Kultur | Giovani critici

La Haydn tra romanticismo e tensioni

Convince la seconda prova dell'Orchestra Haydn guidata anche questa volta dal direttore Arno Volmer
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Foto: Orchestra Haydn

Ottima prova quella del secondo concerto della stagione sinfonica dell’orchestra Haydn, lo scorso martedì 17 ottobre all’Auditorium di via Dante a Bolzano. Le aspettative, dopo il convincente esordio di martedì 10, si rivolgevano questa volta a una musica esclusivamente romantica e espressionista, un viaggio da Prokofiev a Schönberg passando per Čajkovskij che si preannunciava ricco di passioni. A dirigere, anche al secondo appuntamento, il direttore principale Arvo Volmer.

In apertura i 5 allegri movimenti della Sinfonietta op. 5 di Prokofiev, composta nel 1929 ed eseguita per la prima volta a Parigi nel 1930. E l’interpretazione di Volmer ha fatto emergere sia i sentimentalismi tipici della tradizione romantica ottocentesca, sia lo stupore innovativo del Novecento. Un giusto raccordo in cui non sono rimaste nascoste le tensioni più difficili del compositore russo. I richiami continui tra violini, violoncelli, contrabbassi, corni, clarinetti, flauti e oboe, hanno condotto il pubblico all’interno di una favola dall’atmosfera magica, allegra e sognante.

Da questa fiabesca prima parte, si è poi passati alle “Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra” op. 33 di Čajkovskij. Al fianco del direttore, come solista, il giovane violoncellista russo Alexey Stadler ha brillantemente interpretato il “botta e risposta” con l’orchestra, in un brano evasivo e fantasioso. All’interno delle sette variazioni, fresche e giocose, l’interpretazione di Alexey Stadler e degli orchestrali guidati da Arno Volmer hanno sottolineato l’alternanza tra leggerezza e momenti di malinconia, con passaggi anche virtuosistici che hanno coinvolto il pubblico.

Sicuramente più impegnativo l’ascolto di “Verklärte Nacht” op.4 di Arnold Schönberg, compositore viennese allievo di Gustav Mahler e fondatore della musica dodecafonica. Anche se il brano in programma non utilizza ancora la tecnica dodecafonica, si respira già un’aria diversa dai sentimentalismi dell’Ottocento. “Verklärte Nacht” descrive la passeggiata di due amanti al chiaro di luna, ma si tratta di un’immagine ricca di tensioni, come in effetti il titolo preannuncia. A seguito di un avvio cupo e severo, il pubblico è stato condotto in un percorso tortuoso, solo a tratti melodioso e sognante, più spesso angoscioso e frenetico. L’esecuzione della Haydn non ha infatti risparmiato la messa in evidenza dei momenti densi di mistero e irrequietezza. La “notte trasfigurata” è apparsa in tutto il suo tormento.

Ci chiediamo in conclusione cosa abbia convinto di più il pubblico: il melodioso Čajkovskij o il tormentato Schönberg? Difficile capire se sia più giusto dare ragione all’esigenza di piacevolezza dell’orecchio oppure alla voglia di mistero dell’intelletto.

Avremo modo di rifletterci su, anche in occasione del prossimo incontro con la Haydn, previsto per martedì 14 novembre a Bolzano, in cui verrà riproposto un pezzo di Schönberg, la Sinfonia da camera n.2. Le altre composizioni in programma sono la Sinfonia 99 di Haydn, le Variazioni su un tema di Haydn di Johannes Brahms e un’opera in prima esecuzione assoluta, “Dyscrasic Morphing” di Marco Uvietta.

Giulia Milan, Francesca Cavalli

Liceo Pascoli classe 5M - indirizzo musicale