Umwelt | Guide alpine

“La bellezza della piccola cordata”

​Le guide alpine dell’Alto Adige si adattano alle misure di sicurezza post-Covid e ritornano alle origini: gruppi ristretti, sentieri meno battuti e alta montagna.
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Foto: unsplash.com

L’estate 2020 non la scorderemo tanto facilmente. Un’estate fatta di restrizioni, misure di sicurezza, perdite economiche e conseguenti tentativi di rinnovarsi.

Tra le infinite categorie professionali che al momento si trovano a fronteggiare queste sfide, vi sono le guide alpine altoatesine. Realtà autonoma dal 1980, l’Associazione guide alpine sciatori Alto Adige svolge corsi di formazione e di aggiornamento per guide alpine professioniste, così come il servizio di accompagnamento e guida durante escursioni di vario livello.

“Purtroppo, il lock down è capitato proprio durante l’alta stagione dello scialpinismo. Un vero peccato, perché le condizioni atmosferiche e della neve erano perfette questa primavera” ci racconta Kurt Walde, presidente dell’associazione. Bel tempo, scarso pericolo di valanghe, condizioni che solitamente garantiscono una stagione prosperosa per le guide e gli accompagnatori. Condizioni che quest’anno si sono potute ammirare solo da lontano, chiusi dentro casa e fantasticando sulla fine della quarantena.

La ripartenza è stata lenta, ma a metà giugno il gruppo è riuscito a riprendere le prime uscite guidate. Inizialmente soltanto con la clientela locale - che può vantare una crescita elevata negli ultimi 10-15 anni -, poi anche con gruppi di turisti austriaci e tedeschi. “La perdita economica maggiore deriva dalla mancanza di turisti extra-europei, principalmente americani e canadesi” spiega il presidente. A causa delle restrizioni di viaggio in corso, la disdetta da parte della clientela oltreoceano è stata infatti del 100%.

In forte perdita anche le scuole di alpinismo e le guide singole che solitamente organizzano viaggi in collaborazione con le agenzie viaggi locali. Alcuni sono stati posticipati, altri direttamente disdetti. “Siamo voluti venire incontro alle esigenze economiche dei nostri clienti e abbiamo cercato di offrire a tutti un rimborso completo, piuttosto che un voucher per una futura prenotazione. Abbiamo un legame molto stretto - quasi di amicizia - con gran parte della clientela e abbiamo quindi voluto ridurre al minimo i disagi conseguenti alla cancellazione”, precisa Walde.

Ora alle guide alpine non resta che guardare avanti, al futuro e alle modalità per rinnovarsi e adattarsi alle nuove esigenze introdotte dalla pandemia. L’Associazione guide alpine sciatori Alto Adige non si perde d’animo e si concentra sulla creazione di una nuova offerta. Per farlo, ripropone quello che una volta era lo standard, ovvero escursioni in gruppi più ristretti, ma di qualità. “La bellezza della piccola cordata” la definisce Walde. Le guide alpine si cimentano quindi nell’accompagnamento di gruppi più piccoli - di 4 o 5 persone al massimo -, esplorando luoghi meno conosciuti, sentieri meno battuti.

 

 

Un vero e proprio ritorno alle origini, ben lontano dalle esperienze moderne di escursionismo in grandi comitive turistiche, che rispondeva bene alle esigenze della globalizzazione e del turismo di massa, ma si distanziava dai valori del vero alpinismo. Ora le guide alpine e gli accompagnatori sono costretti a scegliere i tragitti giusti per la dimensione del gruppo, evitando assembramenti su sentieri stretti o passaggi difficoltosi. Per fortuna la clientela è molto attenta, rispetta le indicazioni e indossa la mascherina nei luoghi chiusi, come in rifugio.

Anche i corsi di formazione e di aggiornamento delle guide alpine procedono in conformità con le misure di prevenzione. I partecipanti sono costantemente monitorati tramite misurazioni della febbre e controlli quotidiani. In un settore dove le formazioni online – trend del momento nel sostituire seminari e corsi in presenza - non sono possibili, in quanto si tratta di formazioni pratiche, da effettuare sulla roccia, l’aria aperta svolge la sua funzione primaria e garantisce lo svolgimento dei corsi in tutta sicurezza.

E infatti è proprio parlando di aria pulita, di respirare bene, che all’associazione viene in mente un’idea per ringraziare chi per mesi ha dovuto respirare sotto la mascherina. Un impulso di cuore quello che spinge le guide alpine a intraprendere un’iniziativa di ringraziamento per tutto il personale sanitario e delle case di riposo che durante la pandemia si è trovato sotto uno stress e una fatica costanti. “Abbiamo voluto offrire a tutte queste persone una luce alla fine del tunnel, la possibilità di usufruire gratuitamente del servizio delle nostre guide e accompagnatori per tornare finalmente a respirare dopo questi mesi difficili” ci spiega Walde. La partecipazione è stata ottima: medici e infermieri, ma anche cuochi e personale delle imprese di pulizia e delle case di riposo, hanno aderito all’iniziativa con grande entusiasmo. “Voglio ringraziare di cuore tutte le 50 guide e oltre 60 accompagnatori e accompagnatrici che hanno offerto il loro tempo per questa attività. Solo grazie a loro è stato possibile realizzare e concretizzare questa bella iniziativa!”.

Insomma, da questa pandemia forse è nato anche qualcosa di positivo. Dal ritorno alle origini dell’alpinismo in cordata, alle iniziative di ringraziamento che vengono dal cuore. Un esempio di come, nelle situazioni difficili, ci sia sempre qualcuno in grado di dare il meglio di sé, di adattarsi in funzione di nuove esigenze e di aiutare e supportare la comunità.