Politik | Il ddl

“Vita dura per gli onesti”

Fraccaro (M5s) sul ddl riguardo la tutela dei whistleblower approvato in Senato. “La giunta a Bolzano intende discriminare i dipendenti venuti a conoscenza di illeciti?”.
Whistleblower
Foto: upi

Riccardo Fraccaro, deputato trentino dei 5 stelle, promette battaglia. Stavolta il nodo è il ddl in materia di segnalazioni di reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato, il cosiddetto “whistleblowing” appena approvato in Senato con 142 sì, 61 no e 32 astenuti. La norma, che ora deve passare di nuovo al vaglio alla Camera, prevede sostanzialmente tutela dell'identità, nessuna ritorsione sul lavoro e tantomeno atti discriminatori.

“In provincia di Bolzano sono stati i partiti locali a bocciare la proposta di mozione che impegnava la giunta provinciale a tutelare la riservatezza dell’identità del dipendente della pubblica amministrazione che segnala illeciti”, sostiene Fraccaro, secondo cui è tangibile per gli amministratori la paura di doversi sottoporre al controllo dei cittadini e di rendere conto delle proprie scelte alle autorità di vigilanza. Il deputato pentastellato fa sapere di avere presentato al riguardo un’interrogazione al Ministro Madia.

La mozione a prima firma del consigliere M5s Paul Köllensperger impegnava la Giunta provinciale targata SVP-PD ad adottare le raccomandazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione per tutelare i whistleblower. “L’obiettivo del M5S era nobile, le intenzioni dei partiti locali meno - spiega Fraccaro -. A nulla è valso il richiamo alle convenzioni internazionali ratificate dall’Italia in sede di Nazioni Unite e di Consiglio d’Europa e alle raccomandazioni dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa per assicurare la tutela di chi segnala condotte illecite dal proprio ambiente di lavoro. La mozione - prosegue - è stata bocciata dal Consiglio provinciale mentre, incredibilmente, l’assessore Deeg definiva la disciplina del whistleblowing una mera moltiplicazione di burocrazia. Se ne deve dedurre che la giunta provinciale di Bolzano preferisce indurre al silenzio, sanzionare o discriminare il dipendente che sia venuto a conoscenza di condotte illecite durante il lavoro? Proprio per fugare questi dubbi e per favorire l’applicazione dei princìpi evocati dalle convenzioni internazionali e il recepimento delle linee guida emanate dall’Anac mi sono rivolto al Governo con un’interrogazione parlamentare”.