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Schwazer, una storia infinita

Bloccate in Germania le provette con le urine dell’ex marciatore, il laboratorio di Colonia si rifiuta di consegnarle alle autorità italiane. Malagò: “Inaccettabile”.
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Foto: FIDAL

Ha ormai la parvenza di una farsa gattopardesca l’odissea delle provette contenenti le urine di Alex Schwazer prelevate durante il controllo antidoping - effettuato dalla IAAF nel gennaio 2016 - che decretò la controversa (seconda) positività dell’ex marciatore altoatesino e che gli costò una squalifica di 8 anni da parte del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna, negandogli di conseguenza la partecipazione ai Giochi olimpici di Rio.

Il laboratorio accreditato Wada di Colonia, nonostante la sentenza della Corte d’appello tedesca, ha deciso, secondo quanto comunicato dal Tribunale di Bolzano, di non consegnare alle autorità italiane i campioni in questione da mettere al servizio dei Ris dei carabinieri di Parma per le analisi del Dna.

Il motivo ufficiale: il laboratorio dichiara di non avere recepito in modo chiaro la sentenza della Corte. Per poter eseguire l’esame del Dna il tribunale tedesco aveva concesso sei millimetri di urine del campione B e altri nove del campione A delle urine di Schwazer. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, aveva nominato suo perito il colonnello dei Carabinieri Giampietro Lago (responsabile del Ris di Parma) per prendere contatti con il laboratorio di Colonia e prelevare le provette, cosa avvenuta ai primi di dicembre.

"Si rimane allibiti nel leggere di questo ulteriore rimbalzo con tempistiche che si allungano, di fronte a una richiesta del Tribunale di Bolzano già accolta dai giudici tedeschi. È inaccettabile"

Sulla decisione del laboratorio antidoping di Colonia di non concedere le provette è intervenuto il presidente del CONI Giovanni Malagò, che sulla vicenda ha scelto finora un basso profilo. “Ogni tanto ci lamentiamo per come funziona la giustizia ordinaria in Italia, ma si rimane allibiti nel leggere di questo ulteriore rimbalzo con tempistiche che si allungano, di fronte a una richiesta del Tribunale di Bolzano già accolta dai giudici tedeschi. È inaccettabile”, ha detto Malagò nel corso dell'incontro di fine anno con i giornalisti, al Foro Italico, a Roma.