Politik | Minniters d'Europa

Boris Palmer, sindaco verde di Tubinga

Il loro eponimo è ministro degli interni in Italia: siede alla scrivania che fu di Scelba, ha poggiato i gomiti su quella di Mussolini. Ma i Minniters sono ovunque.
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Palmer, Boris
Foto: upi

(di Wolf Bukowski e Lorenzo Vianini)

Il loro eponimo è ministro degli interni in Italia. Siede alla scrivania che fu di Scelba, dopo aver poggiato i gomiti sulla quella di Mussolini, come racconta tra risate e applausi a una platea fascista. Ma i Minniters sono dappertutto, e gongolano nello spostare l'asse politico verso l'estrema destra. Per questo abbiamo deciso di tradurre e glossare un'intervista a Boris Palmer, sindaco verde di Tubinga, pubblicata sulla Taz il 3 agosto 2017.

Taz: Lei ha condotto, come sindaco, un apprezzabile lavoro nella sua città nei confronti dei profughi. Eppure la Sua, fin dal principio, è stata una voce critica tra i Verdi. Perché non può rallegrarsi della grande disponibilità all'aiuto che regna in questo Paese, disponibilità che ancora persiste?

BP: Certo che posso [rallegrarmene]. Ma la questione è come la si mantiene. Se si esagera, si mette a rischio quella società aperta-al-mondo che la Germania, negli ultimi 25 anni, è diventata. Esagerare è fare come se neanche un milione di profughi all'anno fosse un problema. Ed è una forma di esagerazione anche l'emarginare tutti quelli che manifestano scetticismo etichettandoli come razzisti. Nell'obiettivo non ci sono differenze. Io voglio che la Germania sia un Paese accogliente per i profughi.

Taz: Però ha intitolato il Suo libro "Non possiamo aiutarli tutti"...

BP: C'è qualcosa di sbagliato in questo?

Taz: O è una verità autoevidente, oppure Lei voleva dire effettivamente qualcosa di diverso.

BP: No, non volevo dire niente di diverso. È cosa nota che non possiamo accogliere tutti i profughi in Europa. Eppure alcune persone ne sono irritate. A loro suona come [se dicessi]: "la nave è piena". E' proprio da questi cortocircuiti che mi difendo.

La nave è piena, “das Boot ist voll”, al lettore tedesco dovrebbe ricordare la svolta politica della Svizzera del 1942. Allora, proprio con quello slogan, la Confederazione cominciò a limitare l'ingresso di rifugiati in fuga dalla Germania nazista – compresi quelli perseguitati per motivi razziali. “La nave è piena” è una formulazione più brutale di “non possiamo aiutarli tutti”, ma le conseguenze materiali (respingimenti ed espulsioni) sono precisamente le stesse. Dunque non c'è alcun “cortocircuito”: il sindaco verde di oggi sta dicendo esattamente la stessa cosa del governo svizzero di allora.

Con una responsabilità in più, però. Perché se non è possibile considerare la Svizzera responsabile per il nazismo, l'Europa invece – in cui la Germania è leader assoluto – è complice quando non responsabile diretta della devastazione bellica ed economica che spinge milioni di persone alla fuga. È responsabile degli investimenti predatori e neocoloniali, della produzione e vendita di armi, della scelta delle più impresentabili alleanze politiche.

Taz: Lei ritiene che si gridi troppo rapidamente al razzista. Si può quindi dare ragione al "professore verde" di Tubinga che di fronte ai tanti profughi ha paura per la sua "figlia bionda"? Come Lei, in un'intervista allo Spiegel, ha fatto?

BP: Dunque, questo professore ha una figlia bionda. Che gli devo dire: "sei un razzista, perché metti in campo il colore dei capelli di tua figlia"? Oppure è meglio che gli dica: "capisco le tue preoccupazioni, vediamo cosa possiamo fare"?

