Umwelt | Trasporto pubblico

Le labili difese sui nuovi bus Sasa

Reazioni quasi scontate, “Piano Clima” come inesistente e contro-risposte per nulla convincenti, dati sull'inquinamento ignorati. Il perfetto déjà-vu di sei anni fa.
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Foto: Michele De Luca

Le risposte alla conferenza stampa dell’Associazione “Ambiente e salute” appaiono come una scontata difesa d’ufficio di decisioni prese, come sempre in “camera caritatis”, e che ben si guardano, ad esempio, dal citare il Piano Clima 2050 e gli obiettivi previsti per il 2025 per il trasporto pubblico locale. Nessuno li ha citati, d’altronde quanto previsto è chiaro come è chiaro che l’appalto in corso per i bus ibridi-diesel e diesel non permetterà di raggiungere tali obiettivi.

A leggere singolarmente quanto dichiarato dai responsabili dell’azienda di trasporto, si può solo capire, anche se era facilmente immaginabile, che ci si è sforzati in una difesa d’ufficio tutt’altro che coerente e convincente.

Presidente Sasa: inquinamento uguale rispetto agli altri bus? Avanti con gli slogan...

Il presidente Pagani sul Corriere dell’Alto Adige afferma, oltre al solito ritornello di puntare ad una flotta elettrica, che tali bus ibridi-diesel “hanno un bilancio ambientale alla pari degli altri mezzi ecologici”. Peccato che i dati presentati alla conferenza stampa hanno evidenziato esattamente il contrario, ossia quelli della CATP francese, della Hochschule di Landshut e della Provincia Autonoma di Trento. Il presidente Sasa si è ben guardato di citare altri dati (ad esempio citando Parigi, ma forse gli ho tolto l’argomento di bocca…), ma d’altronde da oltre un decennio è abituato a lanciare slogan che, ad avviso di chi scrive queste righe, sono pure probabilmente eterodiretti.

L’impressione è che si continui a seguire quello che si fa a Milano, cantonate comprese come i dati del 2008 (si legga il dato dei NOx emessi dai bus diesel EEV rispetto ai bus a metano che ho evidenziato rispetto al circolettato in rosso originale che ha distratto i più allora come oggi…) che auto-legittimarono i meneghini (e convinsero i bolzanini...) a scartare i bus a metano e a scegliere solo bus diesel che ancora oggi circolano con la beffarda indicazione di “ECObus”. Per fortuna almeno questo a Bolzano, Merano e Laives ci è stato risparmiato. D’altronde, si può ben presumere sui dati citati, si arrischiò in dichiarazioni pubbliche pro diesel pure l’esimio presidente nel febbraio 2012. Allora a Bolzano si agì come a Milano, ma nel capoluogo altoatesino poi ci si arrampicò sugli specchi quando contestai quella scelta.

Direttice Sasa: i bus ibridi-diesel hanno lo stesso costo di quelli a metano, ma quando mai...

A parte le considerazioni che ripetono quanto dichiarato dal presidente di Sasa, la direttrice di Sasa Piffer afferma sul Dolomiten che per i bus diesel-ibridi e quelli a metano “Der Preis sei bei beiden Antriebsarten in etwa derselbe”. Mi si permetta di affermare che ciò NON è vero. Se si arriva ad affermare ciò, penso che sia la cartina di tornasole di una difesa quasi disperata. Infatti, un bus a metano costa circa 220/230mila Euro (dipende dalla gara), uno ibrido-diesel ha come base della gara Sasa un prezzo di 285mila Euro. Se questo vuol dire “circa prezzo uguale”, allora la matematica è evidentemente un’opinione negli uffici di via Buozzi. Che poi presso Sasa oggi ci siano per i bus “5 verschiedene Antriebsarten”, questo davvero mi suona altrettanto strano: diesel, metano, idrogeno e cos’altro…?

“Organismi legittimati e di grande esperienza”: ma chi sono questi soggetti a tutt’oggi senza volto?

