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Ecco a voi la slackline virtuale

Grazie alla startup Realer i visitatori di Prowinter potranno sperimentare cosa vuol dire camminare sul filo su due iceberg in Groenlandia.
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Montura Iceberg Challenge
Foto: Modica-Russolo-Brunel

E’ davvero unica l’esperienza che i visitatori potranno sperimentare recandosi al Future Cafè di Prowinter tra il 19 e il 21 di aprile presso la Fiera di Bolzano. Grazie all’iniziativa della startup Realer sarà infatti possibile sperimentare una sorta di iceberg challange live, attraversando con una slackline due iceberg in Groenlandia. Il tutto naturalmente in un contesto di VR, ovvero realtà virtuale.

Per descrivere le caratteristiche di questa occasione imperdibile abbiamo contattato il brunicense Bruno Mandolesi, che di Realer è Fonder e CEO.

 

Com’è nata l’idea di tradurre in realtà virtuale un’avventura singolare come quella di sperimentare la slackline sugli iceberg?

Conosco molto bene Benjamin Kofler, che è uno dei migliori slackliner del mondo e che recentemente insieme ad alcuni colleghi non solo ha vissuto questa esperienza che ha avuto un certo successo a livello internazionale, ma è stato anche raccontata attraverso un documentario di un’ora, intitolato Between Heaven and Ice e fatto molto ma molto bene.

 

Quali erano i contenuti di quest’avventura estrema?

Sono andati in Groenlandia, hanno trovato due iceberg diversi, uno a forma di castello e l’altro di ferro di cavallo, e in pratica su entrambi hanno fatto la slackline. Appena lui mi ha raccontato questa cosa io ho subito pensato che un’esperienza molto simile potevano ricrearla con il nostro prodotto. Con la nostra startup infatti sviluppiamo esperienze di realtà virtuale di tutti i tipi.

 

Come avete fatto nel concreto per ricostruire le sensazioni di quest’esperienza?

Quando si ha un device di alta qualità la mente in pratica non riesce a distinguere tra realtà e finzione. E si riescono a provare sia l’ebbrezza dell’altitudine che la sensazione di essere effettivamente sottoposti ad un pericolo. Quando ho proposto a Benjamin di realizzare la simulazione della loro esperienza, lui mi ha subito dato la massima disponibilità. In pratica ci hanno fornito tutto il materiale fotografico in loro possesso e dato anche supporto a livello promozionale.

Così abbiamo ricreato virtualmente uno ad uno i due iceberg, ponendoci l’obiettivo di far vivere alle persone l’esperienza di stare proprio lì. L’esperienza virtuale visiva è stata integrata con un fattore motorio, facendo camminare i visitatori su una tavola di legno rialzata da terra, rispetto al quale noi con un apposito visore siamo in grado di capire in tempo reale se il visitatore è in asse. Avendo la visione completamente coperta da un apposito visore integrale le persone hanno davvero la sensazione di camminare sulla slackline e con delle apposite cuffie di fatto sentono solo i gabbiani e il rumore del mare.

 

E se cadono cosa succede?

Loro vedono solo, a 360°, il mondo dell’iceberg. Quando girano la testa vedono l’iceberg e quando guardano in giù vedono il mare. Rispetto al percorso della reale slackline devono camminare per soli 3 metri, rispetto ai 15 originali. Ma tanto basta per far sentire ai visitatori l’ebbrezza di stare su ed essere davvero esposti. Se il visitatore precipita poi noi lo facciamo davvero andare, virtualmente, sott’acqua. Dove facciamo transitare anche qualche bel ‘pesciolino’…

 

Beh, sembra davvero una bella storia…

Sì, e molto molto ‘immersiva’. Chiunque non ha mai sperimentato la realtà virtuale ha senz’altro occasione di divertirsi. Inoltre chi riesce nell’esperienza riceve anche un piccolo gadget come premio. Gli altri invece devono accontentarsi di… vedere le balene da vicino.

 

Questo è il secondo anno che sarete a Prowinter, vero?

Sì, l’anno scorso siamo stati presenti come startup fresca fresca ed abbiamo offerto la possibilità di visualizzare una località sciistica tramite VR (realtà virtuale). E’ stato lì che abbiamo avuto il primo contatto con Plan De Corones, che è diventato il nostro primo cliente reale. L’applicazione è già presente sul mercato, ognuno può visualizzarla e visitare dunque virtualmente la località sciistica.

 

Il tutto sempre con gli occhiali speciali?

Sì, ma l’esperienza in realtà è praticabile con un sistema più economico, realizzato con un supporto in cartone ingloba lo smartphone. La versione più evoluta naturalmente prevede una maschera speciale che si chiama HTC Vive, ma in questo caso l’investimento tra maschera e PC non è inferiore ai 2mila euro. Ma va detto che si tratta di applicazioni molto evolute nel campo della visualizzazione, ben conosciute da chi gioca o comunque da chi usa queste cose in ambito professionale.

 

Progetti futuri?

Attualmente lavoriamo prevalentemente in due direzioni. 

Nel primo caso realizziamo lavori su commissione, come quello preparato per l’agenzia Enertour che sta presso IDM. Il  progetto che abbiamo preparato è stato presentato alla fiera Klimahouse di Bolzano. Grazie ad esso le persone avevano la possibilità di visitare virtualmente un edifico Casa Clima e vedere cose che nella realtà non sono più visibili. Come ad esempio il taglio di un muro per osservarne tutti gli strati. O la visuale attraverso i vari piani, come se si potesse disporre di raggi X o occhi bionici. O ancora vedere l’ultimo piano senza il tetto, magari perché interessa osservare qualche caratteristica dell’architettura, quasi a vista d’uccello. Oppure infine ottenere un’immagine realistica del sistema di riscaldamento che sta sotto al pavimento.

 

Insomma: dove non osano neppure i droni…

Esatto. Il secondo progetto che stiamo sviluppando si chiama Avalance VR e si concentra invece sulla prevenzione delle valanghe. In questo caso abbiamo sviluppato un prodotto completo facendoci aiutare da una guida alpina che è anche uno dei massimi tecnici a livello mondiale in questo settore. Grazie alla realtà virtuale viene offerta la possibilità di operare la pianificazione completa di un’escursione, dalla partenza al ritorno al parcheggio. Ma potendo verificare preventivamente se le decisioni prese sono sufficienti per evitare di finire appunto sotto una valanga.