Politik | Lo scontro

Vecchie polemiche, nuovi attriti

Kompatscher risponde a un’interrogazione di Südtiroler Freiheit ricordando la mozione per abolire la Prefettura. Urzì: “Si vuole lo Stato fuori dalle vicende locali”.
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Foto: Ministero dell'Interno

Galeotta è stata una interrogazione di Myriam Atz Tammerle, esponente di Südtiroler Freiheit, che ieri (17 gennaio) aveva chiesto alla giunta provinciale se non ritenesse il Commissariato del governo un organo superfluo. Tammerle aveva fatto riferimento alla lettera con cui il prefetto Elisabetta Margiacchi avrebbe informato l’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano dell’accoglienza tipica tirolese riservata al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. La consigliera provinciale aveva quindi chiesto di conoscere l’esatto contenuto della lettera per verificare se si parlasse male alle spalle della Provincia e quindi se il Commissariato ha realmente il compito di riferire di questi eventi. Il presidente Arno Kompatscher ha affermato di non essere a conoscenza della lettera in questione ma, pur non rispondendo direttamente alla domanda sull’effettiva utilità della prefettura, ha ricordato che il consiglio provinciale aveva approvato a larga maggioranza nel 2014 la mozione di Südtiroler Freiheit che impegnava la giunta ad avviare trattative con Roma per abolire il Commissariato del governo, seguendo l’esempio della Val d’Aosta.

"Nemmeno più il bisogno di confrontarsi con lo Stato sul territorio, cacciato come un corpo estraneo"

Caustico il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì: “È bastata una interrogazione dei secessionisti di Südtiroler Freiheit per ottenere la benevolente risposta di Kompatscher sulla abolizione della presenza del prefetto. Insomma, mani libere in toto, nemmeno più il bisogno di confrontarsi con lo Stato sul territorio, cacciato come un corpo estraneo. Uno sgarbo istituzionale di alto rilievo. A giustificare questa richiesta da parte dei secessionisti il caso valdostano dove la ridotta dimensione del territorio decenni fa suggerì (in assenza di conflitti etnici) il trasferimento delle competenze del prefetto al presidente della Regione. Ma la Val d’Aosta non è l’Alto Adige, tutta altra storia e altro livello di confronto fra la regione e lo Stato”. E ancora: “Qui da noi lo Stato invece semplicemente lo si vorrebbe considerare estraneo alle vicende locali. Insomma: una sorta di secessione interna ai confini nazionali. E per fortuna che era stata annunciata la moratoria. Qualcuno ci aveva anche creduto”.