Politik | La protesta

“Lo sgombero è la punta dell’iceberg”

Il presidio di Bozen Solidale per rivendicare casa, diritti e dignità contro speculazioni e guerre ai senza dimora. L’appuntamento giovedì alle 18 in Piazza Università.
sgombero ponte senzatetto
Foto: Bozen solidale

“Gli  sgomberi  all'umanità  perpetrati  nelle  ultime  settimane  a  Bolzano  e  provincia  sono  la punta  di  un  iceberg  che  da  mesi  si  è  schiantato  contro  migranti,  senza  fissa  dimora  e  in generale  tutte  quelle  persone,  italiane  e  non,  che  non  riescono  a  sostenere  i     costi stratosferici di affitti che rasentano l'usura”. A sostenerlo è l’Associazione Bozen Solidale, tra le più attive del capoluogo nel sostenere le persone senza dimora. Come ogni anno centinaia di persone si ritrovano costrette a vivere per strada, sotto i ponti e lungo gli argini del fiume. L’alternativa sono le precarie quanto dispendiose strutture messe a disposizione in periferia da Comune e Provincia, più orientate ad allontanare il problema che a risolverlo veramente. Strutture comunque insufficienti ad accogliere tutte le domande, con liste di attesa sempre più lunghe: “il sistema di turnazione del Centro Emergenza Freddo, un periodo dentro il dormitorio e un periodo fuori, lascia le persone in una condizione di precarietà diffusa” spiega l’Associazione.

Persone vulnerabili, come i rifugiati, che comprendono anche persone con disagi psichici, vengono lasciate al loro destino

D’altro canto chi riesce nell’impresa di trovare una stanza, la ottiene a prezzi stratosferici. Chi è straniero spesso si ritrova a fronteggiare prezzi da usura “500 o 600 euro al mese per una stanza tripla o quadrupla senza la possibilità di portare la residenza per la mancanza di un contratto regolare – denunciano gli attivisti -. Alcune persone, pur  avendo la possibilità di pagare un affitto, non trovano un alloggio.  I motivi sono legati ai prezzi esorbitanti, alla discriminazione razziale e a egoistiche speculazioni. Il tempo di attesa nelle case albergo per lavoratori e lavoratrici a Bolzano raggiunge oramai 24 mesi. Complessivamente – aggiungono – ci sono troppo pochi posti e sono disponibili solo a Bolzano e Merano. Inoltre persone vulnerabili, come i rifugiati, che comprendono anche persone con disagi psichici, vengono lasciate al loro destino e devono  arrangiarsi sopravvivendo in giacigli  all'addiaccio in condizioni igienico sanitarie drammatiche ed esposte a pericoli di ogni genere. 

Gli sgomberi effettuati dal Comune di Bolzano non risolvono problemi ma ne creano ulteriori

Secondo Bozen Solidale vi è una volontà scientifica nel lasciare case vuote, abbandonandole alla speculazione e favorendo il profitto di pochi. “Gli sgomberi effettuati dal Comune di Bolzano non risolvono problemi ma ne creano ulteriori . Sembra che il messaggio che gli amministratori comunali vogliono dare sia quello che la nostra città non dà il benvenuto alle persone che vivono nella marginalità, altoatesine comprese”.

Per questi motivi Bozen Solidale ha deciso di lanciare un presidio pubblico. Casa, diritti e dignità saranno le parole d’ordine che accompagneranno la protesta di Piazza Università, luogo scelto anche per sottolineare il problema che affrontano gli studenti e le studentesse costrette a rinunciare agli studi o a lunghe ore di pendolarismo per via dell’impossibilità di trovare una stanza a prezzi accessibili. L’appuntamento sarà giovedì 24 novembre alle 18. Tra le richieste avanzate, c'è l'aumento dei finanziamenti per l’edilizia sociale, la ristrutturazione e l’assegnazione degli immobili IPES ancora vuoti, la messa al bando degli sgomberi e l’istituzione di un Osservatorio.

“La nostra società permette a singoli individui di utilizzare i bisogni basilari delle persone quale fonte di speculazione e profitto: gli  amministratori pubblici creano le condizioni giuridiche ed economiche per garantire profitti per pochi sfruttando le esigenze minime delle persone. Lo Stato italiano ha il compito di attuare tutte le misure necessarie per garantire i diritti universali di tutti gli individui presenti sul proprio territorio. Il mancato rispetto di questi diritti – conclude Bozen Solidale –  rappresenta  un  tradimento  dei  compiti  istituzionali  e apre la via a discriminazioni e arbitrarietà”.