Politik | Fascismi

Calce sui relitti

Le consigliere meranesi dei Cinque Stelle chiedono lumi sulla copertura della scritta “credere, obbedire, combattere” all'ippodromo di Maia. Ma il Dolomiten non ci sta.
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Foto: Sud-Tiroler Freiheit

Ancora una volta sono i cosiddetti “relitti fascisti” ad accendere le polemiche sulla carta stampata. Stavolta però non si tratta del Monumento alla Vittoria, né del “duce a cavallo” di Hans Piffrader, entrambi oramai “depotenziati” da una meticolosa opera di storicizzazione. Da Bolzano ci spostiamo a Merano, dove nell'autunno 2017 in seguito ai lavori di restauro delle mura di cinta esterne dell’ippodromo di Maia sono state coperte con un trattamento a base di calce alcune scritte risalenti al Ventennio – cancellazione proposta più volte in passato dalla Süd-Tiroler Freiheit. L'operazione è avvenuta lontana dai riflettori, sino a quando lo scorso 5 febbraio le consigliere comunali meranesi del Movimento 5 Stelle Francesca Schir (presidente del Consiglio comunale) e Adriana Valle hanno presentato un'interrogazione scritta al sindaco Paul Rösch e all'assessora competente. “La storicizzazione del bassorilievo di Bolzano con il pensiero di Hannah Arendt è stata citata come buona pratica da più parti d’Italia” scrivono le consigliere citando l'esempio del capoluogo e ponendo una serie di domande all'amministrazione: “Le mura dell’ippodromo sono sotto tutela? Chi ha deciso di coprire le scritte fasciste? Il trattamento a base di calce ne permette la conservazione? Sarebbe possibile ripristinarle?

“Quattro profughi e una ditta esterna”

Il sindaco di Merano ha risposto il 7 marzo, sostenendo che il “Monumentbrowser” della Provincia non dà indicazioni di tutela del manufatto in questione: l'Ufficio provinciale Beni architettonici e artistici, nella persona di Heidrun Schroffenegger, avrebbe dato il “via libera” all'esecuzione dei lavori da parte del servizio manutenzione del Comune di Merano, proponendo al contempo una copertura in calce che consentisse un futuro ripristino e restauro. Un intervento di conservazione “classico e conosciuto” scrive il primo cittadino nella risposta all'interrogazione dei 5 Stelle: “Una copertura con calce non è una cancellazione, è una protezione”. A fine dicembre, Francesca Schir aveva già preso carta e penna e scritto alla Belle Arti della Provincia: la direttrice d'ufficio Waltraud Kofler Engl ha risposto tre mesi dopo, il 6 marzo, sostenendo che “l'intervento di manutenzione degli intonaci e la ridipintura nasce come progetto di integrazione dei rifugiati” - sebbene con la collaborazione di un'azienda esterna: “L'ufficio ha dato consenso alla copertura a scopo conservativo, in attesa di un'eventuale futura contestualizzazione”.

Non è una cancellazione, è una protezione” (Paul Rösch)

“Ha deciso un dirigente comunale, l’architetto Wolfram Pardatscher, e non la giunta? Decidere quando le persone sono pronte o no alla storicizzazione dev'essere una scelta politica” commenta Francesca Schir a Salto.bz: “Abbiamo la sinagoga, così come targhe che ricordano le vittime del nazifascismo. Sarebbe interessante realizzare un percorso culturale ad es. per le scuole, sulla falsa riga di Bolzano”.

L'attacco del Dolomiten

Non si è fatta attendere la reazione di casa Athesia. Sabato 17 marzo Klaus Innerhofer ha firmato un commento dal titolo “Credere, obbedire, combattere? Diese Zeiten sind vorbei” nel quale paragona le consigliere dei Cinque Stelle di Merano a un ipotetico politico tedesco della AfD che difendesse la scritta “Ein Volk, ein Reich, ein Führer!” sulla parete di un qualche edificio: “Quanto resterebbe in carica in Germania?”. Secondo la firma del Dolomiten, la scritta fascista dell'ippodromo di Merano non sarebbe di alcun pregio, e l'interrogazione della “pluridottorata” presidente del Consiglio comunale meranese rappresenta la posizione di molti italiani del Sudtirolo sul fascismo "che dovrebbero abbattere i muri nella testa".

