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Diritti, questi sconosciuti

Quanti uomini sono consapevoli dei loro diritti sul lavoro quando diventano papà? Pichler (IPL): "Più chiedono congedi minore sarà la stigmatizzazione in azienda".
Famiglia
Foto: upi

19 marzo, festa del papà. Una ricorrenza che ha fornito l’occasione per illustrare quali sono i diritti dei papà lavoratori. Ci ha pensato l’AFI-IPL, l’Istituto promozione lavoratori che ricorda: per il 2018 sono previsti per i papà lavoratori dipendenti del settore privato 4 giorni di congedo di paternità obbligatorio e retribuito al 100% (erano 2 giorni per i nati nel 2017), da utilizzare entro i 5 mesi di vita del figlio. Tale misura è per ora solamente sperimentale e ogni anno viene determinata la durata del congedo obbligatorio. Oltre a questo congedo obbligatorio i papà dipendenti del privato si possono assentare dal lavoro per 1 altro giorno (che però viene tolto dal congedo della mamma).

L’Italia è ancora ben lontana dai parametri richiesti dall’Europa: una risoluzione del Parlamento europeo del 2010 invitava infatti gli Stati membri a riconoscere ai lavoratori padri un congedo di paternità pari a due settimane. Silvia Vogliotti, vicedirettrice dell’IPL, sottolinea che “nel corso del 2016 sono stati oltre 2.800 i padri lavoratori dipendenti del privato residenti in Regione che hanno usufruito del congedo obbligatorio (introdotto nel 2013 dalla legge Fornero n. 92/2012)”.

Per quel che riguarda invece il congedo facoltativo per i papà, questo può invece arrivare fino a un massimo di 7 mesi che sommato a quello della mamma può raggiungere 11 mesi per figlio. Il congedo può anche essere usufruito a ore, quindi i papà possono utilizzare anche un congedo a part time. Solo i primi 6 mesi per figlio sono retribuiti al 30% e di norma sono quelli che chiede la mamma subito dopo il congedo obbligatorio di 5 mesi. Gli ulteriori mesi non sono retribuiti (salvo che per redditi molto bassi), per cui si capisce la difficoltà dei padri (difficoltà in primis economica oltre che culturale) a richiedere questa aspettativa dal lavoro per il calo di reddito familiare che esso procurerebbe. 

Fuori dagli stereotipi

Nel 2016, in Trentino-Alto Adige, sono stati 1.546 i padri che hanno chiesto il congedo parentale facoltativo. La “quota papà” che nel 2011 era del 13,0% è salita piano piano negli anni fino al 20,5% nel 2016, ovvero: ogni 5 congedi 1 è richiesto da un papà, anche se di norma di lunghezza minore di quello delle madri. Di contro ci sono ancora 4.000 padri altoatesini e trentini che il congedo facoltativo non lo hanno mai chiesto, pur avendone diritto. Diritto che esiste da ben 18 anni ma che fatica ancora a essere utilizzato per motivi economici (la bassa o nulla retribuzione), a cui si aggiungono motivi culturali, di ruoli, di stereotipi, all’interno di una cultura aziendale ancora molto basata sul modello di lavoro a tempo pieno e sulla presenza sul posto di lavoro. Possibili soluzioni oltre ai congedi, dunque? Misure di ampio respiro per favorire la conciliazione dei padri, dallo smart working (il lavoro a distanza) al part time per i neo-padri, da strumenti di welfare aziendale a modelli positivi di padri in congedo.

“La conciliazione - riassume Christine Pichler, presidente dell’IPL - è ancora molto sulle spalle delle mamme, anche se vedo segnali positivi di maggior condivisione paterna nella cura dei figli. Molti nuovi padri dedicano tempo ed energia ai propri figli, ma non tutti sono al corrente dei propri diritti di papà. Conoscere i propri diritti è invece il primo importante passo per fare scelte consapevoli, verso una maggiore condivisione del lavoro di cura. Più numerosi saranno i padri che chiedono un congedo al loro datore di lavoro, e minor stigmatizzazione ci sarà anche nelle aziende per i padri in aspettativa dal lavoro, mentre si diffonderà una vera organizzazione del lavoro family friendly”.

Le fa eco l’assessora al lavoro Martha Stocker: “I congedi dei papà rappresentano un segnale molto forte agli uomini ma anche alle aziende e alla società civile, rispetto a un maggior coinvolgimento dei neo-papà nella crescita e nell’educazione dei propri figli. Una condivisione del lavoro ripartita tra i due genitori porta vantaggi relazionali sia al bambino, ma anche ai genitori come singoli e alla coppia. Cari neo papà: regalatevi un congedo dal lavoro e godetevi del tempo prezioso col vostro bambino”.