Taz: Si potrebbe fargli notare che non si tratta solo della sue figlie bionde e delle donne tedesche, ma piuttosto del rendere la vita in città più sicura per tutti.

Il giornalista pare non aver capito che l’accostamento tra “figlia bionda” e profughi non è un'opinione, ma un framing razzista. Questo accostamento non permette di sviluppare un discorso sensato o razionale. Né sulle figlie né sui profughi. E tantomeno sulla sicurezza delle città. Essendo un framing, e non un ragionamento, le obiezioni che restano al suo interno (“non si tratta solo delle figlie bionde...” ) sono del tutto vane. E infatti il sindaco Palmer risponde:

BP: Egualmente ritengo che in questi casi inflazioniamo la parola razzismo, allontanando così la gente che prima poteva essere raggiunta dalle nostre politiche.

Che, sul punto, è come dire: «mbè?». (Al tema "gente" veniamo tra poco).

Il framing si scardina uscendone, rifiutando di discutere a partire da quell'accostamento, denunciando la voglia di apartheid del "professore verde" e la complicità di chi ne usa le parole come ingaggio possibile di un dibattito. Se invece si resta al suo interno il frame razzista, come un buco nero, divora tutto: nell'intervista allo Spiegel Palmer raccontava che il "professore verde" gli aveva fatto visita per dirgli: «Ho due figlie bionde e mi preoccupo, se adesso 60 uomini arabi abitano nel raggio di 200 metri». Nel dialogo sulla Taz gli “uomini arabi” dello Spiegel diventano “profughi” genericamente intesi. Sappiamo tutti che alla prima occasione utile quei “profughi” (si suppone: richiedenti asilo) potranno ridiventare gli “uomini arabi” del vicinato (magari residenti di lungo corso); oppure saranno neri o ancora, facendo slalom tra biologia e cultura, tornerà utile indicarli come musulmani. Decisamente non ci sono le premesse per parlare di "sicurezza nelle città".

Ma torniamo alla già citata risposta di Palmer:

“Egualmente ritengo che in questi casi inflazioniamo la parola razzismo, allontanando così la gente che prima poteva essere raggiunta dalle nostre politiche.”

Qui il sindaco verde, esattamente come fanno gli amministratori piddini di ogni ordine e grado, si costruisce un referente politico con la plastilina: la “gente” da rassicurare. Non assume la responsabilità politica delle proprie posizioni, dicendo “io voglio questo e non voglio l'altro”. Suggerisce invece: fosse per me (avendo alti valori morali e bla bla) agirei diversamente, ma la gente si allonterebbe. Inutile dire che, a forza di crearla con la plastilina e imporla nei media, una parte sempre più consistente della “gente” reale finisce per assomigliare alla "gente" modellata da Minniters e soci.

Taz: I Suoi post su Fb, in cui fotografa un gruppo di giovani uomini di pelle scura ["dunkelhäutiger"] alla stazione del treno, sono il Suo modo di dare voce ai comuni cittadini? Oppure vuole soprattutto verificare la sopportazione del Suo stesso ambiente?

BP: E’ vero, sono seguito da tanti lettori “verdi”, che tirano fuori in fretta la bacchetta per fare la morale. Io critico questa spocchia della borghesia liberale. Si potrebbe anche chiamarla disprezzo per i ceti bassi, che sono quelli che più spesso esprimono queste paure.

Taz: Ma è adeguata alla sua carica [di sindaco] la stigmatizzazione delle persone tramite post di questo tipo? Lei è il sindaco anche delle persone di colore.

BP: Ci sono due reazioni da parte delle persone di colore. Alcuni dicono: Tu ci rendi la vita più difficile, a noi che viviamo qui da tempo, perché diventiamo vittime di un pregiudizio generalizzato. Gli altri dicono: è nostro massimo interesse che vengano identificati e puniti quelli che, coi loro comportamenti sbagliati e anche la violenza ci discreditano. Il confine è sottile.

