Gesellschaft | I dati

Violenza costante

La fotografia dell’ASTAT: in Alto Adige i maltrattamenti contro le donne non diminuiscono. L’aggressore è quasi sempre il partner.
Donna
Foto: upi

Secondo l’ultimo rapporto dell’ASTAT nel 2017 565 donne sono state assistite nei centri d’ascolto anti-violenza (quattro) e nelle strutture protette (cinque che dispongono di 40 appartamenti) dislocati fra Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico. Dall'indagine emerge che il fenomeno della violenza sulle donne in Alto Adige non cala

 

 

La permanenza nelle case-donna è spesso di pochi mesi, ma non mancano le permanenze più prolungate e ciò dipende anche dalla provenienza geografica delle vittime: la donna straniera, che non dispone di una rete parentale e amicale sufficientemente sviluppata, ha più bisogno di un “rifugio”. Mentre spesso per le cittadine italiane è sufficiente l’assistenza del Centro. 

Il 59% delle vittime appartiene alla fascia centrale di età (dai 30 a 49 anni). Non va dimenticato del resto che l’età al matrimonio, o anche di una prima convivenza, si è spostata molto in avanti e che, essendo il maltrattatore quasi sempre il marito o il convivente (o l’ex), la quota delle vittime di meno di 30 anni non è elevata (circa un quarto dei casi). Altre cause potrebbero essere ricercate nella riluttanza della donna, in certi casi, a farsi aiutare, oppure nel fatto che la violenza non nasca nelle prime fasi del rapporto di coppia. Da questo punto di vista non si registrano significative variazioni rispetto al 2016. 

 

 

La violenza (o quantomeno quelle forme di violenza che più spingono la donna a recarsi presso una struttura) avviene quasi sempre in famiglia. In oltre la metà dei casi (56,1%) il maltrattatore è colui con il quale la donna convive (marito o convivente); in un altro 22,0% dei casi il pericolo arriva dall’ex-partner, mentre molto più raramente dal fidanzato (2,8%). Raramente il maltrattatore è un amico o un conoscente (5,4%), e rarissimamente è uno sconosciuto (0,8%).