che vedono le piante in un prato, sradicandole possono dare un loro contributo alla natura 

“Dall’esperienza maturata - precisa la Ripartizione foreste - l’eradicazione manuale rappresenta il metodo più efficace per limitare la diffusione del senecione sudafricano. Ma al di là di essa è importante creare consapevolezza tra i cittadini: coloro che vedono le piante in un prato, possono dare un loro contributo alla natura e al paesaggio, sradicandole”.