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“Un atto molto grave”

Castelli presidente del consiglio comunale, la minoranza non partecipa alla votazione. Endrizzi e Gagliardini (Pd): “Il sindaco Bianchi aveva già deciso tutto. Scorretto”
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Foto: Comune di Laives

A Laives non si spegne la polemica intorno alla nomina del presidente del consiglio comunale. Indietro veloce: l’8 ottobre scorso il sindaco Christian Bianchi, consapevole di poter contare su un largo appoggio in consiglio comunale (più di due terzi), annuncia via Facebook la composizione della giunta, indicando inoltre Paolo Castelli, ex 5 stelle, eletto con la civica Laives futura Team Castelli, non già come candidato ma come futuro presidente del consesso cittadino.
Mossa che non era piaciuta affatto alle opposizioni. Il Pd aveva quindi fatto presente che spettava al consiglio comunale dare il via libera al nuovo esecutivo e approvare anche il nome di chi avrebbe ricoperto la carica di presidente dell’assemblea civica.

 

La critica

 

Si arriva a lunedì scorso (19 ottobre): va in scena la seconda seduta del consiglio comunale e si vota la nuova giunta e il presidente del consiglio comunale. “La minoranza è stata costretta a prendere la grave decisone di non partecipare alla votazione” riferiscono gli esponenti del Pd Sara Endrizzi e Dino Gagliardini. “Il presidente del consiglio comunale ha la funzione di garantire l’indipendenza del consiglio rispetto all’organo esecutivo del comune, cioè la giunta, e non può essere una mera emanazione diretta del sindaco. Ecco perché deve essere proposto e votato direttamente in consiglio comunale” sottolineano i due consiglieri dem che aggiungono riferendosi al gesto anticipatorio del primo cittadino: “Sembra una cosa di poco conto, ma in realtà si tratta di un atto molto grave dal punto di vista istituzionale”.

 

E ancora: “Non siamo così sprovveduti da non sapere che la presidenza è in realtà una poltrona di sottogoverno ambita. Con essa vengono premiati i politici lasciati fuori dal lotto degli assessori o quelle forze politiche di maggioranza che hanno ottenuto i minori risultati elettorali. Però, la nostra censura è scattata sul modo poco corretto utilizzato dal sindaco nei confronti dell’istituzione consiliare che, a tutti gli effetti, è il parlamentino della città”.
Dopo l’uscita dall’aula delle forze di minoranza Castelli è stato proclamato presidente del consesso con 19 voti, “un esito per lui amaro e sminuente”, sostengono Endrizzi e Gagliardini, se paragonato ai 26 voti ottenuti dalla consigliera Marlene Hofer, “proposta dalla Svp per la vicepresidenza in modo corretto e appropriato”.

“Come minoranza avremmo preferito per il ruolo di presidente una scelta di alternanza durante i prossimi 5 anni, in termini sia di genere che di rappresentanza etnica, così come avvenuto nel passato. Tuttavia non possiamo che prendere atto della scelta fatta dalla maggioranza. Siamo fiduciosi nel fatto che questa nostra presa di posizione - auspicano infine i dem - abbia fatto comprendere al primo cittadino l’importanza e la centralità del consiglio comunale e di tutti i consiglieri che lo compongono”.

 

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Massimo Mollica Do., 22.10.2020 - 08:51

Ricordo che stiamo parlando di un agglomerato di 18000 anime circa. E la foto pubblicata palesa soltanto il sovradimensionamento della gestione della cosa pubblica.

Do., 22.10.2020 - 08:51 Permalink