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Come le imprese reagiscono alla crisi

Indagine Eurac-Ire: le aziende altoatesine hanno perso oltre un terzo del fatturato di marzo. Ma ci sono anche reazioni positive.
Parrucchiere
Foto: upi

Qual è lo stato di salute delle imprese altoatesine sfibrate dall’emergenza Covid-19? A fare il punto della situazione è l’Eurac research insieme all’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano i quali certificano, attraverso uno studio dedicato, come oltre al turismo, i settori maggiormente colpiti dalla crisi siano l’industria della componentistica per auto, il comparto vitivinicolo, i servizi alla persona, il commercio al dettaglio e quello all’ingrosso. A soffrire sono tutti gli aspetti dell’attività d’impresa, dalla gestione finanziaria a quella del personale, dal rapporto con i fornitori alla logistica. In particolare circa tre quarti delle imprese segnalano difficoltà di natura finanziaria, connessi nella maggior parte dei casi alla carenza di liquidità nel breve termine. Inoltre, gli operatori economici devono affrontare una situazione di grande incertezza: quasi due terzi degli imprenditori e imprenditrici non riescono a formulare una previsione su quando la propria attività potrà ritornare ai livelli consueti. Solo il 22 percento si dichiara fiducioso che ciò possa avvenire entro la fine dell’anno.

 

Reagire alla crisi

 

In questa prima fase hanno generalmente prevalso misure di breve respiro, volte a superare l’improvviso shock. Nei settori dove le attività hanno potuto proseguire, gli operatori si sono spesso adeguati introducendo innovazioni organizzative, quali il commercio online e le consegne a domicilio. L’emergenza ha portato inoltre molte imprese a sperimentare il lavoro agile. Pur non essendo applicabile in qualsiasi realtà aziendale, esso si configura come un utile strumento per ridurre i costi aziendali e venire incontro alle esigenze dei propri collaboratori e collaboratrici. Laddove ne sono state riconosciute le potenzialità è possibile che il suo impiego diventi permanente. L’imperativo, nei prossimi mesi, sarà salvaguardare soprattutto le piccolissime imprese, come ad esempio artigiani e dettaglianti. Non solo perché queste categorie stanno incontrando maggiori difficoltà dal punto di vista finanziario, ma anche perché esse stanno alla base della catena del valore, come fornitori e clienti delle imprese di maggiori dimensioni. Sostiene il presidente della Camera di commercio di Bolzano Michl Ebner che “dopo lo shock iniziale, l’economia altoatesina riparte e per aiutare le imprese in questa fase è indispensabile in primo luogo assicurare la necessaria liquidità in tempi rapidi, per dare respiro alle imprese. È inoltre fondamentale continuare ad investire nella digitalizzazione, tanto per le imprese quanto per il settore pubblico. Le infrastrutture digitali hanno un ruolo cruciale nella risposta ad altre emergenze di questo tipo”.

 

Globalizzazione “altoatesina”

 

I risultati dell’indagine condotta da Eurac e Ire evidenziano come il concetto di globalizzazione venga associato soprattutto all’accesso a nuovi mercati, alla riduzione delle barriere commerciali e a un migliore e più rapido scambio di informazioni. L’87 per cento delle imprese ritiene che la situazione attuale influenzerà il processo di globalizzazione, in particolare per quanto riguarda gli aspetti tecnologici come la digitalizzazione. A causa dell’attuale emergenza, circa un quarto delle aziende si sta già affidando maggiormente alle nuove tecnologie e ai nuovi metodi di lavoro. Questi includono l’uso di strumenti di comunicazione digitali, la vendita online, la consegna a domicilio e i social network. Le imprese altoatesine ritengono che la crisi avrà uno scarso impatto sulla globalizzazione commerciale: solamente il 16 percento di esse si aspetta una decentralizzazione dei mercati. “Tra le imprese intervistate emergono chiaramente due reazioni alla crisi. Da un lato la volontà di rafforzare la cooperazione tra imprese a livello regionale e dall'altro di accelerare la digitalizzazione attraverso l’adozione di nuove tecnologie”, riassume Harald Pechlaner, direttore del Center for Advanced Studies di Eurac Research. Inoltre le imprese altoatesine credono che la crisi possa avere un impatto sulla dimensione sociale e politica della globalizzazione. Quasi un quarto degli operatori ritiene che la situazione attuale possa portare a una riorganizzazione della società civile. Infine, le imprese ritengono che la crisi contribuirà più probabilmente a un indebolimento che a un rafforzamento del processo di integrazione europea.