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"Il figlio vada alla scuola italiana"

La decisione è stata presa da un giudice per consentire al padre separato di una famiglia bolzanina di poter seguire le vicende scolastiche del figlio.
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Foto: web

In questi giorni spesso si discute delle conseguenze, spesso problematiche, del fatto che in Alto Adige a tutte le famiglie residentri è riconosciuta la libertà di iscrivere i propri alla scuola nella madrelingua richiesta e non per forza 'di appartenenza'. Ma una notizia delle ultime ore stabilisce un precedente originale, che per così dire ribalta la prospettiva.

I fatti sono i seguenti: in una famiglia i genitori sono separati ed i figli affidati ad entrambi ma residenti con la madre a Bolzano. Il punto sta nel fatto che il padre, un medico di Padova, ha chiesto ed ottenuto dal giudice che uno dei due ragazzi frequenti le scuole di lingua italiana, al posto di quelle di lingua tedesca alle quali invece è iscritto. 

La vicenda è raccontata oggi dal quotidiano Tageszeitung e ripresa dall’ANSA. Il padre ha fatto ricorso al giudice lamentando che, con l'iscrizione all'istituto tedesco del figlio, egli veniva di fatto escluso dalla possibilità di seguirne le vicende scolastiche. Tutte le comunicazioni, infatti, venivano redatte in tedesco, lingua che il medico non comprende

Ora - scrive il giornale - il giudice ha deciso che, una volta terminate le medie in lingua tedesca, il ragazzo segua le superiori in italiano.
Il diritto di iscrivere i ragazzi alle scuole italiane o tedesche - valuta infatti il giudice - contrasta con il diritto del padre a seguire adeguatamente la carriera scolastica del figlio.

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Update inserito in data 19 maggio.
Il padre del ragazzo si è messo in contatto con la nostra redazione, precisando che in realtà sono due i figli oggetto della sentenza 1065/2017 (pubblicata il 26/04/2017 RG n.3908/2014) della Prima Sezione Civile del Tribunale di Padova, emesso da un collegio interamente composto da giudici donne. Il padre ci ha trasmesso anche il testo integrale della sentenza, per quanto riguarda la sezione relativa alla scelta della scuola per i figli, che pubblichiamo qui in calce (con i nomi di battesimo dei figli appositamente omessi). 

"Quanto alla scelta della scuola per i figli, che forma oggetto di conflitto fra i genitori, deve essere ribadito che tale ambito non può risolversi in un elemento di estromissione del padre della vita dei figli, come sembra essere avvenuto di recente. In particolare vi è contrasto madrelingua tedesca o di che la madre sostiene che sulla scelta della scuola di madrelingua italiana, posto la prima offre una migliore preparazione per il conseguimento della certificazione che dà accesso ai concorsi pubblici. 
Tale assunto, che porterebbe ad affermare l'esistenza di una discriminazione fra i cittadini italiani che si formano nelle scuole di madrelingua italiana e quelli che si formano in scuole di madrelingua tedesca rispetto alla possibilità di accesso alla certificazione e quindi ai posti pubblici, non può giustificare la scelta della scuola tedesca sotto il profilo della discriminazione del genitore che non è di madrelingua tedesca nell'accesso alle istituzioni scolastiche e dunque al percorso formativo del figlio. Invero è risultato (cfr. relazione della Sovrintendente Scolastica in atti) che le scuole di madrelingua tedesca redigono gli atti scolastici e tutta la documentazione nella sola lingua tedesca, con evidente esclusione dell'effettività della partecipazione dei genitori che non siano bilingui. 
Nella specie è significativo che in costanza di matrimonio i coniugi avessero scelto, per i figli, una scuola bilingue, onde la decisione della madre di iscrivere i figli, dopo la crisi coniugale, in istituti di madrelingua tedesca, pur inizialmente sostenuta dal padre (che risulta aver sottoscritto il nulla osta per il trasferimento del figlio maggiore nella scuola tedesca), appare idonea ad emarginare il padre dall'effettiva partecipazione all'accompagnamento dei figli nel loro percorso scolastico e ne consegue che deve essere esclusa, sia per la figlia minore, quanto alla scuola primaria e ai successivi corsi di studio, sia per il figlio maggiore, quanto alla scuola secondaria di secondo grado, mentre va assicurato a quest'ultimo il completamento della scuola secondaria di primo grado in lingua tedesca. In proposito va invero ribadito, come già sottolineato dal G.I. nell'ordinanza in data 29.7.2016, che il minore ha affrontato con notevole disagio la nuova scuola tedesca, anche per una disabilità, il che fa presumere che un mutamento in tale fase del percorso potrebbe soltanto aggravare le sue difficoltà. Pertanto va assicurata al figlio maggiore la possibilità di ultimare la scuola secondaria inferiore, con sacrificio del diritto-dovere del padre di affiancarlo e sostenerlo in tale percorso a causa della lingua e, per contro, con maggior impegno della madre nel sostegno al figlio (significativo quanto segnalato dal Servizio, secondo cui ii minore ricerca un maggior aiuto da parte della madre nell'affrontare le sue difficoltà con it tedesco) e nella condivisione delle informazioni scolastiche con il padre. Tale valutazione non ricorre invece per la figlia e per il futuro percorso di studi secondari superiori del figlio i quali, pertanto, nell'interesse dei minori, dovranno svolgersi in scuole di madrelingua italiana, salvo diverso accordo scritto dei genitori." 

 

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Ferruccio Cumer Fr., 19.05.2017 - 16:57

Un ragazzo che passa dalle medie alle superiori è molto vicino alla maggiore età, e comunque capace di intendere e di volere. Tocca a lui scegliere la scuola, classica o tecnica, italiana o tedesca; spero che le famiglie che impongono ai figli un percorso scolastico senza l'assenso dei figli siano sempre meno. E che nessuno ricorra alla magistratura per imporre l'una o l'altra scelta senza coinvolgere i diretti interessati, i ragazzi.

Fr., 19.05.2017 - 16:57 Permalink