Kultur | Giovani critici

L'affascinante Liszt di Campanella

Sensibile interpretazione del pianista Michele Campanella guidato dalla direzione di Andris Poga
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
sinfonica01_campanella01.jpg
Foto: Campanella

Martedì 19 dicembre, presso l’Auditorium di via Dante a Bolzano, l’Orchestra Haydn ha eseguito tre brani romantici, rispettivamente Malédiction per pianoforte e archi di Franz Liszt, Variazioni sinfoniche per pianoforte e orchestra di César Franck e la Sinfonia n.4 in la maggiore, op. 90 “Italiana” di Felix Mendelssohn Bartholdy.

A dirigere l’orchestra è stato il giovane direttore lettone Andris Poga, il quale oltre ad intrattenere una stretta collaborazione con le maggiori orchestre del suo paese d’origine, ha già diretto diverse orchestre prestigiose a livello internazionale. Ospite d’onore della serata è stato il pianista napoletano Michele Campanella, formatosi presso la prestigiosa scuola pianistica di Vincenzo Vitale. Una figura sfaccettata quella di Campanella, cimentatosi non soltanto negli studi pianistici, ma anche nella direzione d’orchestra e nella saggistica musicale. Si tratta di un personaggio conosciuto non soltanto in Italia, ma anche a livello mondiale, grazie ai suoi trattati e alle sue interpretazioni di Franz Liszt.

Ad aprire il concerto l’appassionata interpretazione da parte del solista Campanella del brano Malédiction per pianoforte e archi, scritto da Liszt intorno al 1830 durante i primi anni di attività del compositore. L’esecuzione di quest’opera, caratterizzata da una progressione di accenti, spaziando progressivamente nella dinamica, è riuscita ad evocare vari stati d'animo contrapposti fra loro: da una parte una sensazione di armonia e piacere, dall’altra una grande carica di energia e tensione. La capacità dell’orchestra è stata quella di mettere in risalto la parte solistica, creando una sorta di “tappeto musicale” come fosse un’eco delle potenzialità espressive del pianoforte. Sia il solista che l’orchestra hanno dimostrato una grande capacità di interpretazione, soprattutto attraverso l’utilizzo di accentuate dinamiche.

In contrapposizione al primo brano, le Variazioni sinfoniche per pianoforte e orchestra risalenti al 1885 e ritenute “il capolavoro” di César Franck, sono risultate più malinconiche e meno vivaci. Esse hanno creato un gioco continuo di proposta e risposta tra orchestra e solista. Il brano si è concluso con un trillo del pianoforte con cambio di tonalità, passando da fa diesis minore a fa diesis maggiore, creando un contrasto tra la prima parte e il finale, concludendo in modo più vivace.

Prima dell’intervallo una delicata e sensibile interpretazione pianistica dello Scherzo op. 16 di Mendelssohn.

Protagonista della seconda parte è stata invece l’orchestra, che ha intrattenuto il pubblico eseguendo la Sinfonia n. 4 in la maggiore, op. 90 “Italiana” di Felix Mendelssohn, compositore, direttore d'orchestra, pianista e organista tedesco del periodo romantico.

Questa sinfonia, strutturata come da manuale nei canonici quattro movimenti, alterna atmosfere molto differenti tra loro, spesso allontanandosi dalla tonalità principale ed esplorando originali sfumature espressive.

Il concerto si è concluso in bellezza con l’esecuzione di un “souvenir”: l'ouverture de Le nozze di Figaro di Mozart, attraverso la quale l’orchestra ha dimostrato ulteriormente la propria bravura. I musicisti sono usciti dalla sala accompagnati dagli applausi della platea.

Il prossimo appuntamento con l’Orchestra Haydn è per martedì 2 gennaio 2018 alle ore 20:00 presso l’Auditorium di Bolzano con il direttore Erich Polz e il soprano Romana Amerling, alle prese con uno sfavillante programma di capodanno.

Erica Girolametto, Gaia Landi

Liceo Pascoli classe 5M - indirizzo musicale