Politik | Bolzano

Mezze piene o mezze vuote?

“Alcune scuole italiane si svuotano, altre tedesche si riempiono”: una questione da affrontare, secondo il vicesindaco di Bolzano Luis Walcher.
Luis Walcher Vizebürgermeister Bozen
Foto: Gemeinde Bozen

Non è stato affrontato in Giunta comunale: questa la risposta netta del sindaco Renzo Caramaschi sulla querelle riguardo i “test di lingua” nelle scuole tedesche proposti dalla assessora Johanna Ramoser per rispondere a quanti - tra genitori e dirigenti scolastici - temono il crescente numeri di iscritti di lingua italiana. “È un tema delicato e complicato, un problema da affrontare con razionalità, non è competenza comunale e non rientra nel documento unico di programmazione del Comune. Noi possiamo auspicare, indicare, suggerire, ma la competenza è degli organi provinciali e in particolare delle Intendenze scolastiche. Ognuno si assuma le sue responsabilità”. Il primo cittadino incontrerà nel pomeriggio di oggi l’assessora, “ma attenzione - precisa - ci si esprime a titolo personale per dare indicazioni a chi di dovere. La società è cambiata, con dinamiche diverse e in una mescolanza di etnie. Siamo una città proiettata al futuro.”

 

Al principio una lingua

 

Noi dobbiamo fare le scuole, attraenti e belle, che siano italiane e tedesche. Investiamo 90 milioni per le strutture scolastiche”, edifici messi a disposizione degli alunni secondo una programmazione condivisa con la Provincia, sottolinea il primo cittadino. Luis Walcher, assessore ai lavori pubblici e vicesindaco della SVP, competente per l’edilizia scolastica, fa una puntualizzazione: “Abbiamo sempre più iscrizioni su un lato, scuole che si riempiono e siamo quasi al limite, mentre altre si iniziano a svuotare alcune scuole italiane. Su questo dobbiamo onesti e consapevoli. Abbiamo la ricchezza di avere scuole elementari e medie vicine in ogni quartiere, ma in alcune zone soffrono e non di poco. È anche su questo che dobbiamo confrontarci, questioni pratiche sulle quali dare una risposta. La ricchezza sono le tre lingue e la base è l’educazione scolastica. La lingua base è il principio, non di più, non di meno”.

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Corinna Lorenzi Mo., 20.03.2023 - 19:31

In Bozen gibt es weit mehr Bürger:innen mit sog. Migrationshintergrund als Ladiner:innen.
Der Reichtum liegt nicht nur in den drei offiziell anerkannten Landessprachen, sondern vielmehr in der Sprachenvielfalt. Die gibt es in allen Schulen, unabhängig von der Unterrichtssprache.
Das ist für manche offensichtlich schwer zu verstehen und wohl noch viel schwerer anzunehmen.
Schade!

Mo., 20.03.2023 - 19:31 Permalink
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Josef Fulterer Di., 21.03.2023 - 05:48

Antwort auf von Corinna Lorenzi

Inzwischen haben auch viele ITALIENISCH-sprachigen Familien von Bozen und Meran verstanden, dass ihre Kinder mehr-sprachig bessere Berufsaussichten haben.
Die Fähigkeit weitere Sprachen durch die Begegnung spielerisch leicht zu erlernen, wird mit dem mit Lehrstoff den die Schule vermittelt unterdrückt und kann nur mehr je nach Talent weitere Sprachen zu erlernen, meistens recht mühsam "durch Pauckerei erworben werden."

Di., 21.03.2023 - 05:48 Permalink
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Liliana Turri Di., 21.03.2023 - 10:38

Non sono d'accordo con Lei signor Fulterer. L'insegnamento/apprendimento della lingua avviene con successo anche attraverso lo studio della disciplina. Si ampliano, grazie a questo, lessico e strutture in generale appropriandosi così di una conoscenza della lingua specifica della disciplina. Dice poco?

Di., 21.03.2023 - 10:38 Permalink
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Liliana Turri Di., 21.03.2023 - 10:45

Le difficoltà iniziali che può rappresentare lo studio di una disciplina in una lingua che non è la propria vengono di gran lunga compensate e superate in breve tempo. Lo testimoniano gli studi del settore.

Di., 21.03.2023 - 10:45 Permalink
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Liliana Turri Di., 21.03.2023 - 10:46

Le difficoltà iniziali che può rappresentare lo studio di una disciplina in una lingua che non è la propria vengono di gran lunga compensate e superate in breve tempo. Lo testimoniano gli studi del settore.

Di., 21.03.2023 - 10:46 Permalink
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Dietmar Nußbaumer Di., 21.03.2023 - 21:22

Der Unterricht in der Grundschule ist großteils einsprachig ausgerichtet. Der Zweit- und Drittsprachenerwerb ist für alle drei Sprachgruppen vorgesehen (und die Ladiner lernen vier Sprachen). Ein neues Modell muss geplant werden, es reicht nicht, dass man Kinder einfach irgendwo hineinsteckt, auch wenn die Hintergedanken nachvollziehbar sind (und die Lehrer können auch nicht Wunder wirken). Für Kinder mit Migrationshintergrund müssten bereits ab dem Kindergarten Crashkurse in der Unterrichtssprache angeboten werden. Also genug Arbeit für den Bildungslandesrat bzw. für die (?) nächste Bildungslandesrätin (?).

Di., 21.03.2023 - 21:22 Permalink