Gesellschaft | Alcol

In Alto Adige si beve meno (o quasi)

La fotografia dell’Istat: cala il consumo giornaliero in Provincia. Ma il “binge drinking” resta un alto fattore di rischio. Le differenze con la media nazionale.
Alcolismo
Foto: upi

Se l’Alto Adige detiene ancora un triste primato per quel che riguarda il consumo di bevande alcoliche almeno una volta all’anno (73,3% nel 2016 contro la media italiana del 64,7%), un dato positivo, tuttavia, c’è. Secondo un recente rapporto dell’Istat si è infatti verificata una diminuzione rispetto al 2014 (-1,5%), mentre la media italiana è aumentata (+1,7%). La forbice si allarga per quel che riguarda la percentuale delle donne intervistate in Alto Adige: il 66,7% contro il 52,9% della media nazionale. Secondo Peter Koler, coordinatore del Forum Prevenzione “questo valore influisce sull’aumento del valore medio, ma allo stesso tempo è anche un’indicazione che da parte delle donne in Alto Adige il consumo dell'alcol è visto in modo diverso. In questo caso giocano un ruolo i modelli culturali di consumo: le culture mediterranee e quelle transalpine concepiscono e accettano diversamente il consumo di alcol da parte delle donne”.

Cala anche la percentuale del consumo quotidiano di alcol: l’Alto Adige si posiziona sotto la media nazionale (21,4): Il 17,0% (nel 2014 ne era il 18,5%) degli altoatesini – 25,8% (2014: 27,6%) degli uomini e il 8,5% (2014: 9,9%) delle donne – consuma alcol giornalmente. Solo in Sicilia e Calabria in proporzione meno abitanti bevono quotidianamente alcol. Se si considerano solo gli uomini, la quota degli altoatesini è la più bassa a livello nazionale.

Comportamenti a rischio

In primis, secondo l’Istat, è un elemento di rischio il consumo abituale di più di due consumazioni standard al giorno per gli uomini e più di una consumazione standard per le donne e persone con 65 o più anni, così come per i minori di 18 anni il consumo di almeno una bevanda alcolica nell’anno passato. L’11,3% degli intervistati in Alto Adige in contrasto con il 10,4% in Italia, mostra un tale comportamento di consumo.
Altro fattore da non trascurare è il “binge drinking”, il consumo di sei o più consumazioni standard in una sola occasione. Il 19,8% degli intervistati in Alto Adige, in contrasto con il 7,3% in Italia, è stato compreso nella categoria dei “binge drinking”. “Questo è il più importante fattore di rischio per la nostra regione. Almeno una volta all’anno in occasioni di eventi importanti, feste e festeggiamenti, bere sei o di più consumazioni standard, per un quinto della popolazione rimane un comportamento culturalmente accettato”, così il coordinatore di Forum Prevenzione.

Una precisazione, però, si rende necessaria, secondo Koler, ovvero che, per quanto utile sia la rilevazione dell’Istat, sarebbe comunque opportuno “attuare ricerche più precise circa il consumo di alcol fra la popolazione altoatesina e partendo da ciò attuare i giusti interventi nell’ambito della prevenzione e della cura. Una tale ricerca è stata fatta l’ultima volta nel 2006”.