Gesellschaft | Summer schools

“A scuola di data science”

L’università di Bolzano promuove due Summer schools, dal 26 al 31 agosto. Di Lascio: “Analizzare dati con metodi moderni fa crescere studenti, amministrazioni e imprese”.
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data science
Foto: CC0

salto.bz: Marta Di Lascio, ricercatrice di statistica alla facoltà di economia, la comunità scientifica non va in vacanza visto che tra pochi giorni si svolgeranno due schools promosse dalla Libera Università di Bolzano da 26 al 31 agosto. Un doppio evento, è così?

Sì, abbiamo organizzato questo evento che dura una settimana ed in realtà è costituito da due appuntamenti, che sono collegati tra loro e sono consecutivi temporalmente.

 

Come si dividono le schools e che temi trattano?

La prima metà della settimana è dedicata alla statistica computazionale e all'analisi di dati tramite la programmazione con un software statistico, chiamato “R”. Un programma che viene sviluppato dalla comunità scientifica mondiale degli statistici, è free e open source: è costantemente aggiornato e molto innovativo per quanto riguarda le tecniche statistiche di analisi dei dati che fornisce. Nella seconda parte della settimana abbiamo invece il secondo evento, una school Euregio concentrata prevalentemente sull’insegnamento di metodi moderni per l’analisi dei dati. Ci si occupa infatti di data science.

 

A chi si rivolgono le lezioni?

Entrambe sono rivolte sia a giovani ricercatori o studenti ad un livello avanzato d’istruzione sia a dipendenti di aziende pubbliche o private. Infatti, circa il 20% degli iscritti viene dalle imprese della provincia di Bolzano: casse rurali-Raiffeisen di Bolzano, camera di commercio, azienda Neos, Data Agency e così via. È un bacino di utenti variegato: il restante 80% è costituito da studenti o accademici di università italiane o estere, da Austria, Germania, Inghilterra e Irlanda, e da ricercatori dell'Eurac.

 

Quanti sono i partecipanti?

Siamo sui sessanta ma per decisione del comitato organizzatore abbiamo chiuso le iscrizioni per ottimizzare l’insegnamento, non volevamo una classe troppo grande. Tra l’altro, la prima parte della school è la seconda edizione di una school che io avevo organizzato quattro anni fa e in quel caso senza limite di accesso eravamo arrivati a ca. 100 persone. La seconda parte invece viene organizzata per la prima volta, ma le posso dire che ci stiamo già muovendo per ripeterla anche l’anno prossimo sempre in collaborazione con l'Università di Trento e l'Università di Innsbruck essendo una iniziativa finanziata da fondi Euregio.

 

Sono due school focalizzate anche sugli aspetti pratici, che possono essere utili nel lavoro quotidiano?

Assolutamente si. Sono due schools in cui si insegnano metodi moderni per l’analisi dei dati sia dal punto di vista teorico che applicato. I due eventi sono legati perché da un lato si ha un’iniziativa più rivolta  all’utilizzo di un software statistico e all’applicazione delle metodologie statistiche, e dall'altro si hanno tre giorni concentrati sul rinforzamento delle conoscenze teoriche dei vari metodi statistici.

 

Qual è l’importanza di queste iniziative per il contesto economico locale?

Va considerato che noi viviamo nell’era dei big data, dunque sia le amministrazioni pubbliche che le aziende che le accademie si trovano quotidianamente a dover fronteggiare una grande mole di dati da analizzare. A seconda dei settori le informazioni vengono utilizzate per numerosi scopi: dalle strategie di sviluppo aziendale a quelle politiche, incluse le operazioni di marketing e le analisi di dati biomedici.

 

Imparare a gestire i big data è una risorsa nella complessità attuale?

L’analisi di dati complessi e con alta dimensioni tocca oggi un po’ tutti i settori ed è quindi una risorsa non solo utile ma addirittura indispensabile. Proprio per questo l’obiettivo delle school è da un lato ampliare e aggiornare le competenze dei dipendenti delle aziende pubbliche e private e degli accademici, dall’altro rinforzare la conoscenza e anche l’utilizzo delle tecniche più moderne per l’analisi dei dati.

 

Di che tipo di dati parliamo?

Teoricamente qualunque tipo di dato utile a conoscere e ad analizzare la realtà in cui viviamo. Un esempio, nel campo biomedico, sono le espressioni geniche dei campioni biologici utilizzate per indagare le patologie e le loro terapie. Ma anche a livello amministrativo le banche dati delle realtà pubbliche sono oggigiorno enormi. Analizzare e sintetizzare una grande mole di dati è sempre più importante.