Gesellschaft | L'indagine

Vaccini, “vince” la scienza?

La fotografia di Observa: i pro-vax sono raddoppiati in 2 anni. In Alto Adige si disertano gli incontri informativi organizzati dall’Asl.
Vaccini
Foto: upi

Un sondaggio dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società per Observa Science in Society pubblicato oggi (21 settembre) da Repubblica sembra scalfire l’acclarato scetticismo sull’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione a scuola dei minori da 0 a 16 anni, così come sancito nel decreto legge approvato lo scorso luglio. Dai dati emerge che la quota di coloro che ritengono che tutte le vaccinazioni dovrebbero essere obbligatorie è cresciuta di 24 punti percentuali, arrivando al 47%. L’8% degli intervistati (era il 19% nella precedente rilevazione, condotta nel 2015) resta saldamente contrario, invece, ad ogni tipo di vaccinazione. Cala anche la quota di chi sostiene che l’obbligo debba riguardare solo alcune vaccinazioni, lasciando al singolo cittadino libertà di scelta sulle altre (44% rispetto al precedente 57%).

Non solo. L’80% degli italiani crede che i benefici dei vaccini siano sempre superiori ai potenziali rischi e l’87% è convinto che sia opportuno vaccinare i propri figli così da proteggere anche gli altri. I paladini della libertà di scelta sulla salute - al centro della protesta resta l’elemento Big Pharma e gli interessi economici del caso - costituiscono una quota ancora indubbiamente sostanziosa: il 48%. Lo studio rivela inoltre che più è alto il grado di istruzione meno attecchisce lo scetticismo: i no vax sono quasi il 12% tra i meno istruiti, e meno del 4% tra i laureati. Più nello specifico fra coloro i quali possiedono conoscenze in ambito scientifico il 90% tra i più istruiti condivide la necessità delle vaccinazioni per i bambini, e molti di loro attribuiscono almeno in parte la responsabilità delle decisioni sui vaccini al singolo, limitando le situazioni di obbligatorietà.

Un italiano su due si affida a medici di base e pediatri mentre al secondo posto fra le fonti più accreditate si piazzano gli opuscoli informativi e le campagne istituzionali. Social network e forum web sono ritenuti credibili da poco più del 4%. Da segnalare inoltre che di recente anche un altro sondaggio, pubblicato stavolta sul quotidiano La Stampa a cura dell’Istituto Piepoli, aveva fatto registrare una posizione sostanzialmente netta a favore dell’obbligo dei vaccini a scuola: il 69% delle persone intervistate (in primo luogo “perché i vaccini salvano la vita”), con i contrari che si assestavano al 28% (principalmente “perché si fanno gli interessi delle case farmaceutiche”) e i cosiddetti “senza opinione”: 3%.

Merito, fra le altre cose, della inevitabile maggiore diffusione dei contenuti scientifici a mezzo stampa e delle campagne informative? Ipotesi verosimili ma che sembrano non valere per il contesto altoatesino dove l’adesione agli incontri organizzati dall'Asl per la prima metà di settembre in vari comuni della provincia è stata decisamente trascurabile (vedi la serata all’Eurac). Pochi i partecipanti e per la gran parte sostenitori di posizioni critiche sull’obbligo vaccinale. “Ce lo aspettavamo - fanno sapere dall’Azienda sanitaria locale - ma questa era solo la prima fase, seguiranno altri appuntamenti ‘ridotti’ in vari comuni dove coinvolgeremo pediatri di libera scelta e gli igienisti distrettuali. Metteremo poi anche a disposizione la registrazione di questi incontri. La situazione riguardo i tassi di vaccinazione, che restano molto bassi in Alto Adige, continua a essere preoccupante e vogliamo capirne le motivazioni. Proprio per questo è in corso di elaborazione uno studio in concerto con la Libera Università di Bolzano e l’Ordine dei medici che verrà presentato fra ottobre e novembre prossimi. È altresì vero che la cittadinanza altoatesina fa in generale tradizionalmente poco uso dei farmaci, c’è evidentemente una certa fiducia nel gestire autonomamente la propria salute”. Nel frattempo, scadono oggi i i termini per presentare la documentazione sui vaccini alle scuole materne e se negli asili italiani sembra tutto sotto controllo, lo stesso non si può dire in quelli ladini e soprattutto in quelli tedeschi dove i bimbi non in regola risulterebbero essere centinaia. L'ispettorato ha quindi concesso una miniproroga fino a lunedì.

In ultimo la Asl smentisce inoltre l'affermazione fatta dell’antivaccinista Reinhold Holzer in occasione dell’evento sulle vaccinazioni tenutosi a San Martino in Passirio il 19 settembre scorso in merito alla notizia che un bambino sarebbe ricoverato all’ospedale di Verona a causa di gravi danni provocati da un vaccino. L'Azienda sanitaria afferma con assoluta certezza che tale ricovero nulla ha a che vedere con la vaccinazione che è stata eseguita nella prima metà di agosto. Il bambino, nel frattempo, sta meglio.