Politik | DISABILITA'

Un aiutino per l'assessore

L'assessore Vettorato non risponde all'interrogazione 1890/21-XVI; diamogli un'aiutino.
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Giuliano Vettorato
Foto: Salto.bz

In data 05 ottobre 2021 il consigliere Repetto presenta l’interrogazione n. 1890/21-XVI in giunta provinciale con alcuni quesiti sul tema del sostegno nelle scuole altoatesine. Il comma 3 dell’articolo 110 del Regolamento Provinciale recita: «L’interrogato/L’interrogata deve trasmettere entro trenta giorni una risposta scritta all’interrogante inviandone al contempo una copia al/alla Presidente del Consiglio.» Nonostante i termini siano decorsi il 4 novembre 2021, sul sito della giunta provinciale non compare nessuna risposta.

Ipotizzo che l’interrogato assessore Giuliano Vettorato si avvalga di quanto disposto al successivo comma 4 «La Giunta ovvero il/la Presidente del Consiglio hanno l’obbligo di fornire completa e tempestiva risposta alle interrogazioni. Qualora la risposta non sia pervenuta entro 60 giorni, la relativa interrogazione è trattata con precedenza nel successivo spazio riservato alle interrogazioni su temi di attualità» (la palese contraddizione tra la richiesta tempestività e i 60 giorni di tempo suscita l’ilarità in chi scrive … o forse il pianto).

Quali domande avrà posto il consigliere del PD tali da non permettere che si risponda in 30 giorni? L’interrogazione è pubblica e potete visualizzarla sul sito della giunta provinciale. Ne citerò una: per gli ultimi cinque anni scolastici, quanti alunni erano certificati ex legge 104? Si badi, gli ultimi cinque anni non sono riferiti al 395 dopo Cristo, celebre anno della caduta dell’Impero Romano di Occidente, il che permetterebbe di comprendere le difficoltà nel ricostruire queste informazioni (sebbene, al tempo, non esistesse la legge 104, quindi l’ovvia risposta sarebbe “zero”) ma si devono calcolare a partire da quello in corso.

Che un alunno passi da una classe alla successiva e la durata degli anni della scuola dell’obbligo è di dieci anni dovrebbe semplificare i conti: una volta reperiti i dati del primo, per gli altri anni sarebbe sufficiente aggiungere i nuovi entrati e detrarre gli usciti; tuttavia, comprendo che certe finezze algebriche non debbano costituire necessariamente bagaglio culturale dell’assessore. Per indole, sono di animo buono e, mi sia consentito l'uso di un termine caro alla scomparsa Raffa nazionale, voglio dare un “aiutino” all’assessore: nell’anno scolastico 2016-2017 erano 317, poi 348, 387, 399 e infine 411. Come faccio a saperli, vi chiederete? Semplice, li ho avuti da chi a lui certamente li ha già dati.

E allora perché non risponde?

Ho ipotizzato due motivazioni. La prima è che si vergogna, perché queste domande dovrebbero avere risposta immediata. Certe informazioni costituiscono l’"ABC" della programmazione delle risorse nella scuola e, se non sono disponibili, se le si deve ricostruire, significa che non vi è alcuna programmazione. Che si “naviga a vista” e, quando anno per anno il numero sarà noto, ci si inventerà qualcosa per far fronte alla situazione. Come, di fatto, accade. Allora io, al suo posto, mi vergognerei di sapere che le persone che collaborano con me non possiedono le conoscenze di base in materia di pianificazione. E, nel rispondere, chiederei scusa oltre che per il ritardo, soprattutto per la poca professionalità.

Il secondo è la ben nota arroganza del potere. Si sa, al potere non ci si va per servire il popolo sovrano, ma per interesse personale, per il piacere (perverso) che il disporre del potere stesso provoca (e anche per incassare stipendi altrimenti impossibili). Mi sembra di sentirlo: cosa vogliono questi genitori di ragazzi disabili? Va bene, si può comprendere il loro dolore, provo pena per quanto loro accaduto, per la sfortuna che li ha colpiti, ma questo non li autorizza a rompere le scatole con continue interrogazioni in giunta provinciale! Devo presenziare alle conferenze stampa, io!

Ho ipotizzato due motivazioni: scegliete quella che preferite o datevene una terza che a me non interessa, perché qualsiasi essa sia, trascorsi trenta giorni il ritardo è inammissibile.

Vi lascio con una precisazione: la sfortuna non consiste nel doversi prendere cura di una persona certificata secondo la legge 104, ma nel doversi prendere cura di una persona certificata secondo la legge 104 in una terra in cui la gestione della scuola è affidata a chi non è in grado di rispondere a cinque domande in trenta giorni.