Chronik | Media e regime

Radio Kabul

Ché, secondo me, la situazione si fa davvero preoccupante.
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Io, c'è una cosa che mi piace fare, da quando son piccolo: ascoltare la radio. Da quando ero piccolo, anche molto piccolo, ho sempre ascoltato la radio, tanta radio, tanti programmi, tanta musica. Insomma, diciamo che è una mia passione, la radio.

Soprattutto, devo dire, c'è una stazione cui particolarmente sono debitore; di tante ore piacevoli e proficue, di tanta musica e di tante informazioni: parlo ovviamente del canale terzo della Rai, forse si era capito, perché, mi sembra, sarebbe difficile parlare così di un'altra radio. Insomma, per farla breve: io c'ho proprio una venerazione, per Radio3, penso che sia una delle poche istituzioni pubbliche di cui possiamo andare fieri, in quanto cittadini di questo Stato, che si chiama Italia; e che, pare, è un po' al centro di alcune polemiche, che però, non essendo il mio intento parlare di questo, darò per scontate.

E insomma, per non tirarla troppo in lungo: oggi, mentre ero in macchina, forse stavo tornando dal lavoro, o forse stavo andando a prendere mio figlio da qualche parte, non mi ricordo bene, ma non mi sembra sia importante; mentre andavo, ascoltavo la radio, e ovviamente era Radio3. E c'era il GiErre, cioè il GR, che vuol dire, per chi non lo sa, Giornale Radio. Che, mi viene in mente, quando ero piccolo facevano la sigla del GR, dicevano qualcosa come "GiErre due" e poi dicevano pure "Direttore: Gustavo Selva". Che questo Gustavo Selva, che poi si è pure buttato in politica, mi sembra con Forza Italia, o con Alleanza Nazionale, comunque con Berlusconi, poi è pure morto, se ricordo bene, Gustavo Selva era così di parte, così smaccatamente filo-governativo, ma così tanto, che nella cosiddetta sinistra era chiamato "Gustavo Belva", perché era proprio come una belva feroce, pronto a azzannare a sangue. Ma sto andando fuori tema.

Stavo ascoltando il GR, e stavano parlando di questa cosa, che insomma, in Europa c'è chi sta criticando molto Renzi, c'è Juncker che aveva detto qualcosa qualche giorno fa, poi oggi c'è uno del PPE, che vuol dire Partito Popolare Europeo, che ha rincarato la dose, e che Renzi e i suoi hanno risposto, eccetera eccetera, non serve continuare.

E insomma, entra in scena la voce di un giornalista, per leggere la notizia e il commento; e questo giornalista, che non so chi sia e come si chiami, con voce normale, cioè non è che stava scherzando, e il più possibile professionale, e senza citare qualcun altro, no, cioè, era proprio il modo che lui, o non so se i testi li scrive qualcun altro e i giornalistai semplicemente leggono; comunque, questo qui ha detto, e l'ho sentito proprio bene, e me lo sono ricordato, tanto che, a distanza di qualche ora lo riporto qui; ha detto:

Quando il gioco si  fa maschio, Renzi non tira indietro la gamba.

Che, non so, forse a lui sembrava una bella formula, c'è anche qualla velata allusione ai Blues Brothers, e c'è la metafora calcistica, che tira sempre e fa sempre effetto. Ma insomma, io mi son detto: ma siamo messi proprio male, siamo messi, mi son detto, forse l'ho anche detto ad alta voce, lì nell'abitacolo della macchina, mentre guidavo. E altro non ho da dire, tranne esprimere la mia preoccupazione, perché questa, come si potrebbe dire con una metafora che spesso viene usata, è solo la punta dell'iceberg.

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Gianluca Trotta Mi., 20.01.2016 - 18:16

La cosa, con la questione della mascolinità, si sta facendo seria: oggi alcuni giornali italiani, e solo quelli, riportano che Juncker avrebbe detto, in margine a una confernza stampa, riferendosi alla querelle con Renzi, che "a volte si usano frasi maschie e virili", che insomma tutto rientra nella normale dialettica, etc. Ho provato a fare una ricerca, ma l'unica fonte che trovo è una notizia ANSA in inglese. Ho provato su alcuni giornali in altre lingue, ma non trovo una conferma a questa dichiarazione di Juncker. Ma non è che i nostri media hanno preso gusto a sta cosa del mostrare i muscoli? Boh.

Mi., 20.01.2016 - 18:16 Permalink