Politik | Lega a Pontida

Il tramonto del partito territoriale

Il raduno della Lega a Pontida segna il tramonto di Umberto Bossi, del suo partito territoriale e della Padania. Diventa definitivamente un partito modello Le Pen.
Raduno Lega
Foto: La Repubblica

Quello di domenica non è stato il solito raduno della Lega, ma il giorno del parricidio. Il primo raduno senza che il fondatore Umberto Bossi potesse salire sul palco. Gliel'ha proibito Matteo Salvini per "evitare che fosse fischiato". Mancava lo storico tripudio di bandiere verdi - il nuovo colore del movimento è l'azzurro. Abolita anche la tradizionale statua di Alberto da Giussano. Molti i cartelli con scritta Salvini premier.  E il  segretario del partito non ha lasciato nessun dubbio sul suo futuro politico :"Tra un anno saremo al governo". 

Sono passati pochi anni da quando lo stesso Salvini a Pontida aveva rivolto pesanti insulti e offese ai meridionali: Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani. Ora chiede i voti agli stessi elettori del sud. E' solo l'ultimo esempio del becero trasformismo che caratterizza la politica italiana.
 

Il tramonto di Umberto Bossi

Il raduno di domenica segna il tramonto definitivo del partito territoriale, del suo artefice Umberto Bossi e della Padania come entitá geografica inventata. Il senatur è stato  condannato recentemente a due anni e sei mesi di detenzione per truffa ai danni dello stato. Condannato anche l'ex tesoriere Francesco Belsito per rendiconti falsi di 56 milioni ai danni dello stato. E condannato Renzo, figlio del senatur noto come "trota", a due anni e sei mesi. L'altro figlio Riccardo era giá stato condannato a 1 anno e 8 mesi per aver sperperato 160.000 Euro di soldi pubblici concessi alla Lega. Una famiglia onorevole, perennemente in guerra contro Roma. 
 

 

ll suo tesoriere Francesco Belsito, un ex-buttafuori in una discoteca, aveva raccolto nei minimi dettagli nel fascicolo “The family” tutti i versamenti del partito alla famiglia del leader: ristrutturazioni, spese sanitarie e scolastiche, multe e assicurazioni del figlio Renzo, fatto eleggere dal solerte padre nel consiglio regionale della Lombardia.

Già la prima moglie di Bossi, Gigliola Guidali lo descrive come personaggio imbarazzante: “Era bugiardo e fannullone. Uno che a 35 anni non aveva mai lavorato, si faceva mantenere agli studi dai genitori e mi raccontò una clamorosa bugia, facendomi credere che si era laureato”. Bossi entrerà negli annali come uno dei più modesti ministri della storia della repubblica, che del federalismo fiscale ha fatto un totem miseramente fallito. Ha raccolto una serie di condanne per finanziamento illegale del partito, vilipendio, diffamazione e istigazione a delinquere.

Ciò nonostante Il Senatur siede in parlamento da quasi 27 anni. Fustigando quella che con la sua voce rauca definiva "Roma ladrona", presunta causa di tutti i mali del paese.