Gesellschaft | Dorffest

"Naturale che debba unire tutti"

Il Miracle Hill è una "Dorffest alternativa": artisti da tutta Europa, buona musica, gare di poesia, freestyle e frutta gratis.
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Foto: Salto.bz

MIRⒶCLE HILL.

Partiamo con un po’ di dati:

Auna di Sotto (Unterrin), 23-24 settembre dalle 10 del mattino, 16 ore di musica e performance a entrata libera, 33 artisti tra gruppi, dj set e quant’altro da tutta Europa, in particolare Italia, Germania e Regno Unito e poi freestyle, workshop, tenzoni, sessione di graffiti, jam sessions, cibo etnico e frutta gratis.

Solo divertimento?

Miracle Hill è un evento di beneficenza che dal 2009 aiuta i bambini orfani di una scuola nello Zambia.

Bertrand Risè, invece,  è uno dei cantanti degli Shanti Powa, il loro motto è “We are Peaceful Warriors on a mission. Music is our weapon”, ma è anche uno dei ragazzi che si occupano del progetto e dell’organizzazione del festival che si svolge da 8 anni a questa parte.

salto.bz: Il Festival sembra essere andato molto bene l’anno scorso, ha portato un certo numero di visitatori, il bilancio è stato positivo?

Bertrand Brisè: Innanzitutto il nostro non è un festival, il festival per noi non esiste in questo caso ma è una vera e propria Dorffest, una festa di paese alternativa, una festa di paese moderna. I tempi sono cambiati, ci sono giovani famiglie che non sanno dove andare per divertirsi, la nostra festa è una scelta interessante soprattutto per i giovani che si sono stufati della solito discoteca. L’anno scorso c’erano 800 persone, è andata benissimo.

Si sono presentati ostacoli o particolari difficoltà per organizzare la festa?

Ci sono stati diversi problemi all’inizio ma abbiamo risolto tutto. E’ stato molto difficile essere presi sul serio, come qualsiasi altra Dorffest. Abbiamo dovuto dimostrare anno dopo anno di saper organizzare qualcosa di bello e alla fine la comunità ci ha aiutato, dai pompieri al sindaco di Auna, siamo stati accolti bene quest’anno.

Per quanto riguarda la sicurezza, invece?

Dopo i fatti di Torino sono state introdotte nuove norme e ci siamo subito adeguati, adesso abbiamo anche la Croce Bianca - in caso succedesse qualcosa -  anche se è sempre filato tutto liscio, fino ad ora.

E' ovvio che debba unire tutti, creare una comunità

Quasi il settanta percento degli artisti vengono dal Regno Unito, come mai questa scelta?

Ho vissuto a Londra e conosco bene quella scena e quel modo di suonare, la professionalità della band e la loro motivazione. Mi è sembrato davvero naturale chiamarli per farli suonare anche qui.

La festa raccoglie un grande comunità, per tutte le appartenenze linguistiche, ma non è di certo una forzatura o l’obiettivo, non è un'eccezione rivolgersi a tutti, anzi, è ovvio che debba unire tutti, creare una comunità.