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Il ricorso che fa ballare il Parlamento

I partiti di minoranza contro la legge elettorale: il giudice concede 30 giorni per le memorie. Janes: "La Corte costituzionale potrebbe invalidare gli eletti".
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Foto: Salto.bz

Se ne riparla fra trenta giorni. È il tempo che il giudice civile del tribunale di Trento Giuseppe Barbato ha concesso alle parti per il deposito delle rispettive memorie. E qui si entra nel campo delle possibilità: significa che qualora il magistrato decidesse, nella prossima udienza, di investire in merito al ricorso sulla legge elettorale la Corte costituzionale, il pronunciamento della Consulta avverrebbe dopo le elezioni del 4 marzo. I ricorrenti sperano in una bocciatura del Rosatellum bis prima della convalida degli eletti, ma è solo una delle tante ipotesi. Pragmatico Paul Köllensperger (M5s), che fa parte delle forze politiche di opposizione promotrici dell’istanza: “Il ricorso vale pro futuro, per fare in modo che per le prossime consultazioni il legislatore sia obbligato a varare una legge elettorale finalmente costituzionale”.  

L'udienza

Nel corridoio della sezione civile del Tribunale di Trento si sono ritrovati gli avvocati dei ricorrenti, Igor Janes di Bolzano e il milanese Felice Cesare Besostri, e Guido Denicolò, rappresentante dell’Avvocatura dello Stato. Trento, e non Bolzano, perché è nella prima che ha sede il foro speciale per le questioni che interessano lo Stato. I ricorsi in materia elettorale così come in altre materie attinenti alla sfera istituzionale nazionale devono per forza incardinarsi lì.

Oggetto del contendere, la legge elettorale con cui gli italiani si apprestano a tornare alle urne, già ampiamente discussa e votata a colpi di fiducia (non solo una). A presentare il ricorso è stato un drappello di forze politiche, dai Freiheitlichen al Movimento 5 stelle, da Potere al popolo a Forza Italia. All’origine della decisione i criteri del Rosatellum bis adottati per il Trentino-Alto Adige che, secondo i nove ricorrenti, nello specifico il cittadino ladino Bonifazio Willeit (promotore dell’iniziativa), Michaela Biancofiore di Forza Italia, Paul Köllensperger di M5S, Lidia Menapace, Gianfranco Maffei, Gabriele Benatti, Michelangelo Zanghi e Federica Costanzo di Potere al popolo, Pius Leitner dei Freiheitlichen, favoriscono  sostanzialmente l’Svp e gli alleati di centrosinistra a discapito degli altri competitor. 

Al termine dell’udienza, il giudice Barbato ha concesso 30 giorni per il deposito delle memorie. Trascorso questo tempo, il ricorso tornerà sotto la lente del magistrato che letti i documenti delle parti avrà di fronte una serie di opzioni. Potrà decidere se il ricorso è fondato (o naturalmente infondato). Oppure “non manifestatamente infondato” e se la questione “è rilevante per il giudizio”. Valutazioni sufficienti per il rinvio alla Corte costituzionale, che a sua volta potrebbe valutare di cassare parte della legge. Ma appunto si tratta solo di elucubrazioni. 

Gli scenari

“È lecito supporre – nota Köllensperger –  che la sentenza possa arrivare dopo le elezioni, ma c’è anche una piccola chance che possa avvenire prima della convalida degli eletti. Se arrivasse dopo si ripeterebbe quello che è avvenuto per il Porcellum e in quel caso la Corte non aveva disposto il ritorno alle elezioni per il superiore interesse pubblico”.

Ma se arrivasse prima della convalida, davvero il prossimo Parlamento potrebbe essere invalidato? Crede di sì Janes. “Confidiamo in un pronunciamento positivo della Corte prima della convalida degli eletti, che avrebbe effetti reali sulle elezioni, in sostanza invalidandole dato che vorrebbe dire che si sono svolte con criteri non democratici e incostituzionali. È una circostanza realistica, che potrebbe accadere”.

Tra i punti considerati incostituzionali dai ricorrenti spicca il voto disgiunto, che la legge elettorale non concede, l’elettore potrà infatti esprimere un solo voto: il voto andrà al candidato del suo collegio (per la quota maggioritaria) e alle lista che lo appoggia (per la quota proporzionale). “L’elettore è obbligato a votare una persona che non vuole - conclude il legale -. Il diritto di scelta viene meno. Ricordo infine che l’iniziativa è trasversale e proviene da un insieme di forze che rappresenta i tre gruppi linguistici. Ed è a favore del pluralismo e della democrazia”.