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Un’esperienza universitaria in Canada

Andrea Faustini, rappresentante in consiglio dell’università di Bolzano, ci racconta la sua esperienza alla University of Lethbridge in Canada.
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Il palazzo principale dell' Università di Lethbridge
Foto: Università di Lethbridge

Ebbene sì. Sono un ragazzo curioso e ho voglia di conoscere il mondo. L'Università di Bolzano offre molte possibilità a noi studenti ed io ne ho colta una. All’inizio di settembre sono partito per Lethbridge, in Canada, per frequentare quattro mesi presso la UofL. E' stata per me una grande opportunità e con un po' di impegno non rallenterò il mio percorso universitario. Ho scelto Lethbridge da un lato perché ero attratto dal Canada e dalla sua natura e dall’altro perché mi è stata consigliata da ex studenti che me l’hanno indicata per la qualità della didattica.

Sono partito senza aspettative particolari ma con l’unica promessa di tenere gli occhi apertissimi per poter cogliere tutte le sfaccettature della cultura canadese e per riuscire a cogliere il diverso e il bello.

Quando i primi di settembre sono arrivato al campus universitario ho notato subito le differenze con le università italiane.

Il campus non è composto solo da aule e uffici ma è costruito come una vera e propria cittadina, all’interno si possono trovare ristoranti, fast food, bar, pronto soccorso e pure un pub-discoteca.

La bellezza di questo campus sono gli studenti che frequentano dalla mattina alla sera questi posti stringendo amicizie e vivendo a pieno la loro vita da studenti universitari. Il luogo più frequentato è il centro per Sport e Wellness. In questo centro si possono praticare dai tipici sport di squadra come calcio, football americano e pallavolo agli sport individuali come nuoto, atletica, palestra e arrampicata. Sport ma non solo, infatti ci sono molte zone relax e corridoi dove gli studenti possono fermarsi, leggere e chiacchierare con amici tra una lezione e un altra.

E’ chiaro come nella cultura Nord Americana le università sono dei luoghi "completi" al cui interno si esaurisce la vita studentesca; Le città Nord Americane, con l'eccezione delle grandi metropoli, sono molto diverse da quelle Italiane e sono prive di luoghi e piazze di ritrovo; non c'è un centro storico come lo intendiamo noi, ma solo un intreccio di strade e luoghi come supermercati e centri commerciali.

In Italia, città e università sono un tutt’uno, o almeno, vista anche la loro collocazione, dovrebbero essere più presenti nel tessuto cittadino.

Ed è per questo che una dimensione americana, dove l’università è un posto da vivere, non può prefigurarsi in Italia ma l’università deve senza ombra di dubbio impegnarsi a creare luoghi che possano essere vissuti e vivibili dagli studenti e instaurare rapporti sempre più stretti con la città che deve essere a dimensione dello studente.

Non solo la struttura universitaria era accogliente ma anche l’ufficio relazioni internazionali si è impegnato ad integrare gli studenti di scambio nell’ambiente universitario tramite una serie di cene e eventi. Due iniziative nelle quali sono stato coinvolto miravano all’integrazione con gli studenti e la cultura canadese.

Il primo programma è il tipico “buddy program”, presente anche a Bolzano, tramite il quale ho conosciuto un ragazzo canadese e i suoi amici; mentre grazie al secondo programma “friendship family program” ero in contatto con una famiglia del luogo con la quale ho organizzato diverse gite e cene, in questo modo ho potuto conoscere meglio la cultura canadese e il suo territorio.

Alla fine di questa magnifica esperienza spero non solo di essere cresciuto come persona e come studente ma anche di poter portare degli spunti, delle proposte o delle idee per l’università e per i programmi di scambio.

Concludo con l’auspicio che la nostra università possa continuare spiccare per la sua forte internazionalizzazione, semplificando la procedura di ammissione, aumentando il numero preferenze esprimibili dallo studente nella scelta dell’università di destinazione e rendendo più giusta e più equa la conversione dei voti al ritorno seguendo il principio indicato dal regolamento che è quello di una conversione sulla base della distribuzione normale dei voti.

Non posso finire senza consigliare a tutti gli universitari di Bolzano di fare un esperienza all’estero perché oltre che scoprire una parte nuova del mondo vi permette di scoprire meglio voi stessi.

Un augurio di un buon anno a tutte le matricole e a tutti gli studenti.

 

Andrea Faustini

Rappresentante in consiglio dell’università