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Paga meno tasse chi affitta ai turisti?

Secondo l'associazione dei Mediatori altoatesini chi affitta a lungo termine paga un’IMI doppia – e fino a 17,5 volte più alta.
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Foto: Pixabay

Negli ultimi tempi si è parlato molto degli immobili sfitti e dei Comuni con carenza di alloggi. La Giunta provinciale ha recentemente effettuato una rilevazione sui Comuni con necessità abitative (LP 3/2022), sia rinnovato il regolamento sull’imposta municipale sugli immobili (IMI) delle seconde case. L’obiettivo di Palazzo Widmann sarebbe quelloi di migliorare la regolamentazione degli immobili sfitti nei Comuni con necessità abitative e di incrementare la pressione fiscale sulle seconde case, affinché queste ultime siano introdotte sul mercato degli affitti. "Nonostante la bontà della premessa, va precisato che l’attuale regolamento IMI sottopone il titolare di immobili affittati a lungo termine a una tassazione notevolmente maggiore rispetto al titolare di immobili affittati a scopo turistico (affittacamere privati, p.es. AirB&B)".

 

Secondo lo schemo diffuso dai mediatori le seconde case possono essere utilizzare dal titolare per scopi propri (necessità della famiglia), ma anche affittate con le relative aliquote IMI medie:

  • affitto a breve termine, affitto turistico (affittacamere privati, per esempio AirB&B) – IMI: 0,2-0,3%
  • affitto a lungo termine – IMI: 0,76-3,5%
  • immobile per ferie (uso proprio o residenza di un membro della famiglia) – IMI: 1,56-3,5%.

Confrontando le diverse aliquote IMI si nota subito che gli immobili destinati all’affitto turistico breve (affittacamere privati, p.es. AirB&B) pagano un’IMI notevolmente inferiore. "In questo modo, i proprietari di immobili affittati a lungo termine pagano però spesso un’IMI doppia – e fino a 17,5 volte – rispetto al titolare di un immobile affittato a scopo turistico". Davvero paradossale.

"Negli ultimi anni vantaggi quali l’aliquota ridotta, l’immediata disponibilità e le maggiori rendite delle seconde case affittate in ambito turistico, hanno di fatto ridotto il numero di immobili affittati a lungo termine. A causa della tassazione più vantaggiosa e delle rendite più elevate, soprattutto nei Comuni e nei centri urbani a maggiore vocazione turistica, i titolari di immobili decidono di affittarli solo in ambito turistico. Questi immobili in affitto vengono così sottratti al mercato degli immobili, una carenza concretamente riscontrabile ormai da molti anni", riferiscono i Mediatrori,

"Sarebbe invece importante che i titolari intenzionati a mettere a disposizione i propri immobili con contratti di affitto a lungo termine (3+2 oppure 4+4 anni), residenti in Provincia o che esercitano un’attività lavorativa, fossero tassati in misura minore rispetto a quelli che affittano i propri immobili solo in ambito turistico. Questo anche perché, con un affitto ordinario (3+2 e 4+4 anni) si verrebbe a creare dello spazio vitale per persone e famiglie che vivono in Alto Adige. Una minore pressione fiscale su questi immobili avrebbe un enorme rilevanza. Bisogna inoltre aggiungere che, già con l’introduzione dell’accordo territoriale nei Comuni con esigenze abitative che ha previsto la cosiddetta cedolare secca e le modifiche relative alla base imponibile IRPEF per gli immobili affittati a lungo termine, lo Stato è riuscito, con successo, a fare dei concreti passi avanti".