Gesellschaft | L'intervista

“Si rischia l’abbandono degli studi”

Rolanda Tschugguel, direttrice della Ripartizione Diritto allo studio, sulle difficoltà degli studenti universitari ai tempi della crisi pandemica. E come risolverle.
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Foto: unibz

Tempi duri per gli studenti universitari che, anche in Alto Adige, devono fare i conti (letteralmente) con le conseguenze economiche e abitative - e non solo - dell’emergenza coronavirus. Dal problema dell’affitto relativo ai mesi di non utilizzo dovuto al lockdown, al rischio di abbandono del percorso di studi, alla “crescente disuguaglianza sociale che si manifesta anche nel mondo dell’istruzione e della formazione”, a dirla con Rolanda Tschugguel, direttrice della Ripartizione Diritto allo studio della Provincia di Bolzano. Uno scenario complesso, insomma, che richiede risposte su più fronti.
 

salto.bz: Direttrice, dopo l’incontro con l’Ufficio Diritto allo Studio della Provincia le associazioni studentesche riferiscono che ci sono stati interventi in merito agli studentati che hanno riguardato, tra le altre cose, la sospensione dal pagamento degli affitti, ci spiega i dettagli?
 
Rolanda Tschugguel: L’incontro è stato organizzato dall’Ufficio Diritto allo Studio universitario per poter approfondire le questioni poste e per rispondere alle richieste fatte dai rappresentanti degli studenti e delle studentesse. Il periodo è chiaramente difficile per gli universitari e sono dell'avviso che possa emergere il rischio di abbandono del percorso di studio e che esso debba essere arginato anche e soprattutto agendo sulle borse di studio. Una richiesta è stata quella relativa alla sospensione degli affitti in virtù del fatto che la giunta provinciale ha adottato un'analoga misura per gli alunni e le alunne che per motivi di studio soggiornano in convitti in Alto Adige. È necessario comunque fare una distinzione tra convitti e studentati. Dopo la sospensione dell’attività didattica presso le scuole avvenuta il 5 marzo, questi ultimi sono tornati tutti a casa in un brevissimo lasso di tempo e i convitti si sono svuotati completamente. La situazione nell’ambito degli studentati è diversa. Gli studenti altoatesini e le studentesse altoatesine non studiano solo in Alto Adige, ma nella maggioranza dei casi fuori dal territorio provinciale (nelle altre province e regioni italiane, in Austria e altrove) e all’inizio dell’emergenza epidemiologica e il successivo lockdown non tutti sono tornati in Alto Adige. Tanti hanno deciso oppure hanno dovuto rimanere nel luogo di studio per diversi motivi. Sottolineo inoltre che l’affitto viene pagato non solo da chi soggiorna in studentato, ma anche da chi ha optato per abitare in un appartamento privato. A fronte di queste problematiche qualsiasi intervento della giunta provinciale sugli affitti per gli studentati in Alto Adige porterebbe a delle disuguaglianze e disparità nei confronti di altri studenti e altre studentesse.

Bisogna agire retroattivamente sulle borse di studio di quest’anno accademico per non penalizzare gli studenti e le studentesse che le hanno già percepite e che per l’emergenza epidemiologica a causa del Covid-19 non riescono a rispettare tutti i requisiti richiesti

Quali sono le misure che si stanno vagliando al fine di non escludere gli studenti dai provvedimenti per il diritto allo studio universitario?
 
L’obiettivo è quello di agire in modo mirato e di sostenere soprattutto coloro che hanno incontrato seri problemi economici a causa dell’attuale crisi. Per questo bisogna agire retroattivamente sulle borse di studio di quest’anno accademico per non penalizzare gli studenti e le studentesse che le hanno già percepite e che per l’emergenza epidemiologica a causa del Covid-19 non riescono a rispettare tutti i requisiti richiesti, come per esempio la permanenza nel luogo di studio di almeno 150 giorni prevista dal bando.
Sebbene le università abbiano garantito lezioni ed esami a distanza, in pratica non possiamo escludere che alcuni studenti e alcune studentesse possano aver riscontrato difficoltà, che potrebbero incidere sul merito di studio, ovvero sui crediti richiesti, oppure sul regolare espletamento del piano di studi (ad esempio per annullamento di tirocini). Molto probabilmente una parte di studenti e studentesse riusciranno a proseguire gli studi in modo regolare, ma coloro i quali hanno avuto dei problemi collegati al Covid-19, non dovrebbero perdere il diritto allo studio universitario e cioè il diritto di poter presentare la domanda per una borsa di studio per il prossimo anno accademico. Infine stiamo lavorando per trovare una soluzione – come tra l’altro richiesto anche dai rappresentanti degli studenti e delle studentesse – per coloro che si trovano in un'emergenza economica acuta provocata dalla situazione legata al Covid-19.