Taz: Lei parla di pericolosi gruppi di profughi, ma non scrive delle tifoserie calcistiche che vandalizzano, nonostante anche queste contribuiscano a minare il senso di sicurezza. Non si tratta precisamente di razzismo?

Ok, prendiamo un respiro prima di sentire la risposta di Palmer. Il "senso di sicurezza", ovvero la “sicurezza percepita”, è un concetto privo di senso, inventato per praticare la “destatisticalization” dei reati. Che significa

"prescindere sistematicamente da ogni riferimento concreto riguardante i crimini nel dibattito pubblico e politico sulla giustizia. Si parla, si ragiona e si rilasciano le dichiarazioni sulla base dei luoghi comuni sociali e delle convinzioni diffuse, quasi sempre per assecondarle, difficilmente per contraddirle"

scrive Manuel Anselmi in "Populismo penale: una prospettiva italiana" (Wolters Kluver - Cedam, 2015). E continua:

"in una logica di destatisticalizzazione la percezione del rischio [...] diventa più importante, al punto di oscurarlo, del quadro reale dei fenomeni."

Ovviamente si possono anche usare i dati, ma distorcendoli: sommando per esempio le irregolarità dei documenti (un "illecito" di esistenza che possono commettere solo i migranti), o magari la vendita “abusiva” di fazzoletti, con atti di violenza, omicidi... per produrre un'apparente "statistica". Tutto questo è destatisticalizzazione e chi parla di “senso di sicurezza” la sta, più o meno consapevolmente, alimentando.

Inoltre l'esempio delle tifoserie calcistiche è particolarmente infelice, visto che si tratta di un'altra categoria tipicamente stigmatizzata, come se non ci fossero situazioni e persone completamente differenti all'interno di quel variegato mondo. Ma lasciamo perdere e veniamo al dunque, cioè al post di Facebook di Palmer.

Si tratta (probabilmente) di quello di maggio 2017. Non di neri si tratta, ma di un gruppetto di ragazzi nordafricani (così li definisce Palmer). Cosa fanno questi terribili giovani? Hanno un'aria di sfida ("offensiver Auftritt") e - udite udite - non hanno pagato il biglietto. Cioè fanno quello che gran parte degli adolescenti fanno, o vorrebbero fare. Provocare gli adulti, forzare le regole e cercare di non subirne le conseguenze. Probabilmente se gli adolescenti non avessero mai fatto queste cose l'evoluzione umana si sarebbe fermata assai prima, ma questo un Minniter non lo può capire. In ogni caso, si noti che siamo arrivati a parlare di "pericolosi gruppi di profughi" quando concretamente si tratta di 5 ragazzi che non pagano il biglietto.

Quella per i piccoli illeciti nel trasporto pubblico è un ossessione per i Minniters. Nel caso di Palmer questa caratteristica è particolarmente affascinante, visto che nel capoluogo del suo Land, Stoccarda, un delirante progetto urbanistico e ferroviario, Stuttgart 21, potrebbe finire per costare 10 miliardi di euro all'azienda ferroviaria (di proprietà federale) e alle tasche dei contribuenti. Palmer è stato contrario al progetto, ma ora la sua opposizione è "pragmatica". Lo stesso pragmatismo e senso di misura che evidentemente dimentica, quando si tratta di ragazzi senza biglietto.

Ma siamo rimasti con una risposta in sospeso, quella a:

Taz: Lei parla di pericolosi gruppi di profughi, ma non scrive delle tifoserie calcistiche che vandalizzano, nonostante anche queste contribuiscano a minare il senso di sicurezza. Non si tratta precisamente di razzismo?

BP: No, non credo. Mi aspetto dalle persone, che chiedono e ottengono aiuto nel nostro paese, più riguardo di quello che può avere chi è cresciuto qui.

