Politik | Sicurezza

Il comune di polizia

A Torino le forze dell'ordine irrompono nella “movida” serale per applicare l'ordinanza anti-vetro – in nome del decreto Orlando-Minniti “anti-degrado” (non criticabile).
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Foto: askatasuna

Martedì sera, 20 giugno, intorno alle 20 nel quartiere di Vanchiglia a Torino ci sono stati violenti scontri tra agenti di polizia e la clientela – perlopiù composta da giovani – dei locali di piazza Santa Giulia, nota per la sua vivace vita notturna. Dopo i fatti di piazza San Carlo, con un morto e oltre 1500 feriti a causa di un falso allarme terrorismo tra i tifosi che seguivano dal maxischermo la finale di Champions League, la sindaca di Torino Chiara Appendino (M5S) è corsa ai ripari con un'ordinanza che proibisce la vendita di bevande alcoliche da asporto (in vetro o lattina) dalle 20 alle 6. Per dare seguito all'ordinanza della sindaca, agenti in tenuta anti-sommossa sono entrati nella piazza torinese dando vita a una vera e propria operazione armata “anti-movida” (forse come rappresaglia per un'aggressione avvenuta ai danni di quattro agenti in borghese). Inoltre, in risposta alle presunte provocazioni di alcuni esponenti del centro sociale “askatasuna”, è partita la carica delle forze dell'ordine, che hanno devastato i tavolini all'aperto dei bar e fatto irruzione all'interno dei locali per inseguire alcune persone. L'operazione si è protratta sino alle 23.

Chiara Appendino ha criticato le modalità dell'operazione, ma ne ha anche difeso le ragioni: riportare “ordine” in una situazione sfuggita di mano da molti anni, per quei “cittadini che hanno il diritto di riposarsi” come scrive la sindaca rispondendo ai commenti su facebook. Più netto il gruppo consiliare del M5S: “Quanto è accaduto è sconcertante. Proviamo estrema preoccupazione per tutti quei cittadini che, trascorrendo una normale serata in piazza, si sono trovati in un'escalation di tensione e violenza. La legalità deve essere rispettata sempre e da tutti, ma la repressione che abbiamo visto non può che rendere doverosa una profonda riflessione sull'attuale gestione dell'ordine pubblico nella città di Torino.” La polizia municipale ha fatto sapere che “non ci sono le condizioni” per pattugliamenti simili, mentre l'assessore alla sicurezza urbana sentenzia: “Mai più operazioni del genere”. Ma molti puntano il dito contro le ordinanze del Comune.

I fatti di Torino non sono un caso isolato. Molte amministrazioni comunali, anche di centrosinistra, firmano ordinanze seguendo le prescrizioni del “decreto sicurezza urbana” (o “anti-degrado”) elaborato dai ministri Orlando-Minniti e approvato nel marzo scorso. Un decreto che spinge le amministrazioni comunali sula linea repressiva, trasformando i sindaci in sceriffi, con più poteri per la “sicurezza” nelle città grazie alle ordinanze urgenti. In nome del “decoro urbano” e della legalità, contro lo spaccio di droghe e il consumo di alcolici – ma anche le occupazioni abusive. E chi critica apertamente il decreto viene addirittura identificato dalla polizia, com'è accaduto a un attivista di Amnesty a un recente sit-in a Roma.