Gesellschaft | natura

Trema la terra

Ho letto, cantato, condiviso tanti inni alla bellezza, ma per la natura giustizia è uguale a indifferenza. La natura che tanto amo, è così, quando ringhia, ti senti solo.
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valanga
Foto: web

La terra trema. Il gelo non riesce a bloccarla. La terra continua a singhiozzare. La neve tutto copre in quell’orrido silenzio. Freddo. Ed ecco il buio. La tenebra. Un ultimo sussulto e poi la terra: scivola. Si spacca. E precipita. Tutto travolge. Gli alberi del bosco non riescono a fare scudo. Sembrano tanti fanti spediti al massacro, nudi e con lo schioppo. Fragili. Come quei giovani soldati mandati allo sbaraglio, su per il Col di Lana. Venivano giù come birilli. Tutto è così fragile, anche le mura di un albergo. So cosa vuol dire. È il primo aprile del 1975. Pessimo scherzo. Le fiamme bruciano in un attimo la nostra casa, il nostro albergo. Papà mi fa saltare giù dal primo piano. Clienti appesi all’insegna dell’albergo, si buttano. Metri di neve, ci salviamo. Non tutti: le due ragazze hanno paura, scendono le scale. Dio le abbia in gloria. Decine di feriti. La tragedia ha la velocità dell’attimo inaspettato. Ti coglie di sorpresa e tu ti senti nudo. Non bastano i pensieri, i libri letti, la musica ascoltata, gli affetti vissuti. Ti senti solo. Non bastano le grida, il terrore, le unghie delle dita di mani e piedi che cercano di tenersi aggrappate alla vita. La natura è un demone. Ringhia la sua rabbia per poi esplodere in modo insensato, convulso, violento. Guardo le immagini del camion-turbina che cerca di fare un solco nella neve. Sei ore per fare tre chilometri. I soccorritori vanno a piedi nella notte. In mezzo alla bufera. Quella notte, qui, i vigili non trovavano gli idranti. Erano sepolti sotto la neve. Lì, la neve ha tolto la speranza. Non è un film. Chi è sotto le macerie, lì rimane. Dovevano partire, aspettavano lo spazzaneve. I conti erano già saldati. La fatalità gioca con la vita anche così. Sembra ti prenda in giro. Non c’è niente da fare, non riesco a smettere di pensare a queste cose. La natura che tanto amo, è così. Pazza scatenata a volte. Penso a tutti gli inni alla bellezza che ho letto e cantato e condiviso e difeso a spada tratta. Ma per la natura giustizia è uguale indifferenza. Ebbene sì, continuerò a farlo, anche in nome di tutte queste persone che non conosco, che non ho conosciuto e che però sento come se fossero qui. O come se io fossi laggiù, con loro, immerso nel loro buio perenne.
Riposino in pace.