La volontà politica in che direzione viaggia?

Si intende trovare una misura mirata, non quindi un sussidio per tutti in generale, ma un’azione che possa contrastare il rischio abbandono. Abbiamo analizzato le misure di altre regioni e in questi giorni decideremo con l’assessore competente Philipp Achammer la strada da intraprendere.


 
E rispetto ai criteri di assegnazione di un posto alloggio in Alto Adige cosa potrebbe eventualmente cambiare?
 
Premetto che questi criteri devono ancora essere deliberati dalla giunta provinciale e che al momento la bozza viene analizzata dall’Avvocatura della Provincia. Sempre partendo dal presupposto di non escludere nessuno a causa degli effetti negativi provocati dall’attuale crisi, le proposte in discussione vanno nella direzione di non aumentare il costo per il posto di alloggio, di abbassare il merito di studio così come i mesi di permanenza nello studentato nell’anno accademico in corso al fine di poter chiedere l’ammissione o la riammissione allo studentato.
 
Quali sono, a suo parere, i problemi più urgenti da risolvere?
 
A mio giudizio è palpabile una crescente disuguaglianza sociale che si manifesta anche nel mondo dell’istruzione e della formazione. Il problema è da affrontare con urgenza. Il diritto allo studio assume un ruolo importantissimo in questo senso, perché deve garantire pari opportunità, cioè pari accesso e partecipazione all’istruzione e alla formazione. Questo obiettivo strategico per la società va perseguito e tenuto in grandissima considerazione in tempi di emergenza epidemiologica da coronavirus.

Le proposte in discussione vanno nella direzione di non aumentare il costo per il posto di alloggio, di abbassare il merito di studio così come i mesi di permanenza nello studentato nell’anno accademico in corso al fine di poter chiedere l’ammissione o la riammissione allo studentato


L’associazione universitaria sudtirolese sh.asus cita regioni come il Lazio, la Toscana o la Sicilia, dove sono stati messi a disposizione per chi studia un totale di sette milioni di euro per un sostegno all’affitto già ad inizio aprile. E in Alto Adige?
 
La maggior parte delle misure adottate da alcune regioni italiane mirano a sostenere studenti e studentesse che frequentano strutture universitarie che studiano in quella regione. A quanto mi risulta il sostegno affitto consiste in un aumento della borsa di studio già assegnata agli studenti e alle studentesse. In Alto Adige le politiche di sostegno al diritto di studio universitario sono diverse, anche per motivi attinenti alla storia del nostro territorio dove tra l’altro si è voluto fortemente garantire il diritto di istruzione e formazione nella propria madrelingua. Chi studia fuori provincia viene sostenuto da molto tempo con grande impegno da parte nostra. Paragonare i mezzi finanziari messi a disposizione non ha nessuna valenza concreta, in quanto le realtà stesse non sono possono essere paragonabili. Sottolineo invece il fatto che l’Alto Adige è stato sempre in prima linea al fine di garantire i mezzi finanziari necessari per sostenere tutti gli aventi diritto alla borsa di studio – mentre questo spesso non avviene in altre realtà italiane.
 
Cosa risponde agli studenti che lamentano poca tempestività d’intervento da parte della Provincia durante l'emergenza coronavirus? Nello specifico gli universitari sostengono che “se si fosse agito per tempo si sarebbe evitato a molti il pagamento dell’affitto di stanze vuote”.
 
Le difficoltà manifestate dagli studenti e dalle studentesse sono assolutamente comprensibili ma comunque non riducibili solo a questioni strettamente economiche. L'amministrazione provinciale è fortemente impegnata a fronteggiare le diverse problematiche legata a quest'emergenza. Purtroppo non sempre i provvedimenti presi vanno incontro alle necessità e alle esigenze di ogni singolo cittadino.