Gesellschaft | Il dato

Alto Adige, 1.300 analfabeti

I numeri sul gap formativo in provincia di Bolzano. L’incognita dell’analfabetismo funzionale e i 134 casi di abbandono nelle scuole. Vettorato risponde al Team K.
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Foto: Suedtirolfoto.com/Helmuth Rier

In provincia di Bolzano 4.647 persone sopra i 15 anni di età non hanno conseguito nessun titolo di studio. Di queste, 1.289, in prevalenza anziani maschi, non sanno né leggere né scrivere. Il dato risale al censimento 2011 - l’unica fonte disponibile, è la precisazione - ed è fornito dall’assessore Giuliano Vettorato nella risposta al quesito sul gap educativo in Alto Adige posto dal Team Köllensperger. Nel documento vengono delineate le contromisure messe in campo dalla Provincia per i problemi a livello formativo presenti nel territorio sudtirolese. Si parla dei numeri dell’abbandono scolastico e di analfabetismo funzionale, fenomeno ancora da quantificare localmente.

 

Il gap formativo 

 

“Complessivamente sono 90.385 le persone in età dai 6 anni in su che hanno conseguito la licenza elementare e 142.565 quelle con licenza media/scuola di avviamento professionale. In totale fanno 232.950 unità”, precisa l’assessore che parla anche a nome di Kompatscher e del collega per l’istruzione tedesca Philipp Achammr. I numeri citati sono quelli forniti da Astat, l’ufficio di statistica provinciale, sulla base del censimento della popolazione 2011 che risulta “l’unica fonte esaustiva disponibile”.

Su una popolazione residente totale all’epoca di 504.643 unità (oggi sono 531.178) 30.862 persone non hanno conseguito nessun titolo di studio, di cui però la maggior parte sono bambini sotto i 15 anni. Rispetto al censimento 2001 sono comunque calate del 30%. Riguardo all’analfabetismo vero e proprio, Vettorato chiarisce che “sulle 4.647 persone con un’età dai 15 anni in su prive di titolo di studio, 1.289 non sanno né leggere né scrivere”. A non aver conseguito la scuola dell’obbligo sono in prevalenza maschi anziani. “La percentuale cresce con l’età fino ad arrivare a oltre 30% negli ultra 60enni”.

 

Le “evasioni” da scuola

 

Segue la dispersione scolastica. Vettorato sottolinea che per l’istruzione italiana nel corso dell’anno scolastico 2018/2019 si sono registrati (qui sotto la tabella) 8 casi di evasione dall’obbligo scolastico (per alunni di età inferiore ai 16 anni) e 56 casi da quello formativo, per alunni fra i 16 e i 18 anni. Da osservare che a livello nazionale è in discussione un ulteriore innalzamento dell’obbligo a 18 anni. Nelle professionali l’incidenza è maggiore, visto che gli studenti sono circa un decimo: 6 i casi durante l’obbligo scolastico e 41 quelli nel periodo formativo. Nell’istruzione in lingua tedesca invece i casi riportati di abbandono dall’obbligo scolastico sono 23. Dunque in un anno i ragazzi e le ragazze usciti senza alcun diploma o titolo sono stati 134.

 

 

Riguardo alle contromisure, vengono elencate le principali “tipologie di intervento” che per la scuola italiana sono “il piano di azioni per il successo formativo” e “l’offerta formativa delle scuole serali”, oltre alla personalizzazione dei percorsi. Ancora, ci sono il monitoraggio delle frequenze irregolari e degli abbandoni in corso d’anno nelle varie scuole e progetti come “Successo formativo” finanziato dal Fondo sociale europeo. Nella scuola tedesca si citano “le attività orientate in particolare al recupero dei titoli di studio”. A livello congiunto è attivo inoltre il protocollo del 2012 contro “il drop out e il disagio giovanile”.

 

Analfabetismo moderno, questo sconosciuto

 

Rappresenta invece un’incognita il fenomeno dell’analfabetismo funzionale, su cui pure chiedono lumi per la presenza in Alto Adige i consiglieri del Team K. Il fenomeno si differenzia dall’analfabetismo vero e proprio (di chi non sa né leggere né scrivere) in quanto riguarda “l’incapacità di usare in modo efficace le competenze di base - lettura, scrittura e calcolo - per muoversi autonomamente nella società contemporanea” (cit. Treccani). Il concetto è stato definito nel 1984 dall'Unesco come la mancanza per gli adulti dei requisiti minimi propri dell’alfabetizzazione (literacy in inglese) funzionale.

Tale fenomeno “latente, complesso, diffuso e trasversale - riconosce Vettorato - che riguarda diverse fasce della popolazione e un ampio ventaglio di problematiche e casistiche” non è al momento conosciuto a livello locale. Mancano i dati e le ricerche per elaborarli. “L’individuazione della sua reale consistenza - conclude il vicepresidente - richiederebbe un’indagine specifica in cui sarebbe necessario tenere conto dell’intera complessità del territorio e del tessuto sociale della provincia di Bolzano”.