Politik | risposte cercasi

Un anno senza eventi

Dallo stop dello scorso febbraio il settore della cultura e dello spettacolo è sempre più incerto. La mancanza di risposte istituzionali scatena proteste in tutta Italia.
Teatro
Foto: Fondazione Teatro Comunale e Auditorium

Sono passati 12 mesi da quando il sipario è calato sul grande palco del mondo della cultura e dello spettacolo e da allora la situazione di migliaia di artisti, tecnici e maestranze si fa sempre più drammatica. Già caratterizzato strutturalmente da una precarietà lavorativa, il settore artistico-teatrale risulta tra i più compromessi dalla pandemia e le limitate misure di sostegno reale ai lavoratori impiegati rischia di generare una spirale senza fine di disuguaglianze e povertà.

Uno dei capitoli più tristi è quello che ha visto protagonista il musicista jazz Adriano Urso: a 41 anni uno dei più famosi e apprezzati pianisti di Roma per colpa del virus e del mancato guadagno è stato costretto a ripiegare professionalmente come rider. È morto d'infarto, spingendo la propria auto in panne mentre cercava di consegnare la cena a un cliente. Nei giorni scorsi, invece, Omar Rizzato, titolare di una ditta specializzata in service per eventi, si è suicidato sparandosi alla testa tra le mura della sua azienda a Cinto Euganeo, in provincia di Padova.

Da pianista a rider: il jazz piange Adriano Urso, stroncato da un infarto e dalla crisi

 

A un anno dall’inizio della crisi pandemica in Italia, a cui si è sommata quella economica e di governo, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo scendono di nuovo in piazza per rivendicare diritti, reddito e tutele, mentre i teatri si illuminano e si aprono simbolicamente per tornare visibili ad una politica che non li nomina più.

 

“Facciamo luce sul teatro”

 

Ieri, lunedì 22 febbraio, il Teatro Comunale e l’Auditorium di Bolzano hanno aderito all’iniziativa “Facciamo luce sul teatro!” promossa dall’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, illuminandosi simbolicamente tra le 19.30 e le 21.30. “Questo è un appello alla politica e alla cittadinanza per ricordare di parlare di Teatro e di spettacolo dal vivo, che lo si torni a nominare, che si programmi e si renda pubblico un piano che porti prima possibile ad una riapertura in sicurezza di questi luoghi” scrivono in un comunicato stampa Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, Vereinigte Bühnen Bozen.


“Fare luce sul teatro significa dargli l'importanza che ha sempre avuto - spiega a salto.bz Walter Zambaldi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano -, l’arte e la cultura sono la cartina tornasole della civiltà. I paesi più pericolosi sono quelli in cui manca questa concezione. La crisi che stiamo vivendo non è solo un problema di lavoro ma di concezione delle urgenze. L’umanità non è fatta solo per consumare, la priorità a livello nazionale della ripartenza è indirizzata proprio al consumo. Un paese che riduce la cultura a mero hobby è un paese sottosviluppato - denuncia il direttore dello Stabile -. Non possiamo aprire un centro commerciale e tenere chiuso un teatro: questa è un’offesa all’umanità. Siamo in una fase in cui nessuno ha certezze, ma la garanzia di non essere carne da macello deve essere un preambolo. Va riscoperta la dignità umana e lavorativa del professionista dello spettacolo e questo è il momento giusto per farlo”.

Siamo in una fase in cui nessuno ha certezze, ma la garanzia di non essere carne da macello deve essere un preambolo (Walter Zambaldi)

 

Un anno senza lavoro, un anno senza reddito

 

Se la situazione degli artisti è drammatica, Klemens Riegler, titolare di un’azienda che offre service per eventi e concerti, ci racconta la situazione di chi nello spettacolo ci lavora da dietro le quinte: “Non solo non abbiamo entrate, ma i debiti si accumulano perché le spese fisse ci sono anche quando non lavori. Alcuni contributi sono stati stanziati dalla Provincia ma non sono stati sufficienti a compensare le migliaia di euro di perdite. Io per adesso ce l’ho fatta, ma ho un’azienda avviata da trent’anni, al momento sto sopravvivendo con i miei risparmi e riducendo le spese al minimo indispensabile, ma chi ha aperto da poco ha già chiuso i battenti. Certe decisioni sono incomprensibili - aggiunge Riegler -. Capisco i grandi festival o i concerti in cui il contatto è imprescindibile ma nel caso di uno spettacolo a cui si assiste da seduti, se mettiamo in atto alcune misure come l’ingresso contingentato e l’utilizzo della mascherina il rischio rasenta lo zero".

Io per adesso ce l’ho fatta, ma ho un’azienda avviata da trent’anni, al momento sto sopravvivendo con i miei risparmi e riducendo le spese al minimo indispensabile, ma chi ha aperto da poco ha già chiuso i battenti (Klemens Riegler)

Oggi, intanto, a Trento e in molte città d’Italia sindacati e lavoratori auto-organizzati lanciano la manifestazione «Un anno senza eventi, un anno senza reddito».

“Fino ad oggi ogni Governo che si è succeduto ha operato per la soddisfazione degli interessi dei grandi enti, delle grandi imprese e delle fondazioni. È giunto il tempo di invertire la tendenza: lo Stato deve agire a tutela di lavoratrici e lavoratori. La sopravvivenza e la dignità di centinaia di migliaia di persone non possono dipendere dalle intemperanze del potere politico” si legge nel testo di lancio dell’iniziativa. “In questo anno non abbiamo mai smesso di lottare per misure di reddito e di sostegno strutturali, per una totale riforma del nostro settore, per la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. E non abbiamo alcuna intenzione di fermarci”.

Le richieste dei professionisti dello spettacolo sono riassunte in cinque punti:

  •  lo sblocco immediato e conseguente erogazione dei contributi rimasti in sospeso con il Decreto Ristori
  • la tempestiva convocazione di un Tavolo Interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali;
  • l’attuazione di una riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli lavoratrici e lavoratori;
  • la progettazione e la realizzazione di tutte le misure relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire la ripartenza del settore;
  • la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere.