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“In Svezia la pandemia pare un fantasma”

Sara Pedri spiega che a Göteborg gli italiani sono più consapevoli dei rischi del virus. Da Uppsala Giulia Gallo parla di problema sottovalutato dalle istituzioni.
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Foto: upi

Abbiamo raccolto testimonianze in giro per il mondo per capire come viene vissuta, nei vari Paesi, la situazione coronavirus. Oggi: via audio Sara Pedri, 28 anni, personal trainer e allenatrice di pole dance e discipline circensi - Göteborg, Svezia.

 

 

Di seguito il testo di Giulia Gallo, 23 anni, studentessa - Uppsala, Svezia.

 

 

Svezia, Covid-19? Qui la pandemia sembra solo essere un fantasma che spaventa molti, ma non le istituzioni. 

Sono in Svezia da relativamente poco, lo scorso settembre (2019) e ho scelto questo paese soprattutto per l’ammirazione che avevo per come affrontano le tematiche ambientali, dato che è quello che ho scelto di studiare nella mia magistrale. 

In questi mesi, ogni giorno era una scoperta e un continuo apprezzamento dei loro sistemi perfetti, di come qui siano tutti più rilassati e calmi, senza stress e pronti ad aiutarti a risolvere i problemi. 

- “Ma gli svedesi non sono molto chiusi e freddi?” – “Sì, sicuramente, ma almeno sono molto gentili e disponibili!- rispondevo io. Ancora non vedevo lati negativi in questo. 

Ma a Marzo arriva il Covid-19, e in Italia è una catastrofe. Iniziano a prendere misure drastiche e io ascoltavo un po’ scettica quello che il mio paese stava affrontando. I giorni passano e i paesi colpiti in Europa aumentano. “Forse allora non è da prendere così sotto gamba come pensavo…”. Inizio ad essere preoccupata, per gli italiani, i miei familiari, i medici e la situazione generale in tutti i paesi. Quando in Italia impongono la quarantena sono scioccata. Inizio a parlarne qui in Svezia con i miei amici, per lo più internazionali, e tutti sono ancora diffidenti, pensando che come al solito l’Italia esagera e ingrandisce la gravità della situazione. Ma io leggo articoli, scientifici- e non, e capisco la gravità della situazione.
Inizio a spiegare ai miei compagni di università che dovremmo evitare di uscire in luoghi di assembramento, di andare all’università e in palestra ecc, ma tutti pensano che io sia eccessiva e stia solamente andando in panico. 

I morti in Italia e in altri paesi europei aumentano, così come le misure di restrizione: Austria, Danimarca e altri paesi iniziano a chiudere scuole e confini. “E com’è la situazione in Svezia?”. Qui tutto tace, il governo non si esprime più di tanto, la chiamano una banale influenza. Ma anche qui i casi aumentano giorno per giorno, di centinaia, in un paese con una densità di popolazione molto bassa (22.49 p/km²), in cui solo a Stoccolma vive il 10% della popolazione svedese. La vita continua normalmente, le università e le scuole sono tutte aperte.

Qui tutto tace, il governo non si esprime più di tanto, la chiamano una banale influenza

E mentre in Europa tutto chiude, in Svezia il governo e il ministro della salute dicono che la situazione ancora non è così grave e non c’è bisogno di chiudere uffici pubblici. “Se senti anche un minimo sintomo, come raffreddore o tosse, non uscire”- Queste le raccomandazioni del ministro della salute.
Ma non specificano per quanto tempo. E come tutti sappiamo il Covid-19 può essere asintomatico, quindi le persone possono continuare a diffonderlo anche senza stare male. Ancora più preoccupante, il fatto che decidono di bloccare i test, e farli solo alle persone “a rischio” o già ospedalizzate. In questo modo non sappiamo il numero reale di persone infettate, se qualcuno dei nostri conoscenti ha il Coronavirus e può infettarci ecc. Insomma, non siamo protetti minimamente.

Mi inizio a preoccupare sul serio, decido di non uscire più se non strettamente necessario, diffondendo questo principio con molti miei amici internazionali, che vedendo come anche i loro paesi stanno reagendo, si comportano come me, nonostante le università siano ancora aperte (ma ci siano stati casi all’interno di esse). 

Ogni giorno che passa controllo le news sperando che il governo prenda qualche decisione più restrittiva. Intanto Francia, Spagna, Danimarca, Germania, Austria, Portogallo, e altri paesi, vanno in lockdown, seguendo il modello italiano. 

Anche in Svezia il numero dei morti aumenta, ma non sappiamo il numero reali degli infetti, ed è frustrante. Finalmente il 17 Marzo annunciano che “si raccomanda fortemente che tutti gli studi dalla scuola superiore, università e scuole per adulti, siano svolte a distanza, online”, così almeno non siamo più obbligati ad andare all’università. Ma le scuole sono ancora aperte, perché altrimenti i genitori che devono per forza lavorare non possono lasciare i bambini da soli a casa. Ma io mi chiedo, negli altri paesi, dove hanno chiuso tutto e sono tutti in quarantena come fanno? 

Gli svedesi hanno paura ma non osano ribellarsi o alzare la voce nei confronti del governo?

Mi inizio a preoccupare sul serio, decido di non uscire più se non strettamente necessario, diffondendo questo principio con molti miei amici internazionali, che vedendo come anche i loro paesi stanno reagendo, si comportano come me, nonostante le università siano ancora aperte (ma ci siano stati casi all’interno di esse). A quanto pare la Svezia sta seguendo la stessa linea di UK e Finlandia, non imponendo maggiori restrizioni alla popolazione e non prendendo particolari misure preventive, senza rendersi conto del danno a cui stanno andando incontro. 

E mi domando quale sia il motivo… Quello che è scioccante è il fatto che parlando con gli svedesi, ovviamente loro sostengono il loro paese, e dicono di fidarsi dei ministri e medici, perché sanno quello che fanno. Ma se in tutto il mondo, perfino Trump (che era il più scettico riguardo il Covid-19) e l’OMS dicono di prendere provvedimenti e che siamo di fronte ad una pandemia, perché la Svezia si deve distinguere?

Forse non vogliono rovinare il loro modello economico perfetto, in cui tutto funziona senza ostacoli, e il lavoro e l’economia sono i principali obiettivi della popolazione? Sono davvero delusa e insoddisfatta, dopo questa vicenda, della Svezia e del loro modo di pensare e agire. L’idea che per me rappresenta gli svedesi è il loro camminare per strada senza guardarsi in faccia, ed è quello che stanno facendo con il coronavirus: continuano le loro vite senza riconoscere che esiste e fanno finta di niente. 

Ma al tempo stesso ristoranti e locali a quanto pare sono vuoti. Quindi dov’è la verità? Gli svedesi hanno paura ma non osano ribellarsi o alzare la voce nei confronti del governo?

Spero che la situazione evolva presto anche qui, e vengano presi provvedimenti. Ma d’altronde io sono molto più vicina agli italiani, alla mia famiglia e ai medici, e ammiro tutta l’Italia per come sta affrontando questa pandemia. 

I’m proud to be italian and I will shout it out loud!