Politik | Ronde/Sicurezza

Se la “ronda” diventa uno stile di vita…

Minacciose, fascistoidi, identitarie... sono le ronde! Un fenomeno che ormai da tempo "spopola" in un paese ossessionato da sicurezza e lotta al degrado (vero o presunto)
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rONDA
Foto: Paolo Zambaldi

In una delle più belle, civili e vitali città d’Europa, Amsterdam, e più precisamente all’interno del Rijksmuseum è esposta un’opera passata alla storia come “La ronda di notte” (1642). L’autore è uno tra i pittori più importanti della storia dell’arte: Rembrandt Harmenszoon van Rijn grandissimo esploratore della luce e della vita (ed anche uno dei miei artisti preferiti). Il quadro imponente celebra Frans Banning Cocq, medico, che comandava anche una compagnia di archibugieri, i Kloveniers. Ambizioso e scaltro diventò in seguito Borgomastro e commissionò l’opera.

Era la metà del 1600.

Ed è l’unica ronda che tollero!

Non mi convincono invece quelle che da anni (le prime le faceva già il giovane Flavio Tosi a Verona…) si fanno vedere nelle nostre città. Gruppi di persone che si propongono come “protettori (autoproclamati) dei cittadini” e “difensori della legalità”.

Quelle del 2018 infatti (balneari o cittadine) sono di origine ben diversa da quella che ha ritratto il genio di Leida… più intimidatorie e rozze, ricordano piuttosto il “prototipo” delle squadracce tristemente note alla nostra storia nazionale.

La ronda di notte ritraeva una situazione dove il concetto di “ordine pubblico”, “Stato”, “divisione dei poteri” erano idee inesistenti o molto diverse da oggi. Con la nascita degli Stati moderni si sono istituiti anche i primi corpi di polizia, sottraendo compiti di vigilanza e l’uso della forza all’iniziativa dei privati.

Che partiti/movimenti politici vari (sempre riconducibili all’universo di estrema destra e alle sue subculture) creino delle “pattuglie” per il controllo del territorio è qualcosa di gravissimo e di potenzialmente eversivo! Divise autoprodotte, slogan politici minacciosi e fascisti, “rambismo”, desiderio di farsi giustizia da soli, violazioni della privacy altrui come comportamento legittimo, razzismo, omofobia, ignoranza… un “cocktail” molto pericoloso, oltre che un comportamento non consentito dalla legge (art. 347 C.P. e confermato dalla Cassazione con sentenza n° 6427/2010).

Se senti invece i partecipanti alle “passeggiate”, e i loro fiancheggiatori, sono solo “cittadini preoccupati”…

E la cosa che temo è che tra un po’ cominceremo tutti a considerarle… Normali!

Ma quello che è ancora più triste e pericoloso è la “mentalità da ronda” e da maniaci della sicurezza che si insinua come un male oscuro nella nostra società italiana. In questa nuova prospettiva l’altro non è più il vicino di casa con cui diventare amici, l’estraneo da salutare, il prossimo/povero da aiutare: diventa un soggetto da controllare (se non peggio)! E così, piano piano, si scardina la democrazia, si erode la solidarietà e si spiana la strada ai regimi.

Tutti sembrano presi da un’ansia (di sua natura stato psichico che rende irrazionali) da sicurezza…

...e allora porte, allarmi, tornelli, videosorveglianza, gabbie, Taser, abolizione del reato di tortura ecc… E allora ben vengano anche le ronde!

Perfino nella mia Bolzano, contro ogni evidenza e dato statistico, ci sono “profeti di odio” che presentano scenari apocalittici, o post bellici, e offrono… qualcuno da odiare, il modo per sfogare frustrazioni, problemi e insuccessi (personali e collettivi) su chi è più debole e precario.

E a chi pensa che “tanto fermano solo chi delinque” ovvero “rompono solo ai neri/pakistani/zingari” ricordo le parole de pastore protestante Martin Niemöller (1892-1984) internato a Dachau: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

Mi auguro solo di non svegliarmi un domani e ritrovarmi con il caposcala come nelle dittature, con tutta una rete di delatori e persone che si adoperano a controllare cosa mangi, quando esci, cosa pensi, chi frequenti, cosa leggi… 

Se esponi la bandiera giusta al momento giusto…

Non ridiamo: l’attuale ministro del lavoro e “Vicepresidente” del Consiglio lo ha proposto il 28 maggio 2018! 

“Così sappiamo bene chi sta con noi… e ancora meglio chi no!”