Si è letto poi sull’Alto Adige una presa di posizione anche del primo cittadino bolzanino che poi ha parlato di “esperti” in un’intervista al TG3. Ebbene, “organismi legittimati” da chi? Forse ci dimentichiamo della delibera del Commissario straordinario che ha confermato il presidentissimo Sasa senza alcuna selezione, né motivazione? Che tale presidente ha dato il suo placet all’acquisto degli ultimi 49 bus fra 2012 (nuovi) e 2017 (usati) TUTTI diesel? Che è corresponsabile, assieme ai direttori di ieri e di oggi, di tali acquisti che potrebbero costare un milione di Euro a Pantalone in retrofitting per far ridurre le emissione di ossidi di azoto?

Ebbene, chi sono i soggetti, intendo tutti, che hanno contribuito a tale scelta irresponsabile dei bus ibridi-diesel? Quali documenti sono stati presentati ai vertici dei soci di Sasa? Forse solo tante chiacchiere infarcite di qualche dato e la solita promessa di “elettrificazione”? E quale mandato hanno avuto i rappresentanti dei Comuni nel CdA di Sasa? Forse, come sempre, approvare senza se e senza ma di qualsiasi cosa venga proposta? A leggere i curricula dei tre rappresentanti mi viene qualche serio dubbio se siano in grado di interloquire con il presidente e la direttrice sulla materia della trazione dei bus. Però la delibera pare l’abbiano approvata senza fiatare, anche se non si sa precisamente perché le delibere del CdA di Sasa non si trovano da nessuna parte, probabilmente secretate per i consueti motivi di "concorrenza e mercato". Se questa è “trasparenza”…

La politica: inesistente nel suo mutismo?

Il dato di fatto sconcertante, infine, è che non ho letto una sola reazione di qualche partito politico in merito. Forse mi sono sfuggite non essendo stato in città ma, di fatto, per l’ennesima volta zero reazioni. Da far cascare le braccia. Tanto è vero che, per quanto a mia conoscenza, la commissione mobilità sul tema della trazione si è sempre limitata a prendere atto di quanto hanno riferito durante le sedute i rappresentanti di Sasa ma MAI che si sia aperto un faccia a faccia o un dibattito in seno alla commissione stessa. D’altronde un attivissimo consigliere comunale ha ammesso la propria “impotenza” in uno scambio di opinioni sul tema su Facebook.

Sviare l’opinione pubblica?

In poche parole, è facile sviare l’opinione pubblica e, azzardo, forse pure i proprietari di Sasa che si ritrovano, non so con quanta convinzione o solo per una difesa d’ufficio per evitarne la delegittimazione, a schierarsi a favore dell’appalto di Sasa. Con buona pace di tutti i grandi paroloni di contenimento delle emissioni di NOx e NO2 per arrivare al quale la Provincia ha pure l’ardire di inserire l’acquisto dei 38 bus in questione. Davvero una presa in giro, veramente non potrei definire ciò altrimenti.

Piano Clima e trasporto pubblico: una barzelletta?

Il tutto al netto ovviamente di possibili ricorsi perché è davvero eclatante la “illogicità” di tale appalto che, è un fatto limpidissimo, non consentirà di raggiungere l’obiettivo 2025 per il tpl urbano fissato dal Piano Clima, che, vale la pena di ricordarlo, è pur sempre un atto ufficiale deliberato nel giugno 2011 dalla Giunta Provinciale. O tale Piano è qualcosa di serio, altrimenti, perlomeno per il tpl, rischia di essere davvero una barzelletta. Altro che “Bibbia per l’ambiente”, come aveva affermato l’attuale assessore provinciale all’ambiente Theiner nel marzo 2017 e che il tema bus l’ha scaricato sulle spalle del collega Mussner e quindi a... Ma è un’altra storia anche se intimamente collegata in questo guazzabuglio dell’acquisto dei bus.