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LA LEGGE SULLA DEMOCRAZIA DIRETTA

Il gruppo consiliare della SVP vuole abbattere nuovamente uno dei pilastri della democrazia diretta
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Foto: Initiative für mehr Demokratie

Il nuovo disegno di legge sulla democrazia diretta per la prima volta prevede il referendum (confermativo) sulle leggi deliberate dal Consiglio provinciale. A condizione che non siano votate con la maggioranza dei due terzi, le leggi in tal modo potrebbero essere sottoposte al voto referendario prima ancora di entrare in vigore. Questa regolamento riprende semplicemente quanto è già previsto dalla Costituzione italiana, la possibilità cioè di sottoporre al voto popolare una modifica della Costituzione. È con questo strumento che il popolo italiano già per due volte ha potuto respingere con successo il tentativo di sovvertire l'ordinamento statale in modo autoritario. Anche lo Statuto di autonomia conosce questo strumento attuabile a tutela delle leggi più importanti, che sono quelle che determinano il funzionamento della democrazia.

Questo referendum nella sua forma più autentica da ai cittadini la possibilità di decidere in ultima istanza se una legge debba entrare in vigore, e assieme all'iniziativa legislativa popolare è uno dei due pilastri della democrazia diretta. Pertanto esso non può mancare in una legge che ordina questa materia. Il compromesso, sofferto ma inevitabile, per l'introduzione di questo strumento impedisce che possano essere sottoposte al referendum confermativo le leggi votate con la maggioranza dei due terzi, ma accetta finalmente questo strumento come fondamentale per l'esercizio della sovranità da parte dei cittadini.

Ora però il gruppo consiliare della SVP mette nuovamente in dubbio questo elemento essenziale del compromesso raggiunto. Ciò avviene nonostante essa abbia di recente votato a favore del referendum consultivo sull'aeroporto di Bolzano e si sia spesa affinché questo venga eseguito come un vero e proprio referendum confermativo, cioè: con effetto vincolante, prima dell'entrata in vigore della legge che prevedeva il piano di risanamento per l'aeroporto e, si badi bene, senza richiedere per la sua validità un quorum di partecipazione al voto.

È un elemento essenziale della sovranità dei cittadini poter decidere in ultima istanza se una norma varata in nome del popolo debba valere o meno. Solo in questo modo essi si possono sentire certi di non essere dominati ed avere la certezza che vale solo quanto è condiviso da una sua maggioranza. La possibilità del referendum confermativo è la migliore garanzia che vengano fatte delle leggi effettivamente condivise dai cittadini: nessuna maggioranza governativa può permettersi che l'esito del proprio lavoro venga continuamente sottoposto a referendum.

Se ora, 13 anni dopo l'entrata in vigore di una legge sulla democrazia diretta inutilizzabile, questa dovrà essere finalmente sostituita da una praticabile, è legittimo pretendere che questa sia in primo luogo integrale e che perciò preveda la forma autentica del referendum, ovvero quello confermativo.