Politik | La reazione

“E’ tutta aria fritta”

Questo il commento sarcastico del senatore Francesco Palermo all’allarme lanciato negli ultimi giorni dal maggiore quotidiano altoatesino in lingua tedesca.

“Sono abituati che ogni cosa è dovuta e non si rendono conto delle difficoltà del resto del mondo. In ogni caso con la salvaguardia che abbiamo non rischiamo nulla. Nella peggiore delle ipotesi diciamo che tutto resterà come prima.”

Non usa mezzi termini il senatore eletto nel 2013 anche con il contributo della SVP. Il riferimento ad una serie di articoli che sono stati pubblicati in questi giorni dal giornale Dolomiten, sulla scia un articolo di fondo firmato dal Chefredakteur Toni Ebner. 
Prima il giornale ha interpellato alcuni professori dell’Università di Innsbruck. Oggi è stata la volta di alcuni responsabili dei Bezirke della Volkspartei. Il tono sempre quello: l’autonomia sarebbe in pericolo a causa della riforma costituzionale in corso di approvazione a Roma. 

Palermo non concorda ma non si stupisce: “Si tratta di un’azione precisa che non stupisce visto che da sempre Dolomiten si oppone a qualsiasi forma di accordo, a suo tempo avevano sparato a zero anche contro l’accordo elettorale con il PD”.

Il senatore coglie l’occasione per tornare ad insistere sulla necessità di riformare lo Statuto di Autonomia, ma mette in guardia il mondo di lingua tedesca. 

“Se si dice solo ‘abbiamo diritto all’autonomia che ci deriva dalla purezza del sangue etnico’ in prospettiva è molto difficile tenere in piedi il discorso. Nessuno mette in discussione le questioni di fondo e i diritti delle minoranze, ma bisogna rendersi conto che queste oggi costituiscono solo il 30% del sistema dell’autonomia.” 

E sì che ieri a prendere la parola sulle pagine del Dolomiten sono stati alcuni colleghi professori universitari di Innsbruck… Palermo non si scompone e contestualizza. 

“Come sappiamo bene la notizia viene veicolata più dal titolo che dal testo dell’articolo. Infatti l’analisi dei professori è niente di che. Si fanno varie ipotesi e si parla delle competenze. Ed hanno ragione a dire che tutto dipenderà dall’interpretazione della Corte Costituzionale.”

Eppure continuano a suonare le sirene che denunciano un' Italia sempre centralista. Ma è veramente così? Palermo non nega che quella attuale sia una fase di pensiero dominante centralista, sia nella politica che nell’accademia. Però il senatore precisa: “Il tutto va un po’ a ondate perché l’Italia è il paese delle mode, come si è visto quando c’è stata l’ondata federalista che alla fine non ha portato in quella direzione e forse invece all’opposto”. 

Ma come stanno veramente le cose tra Bolzano e Roma, al di là degli allarmi più o meno giustificati? Palermo è lapidario: “A contare sono solo i dati che stanno nella Gazzetta Ufficiale e quelli dicono che le autonomie ora sono più forti di prima”. Il senatore mette quindi i puntini sulle 'i'.  

“E’ tutta aria fritta il continuo parlare di minacce e del fatto che dovrà di nuovo entrare in campo l’Austria.
Neanche i più centralisti dei centralisti mettono in discussione l’autonomia.” 

Palermo rovescia la questione, dicendo in sostanza che il vero problema è la difesa ad oltranza nei confronti di “non so bene cosa”. “Tutte le opinioni sono legittime,  per carità, solo che se continuiamo a difenderci rispetto ad un attacco che non c’è, alla fine rischiamo di ritrovarci con un pugno di mosche”, dice Palermo

Il senatore mette in guardia?
Quasi. E soprattutto si chiede quale sia lo scopo della nuova offensiva lanciata attraverso la stampa. Cercando di riportare la palla al centro e di riaffermare quelli che a suo avviso sono i veri termini della questione. 

“La sfida ce l’abbiamo noi in mano e la visione non può essere unilaterale. Per favore cerchiamo di ragionare in maniera più moderna sulle competenze. Magari anche uscendo dalla logica rivendicativa. 
In realtà stiamo facendo delle grandissime cose in una fase molto difficile.” 

Il senatore ricorda i grandi passi in avanti compiuti rispetto a 10 anni fa, ad esempio rispetto alla  questione della dichiarazione di appartenenza, ormai smontata. Per non dire del Landeshauptmann per il quale “Langer aveva ragione”. 

Insomma: Per Francesco Palermo quella attuale è una fase magmatica dove convivono tendenze di maggiore apertura e altre molto, molto conservatrici. Da qui l’appello finale del senatore. 

"Chiediamoci che idea vogliamo avere di questa terra fra 10 anni. Non si va molto lontani continuando a dire: 'Questo è mio perché mi spetta di diritto'." 

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alfred frei Do., 22.10.2015 - 08:26

Oggi nel giornale Dolomiten l'ex-sen. Peterlini continua a suonare l'allarme. Sarebbe interessante, oltrechè politicamente opportuno, mettere a confronto le sue idee con quelle del prof. Palermo. Un bel dibattito organizzato in breve dal Forum di Barbara Repetto potrebbe essere un servizio alla democrazia "sul campo".

Do., 22.10.2015 - 08:26 Permalink