Le consigliere hanno risposto con una lettera, pubblicata ieri dal quotidiano di via del Vigneto, difendendo la propria interrogazione che sarebbe volta a una maggiore “consapevolezza storica” ed Erinnerungskultur. La redazione delle lettere ha reagito in maniera lapidaria: Südtirol ist reich bestückt mit faschistischen Relikten. Da stellt sich die Frage, ob wir derzeit keine anderen Probleme haben, als Steuergeld zu verschwenden, um einen mannshohen übermalten Mussolini-Kampfspruch freizulegen und zu restaurieren. Er hat weder historischen noch künstlerischen Wert, doch er beleidigt jeden Demokraten, egal ob deutscher oder italienischer Muttersprache – nur anscheinend die Gemeinderätinnen der 5-Sterne-Bewegung nicht”. “Sono stufa della polemica” confessa Schir, “ogni volta che si è italiani e ci si permette di parlare di 'storicizzazione', si viene tacciati di fascismo. Ma chi sarebbero i veri fascisti in questa nostra supposta democrazia?”

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Chiló y dailó Fr., 23.03.2018 - 11:40

No, care grilline, non è che che siete tacciate di fascismo perché siete italiane e parlate di storicizzazione (che in ogni caso rimane un non-sense che esiste solamente in Alto Adige, ma bisogna accettare pure questo per l'amor della convivenza). Siete tacciate di fascismo perché siete fasciste. Perché sarebbe ora di capire che apporre su un edificio pubblico un motto fascista senza valore storico, culturale e artistico e contro il volere della maggioranza della popolazione è puramente un atto fascista. Proprio come sarebbe fare lo stesso con una scritta "Ein Volk, ein Reich, ein Führer", solo che questo non verrebbe mai in mente a nessuno.

Fr., 23.03.2018 - 11:40 Permalink
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alfred frei Fr., 23.03.2018 - 12:11

in attesa di un'eventuale futura contestualizzazione si potrebbe aggiungere a “Credere, obbedire, combattere" > far ridere !
dovrebbe andar bene a tutti in questi tempi grami (B. Brecht > "dentro di me si affrontano l'entusiasmo per il melo in fiore e
l'orrore per i discorsi dell'imbianchino")

Fr., 23.03.2018 - 12:11 Permalink
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19 amet Fr., 23.03.2018 - 22:10

Antwort auf von Frei Erfunden

Der Köllensberger ist zeitweise schwerhörig. Wenn der Grillo ausrastet, tut er so als gehe ihn das nichts an, und auch hier tut er fast so als wären die "Sager" dieser beiden Damen deren Privatsache. Ich finde das Problem mit dieser Bewegung ist, dass dort keiner verantwortlich ist. Casaleggio zeigt auf Grillo, und dieser auf Di Maio. Der Köllensberger zeigt auf gar niemand.
Also ?

Fr., 23.03.2018 - 22:10 Permalink
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19 amet Fr., 23.03.2018 - 22:03

Leider haben wir es in diesem Land vielfach mit Nachkömmlingen der eingewanderten Fasci zu tun, die ihren Wohltäter Mussolini einfach nicht vergessen können. Schliesslich haben ihre Vorfahren damals ja, vielfach auf Kosten der "allogeni" gut gelebt, sodass sogar die lächerlichen Sprüche des Massenmörders von Predappio immer noch als erhaltenswertes italienisches Kulturgut empfunden werden. Gewisse Leute lernen einfach nichts aus der Geschichte.

Fr., 23.03.2018 - 22:03 Permalink