Si noti che non siamo al bar. Chi dice queste cose è un uomo delle istituzioni, che può far valere le sue convinzioni in forma di ordinanze, regolamenti, decisioni. A volte addirittura leggi (Palmer è stato anche parlamentare del Land). E ci sta dicendo che la valutazione di un comportamento va legata a quello che si ottiene dal "nostro Paese", e che dunque la legge potrebbe non essere uguale per tutti.

Questo apre prospettive infinite. Una giustizia divisa per status di cittadinanza (proprio come quella del decreto di Orlando e Minniti, non a caso), ma anche una rampa di lancio per ogni scivolamento successivo. L'assegno mensile del pensionato sarà un aggravante, se commette un reato? E se un malato cronico, che tanto costa al servizio sanitario, dovesse delinquere tra una terapia e l'altra? Gli toccherà la sospensione delle cure a scopo "rieducativo"? Ciò che è implicito nelle parole di Palmer, inoltre, è che chi è più ricco e ben inserito può permettersi meno "riguardo" di quello richiesto ai poveri. Fino a che punto potrà spingersi? Fino alla maleducazione o anche al crimine? 

Non possiamo fare a meno di ricordare, a questo punto, Debora Serracchiani, piddina alla guida della regione Friuli Venezia Giulia:

"La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre […] ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese."

Ne deriva che in altri casi uno stupro è un po' più accettabile. Serracchiani tentò in seguito di ritrattare quelle parole, ma ormai era troppo tardi: si era già guadagnata la tessera ad honorem di Forza Nuova.

Non ci risultano simili omaggi dell'estrema destra tedesca nei confronti di Palmer. Sarà invidioso dei compari italiani, immaginiamo. Intanto si mette avanti, e chiede "tolleranza" nei confronti di AfD, partito intriso di negazionisti e nostalgici di ogni sorta. Le cui colpe evidentemente reputa meno gravi del non pagare il biglietto del treno.

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Sell Woll Mi., 01.11.2017 - 19:35

La classica posizione purista responsabile della sciagurata elettorale dei verdi austriaci, specie nel dare del razzista a chi si permette di scostarsi da principi assoluti che nemmeno il Papa ("non possiamo aiutare tutti") si sente di condividere fino in fondo. Come si fa a pretendere che la Germania continui con una politica delle porte aperte dopo aver accolto più d'un milione di persone nel giro di un anno e mezzo quando mezza Europa chiude la saracinesca? Non esiste un diritto di rifugiarsi in un posto da scegliere secondo le proprie preferenze anche se certo l'Europa divisa non é assolutamente all'altezza della situazione. Ma chiedere troppo a un singolo paese seppure a quello dominante presupporrebbe una popolazione fatta di santi onde non provocare reazioni indesiderati.
Ci sono poi degli aspetti che probabilmente volutamente vengono fraintesi. I "piccoli illeciti nel trasporto pubblico" importano poco come costi ma assumono importanza quale segnale in ordine alla capacità dello stato di far rispettare le proprie regole nonché come messaggio alla propria cittadinanza di non intendere chiedere che alcuni paghino e altri no.
È poi sbagliato concludere che per BP "la legge potrebbe non essere uguale per tutti" quando egli invece dicendo "mi aspetto dalle persone, che chiedono e ottengono aiuto nel nostro paese, più riguardo di quello che può avere chi è cresciuto qui" esprime un giudizio morale facendo leva sulla fiducia che una persona riceve con l'ospitalità concessa. Di conseguenza sono fuori luogo i parallelismi invocati a proposito di pensionati, malati cronici ecc. Pare sufficientemente chiaro che BP parlando di "aiuto" si riferisca all'ospitalità per cui "che chi è più ricco e ben inserito può permettersi meno riguardo" non risulta che una conclusione meramente provocatoria. Pur di reclamare la morale dalla propria parte si é disposti a metter in fuga tanti di quegli elettori per finire come cerchio ermetico inseguendo la chiesa cattolica con il suo motto dei "pochi ma buoni".

Mi., 01.11.2017 - 19:35 Permalink