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GECT/BL: intervista a Dorfmann

Dopo la richiesta di Belluno per l'ingresso come osservatore nel GECT le affermazioni e le prese di posizione dei nostri presidenti lasciano ancora molte domande aperte.
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di Benno Kusstatscher,   21.4.2015 *

Herbert Dorfmann, parlamentare presso il Parlamento Europeo ci illustra il suo punto di vista sulla questione.

Signor Dorfmann, si mormora che sia stato Lei a convincere Kompatscher e Rossi a toni più conciliatori dopo la risposta in qualche modo rude del Presidente Platter alla Presidente Larese Filon.

Herbert Dorfmann: Ammetto volentieri che mi sono dato molto da fare per porre le cose nel giusto modo.

Conosce la risposta scritta fornita dal Presidente Platter?

Herbert Dorfmann: Conosco i contenuti, non le parole esatte. La risposta del Presidente del GECT Platter è sicuramente corretta dal punto di vista formale, ma politicamente non spiega bene le ragioni. Si deve capire che Belluno ad Innsbruck non rappresenta un tema di particolare interesse. Presto però sarà il turno della presidenza del Presidente Ugo Rossi, e durante questo periodo verrà attuato il prossimo processo. Il Trentino è vicino al Bellunese non solo in termini geografici, ma ovviamente anche linguistici e culturali. Naturalmente va chiarito che Belluno è sostanzialmente meno omogenea rispetto al Sud Tirolo od al Trentino. Possiamo dire però che con Fodom, Col e Cortina, ma anche con il Comelico, il Cadore e l'Agordino abbiamo dei legami che non sono solo storici. Ci uniscono infatti le Dolomiti e molte sfide per il futuro. A Feltre e nella città di Belluno noto però tendenzialmente un certo orientamento verso Venezia.

Il Presidente Platter ha scritto che per il ruolo di osservatore devono essere apportate delle modifiche allo statuto.

Herbert Dorfmann: Sì, è stata fatta della confusione. Il Vorarlberg è osservatore nel Consiglio delle Tre Province (ndt: “Dreierlandtag”, composto da Tirolo, Sud Tirolo e Trentino), ma non nel GECT. Al momento non ho presente quale sia esattamente il procedimento, ma per una modifica dello statuto dovrebbe bastare una votazione in plenaria. Dopo aver parlato con tutti e tre i presidenti, sono convinto che ci sarà pieno appoggio. Peraltro ha ragione il Presidente Platter che per una modifica dello statuto ci vuole anche il consenso degli Stati partecipanti, in questo caso Austria ed Italia, come mi pare sia stato indicato qualche anno fa nella stesura dello statuto. Sono in questo caso ottimista che non si debbano avere grosse preoccupazioni in merito.

A Schwaz quindi verrà dato il ruolo di osservatore nel GECT o solo nel Consiglio delle Tre Province ai comuni bellunesi di Fodom, Col e Anpezo?

Herbert Dorfmann: Buona domanda. Meglio che lo chieda all'assessore Mussner. Lì infatti non c'ero. Sicuramente si sarebbe già dovuto pensare ad una strategia più globale per la Provincia di Belluno. I tre comuni ladini sono però sempre stati parte del Tirolo storico e in questo modo verrà loro garantito un trattamento particolare. Dovremmo però avere l'accortezza di pensare che come Regione Europea non coltiviamo alcun pensiero imperialista e che non vogliamo strappare i singoli comuni sopracitati alla Provincia di Belluno, anche perché in questo modo il problema della provincia certamente non si risolverebbe. Se già in autunno avessimo ragionato ulteriormente su questi aspetti, si sarebbe evitato l'incidente diplomatico.

Quando a gennaio Moreno Broccon del BARD (Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti) presentò l'istanza in cui si richiedeva che Belluno si proponesse come osservatore, Daniela Larese Filon decise di studiare fino a giugno quest'opportunità. Ora, molto prima del termine, ha già inoltrato la richiesta, dopo un incontro tenutosi a Roma con il Presidente Kompatscher. Il fatto che la richiesta abbia viaggiato su un doppio binario intacca in qualche modo la credibilità del BARD, al quale Lei è vicino. Può essere che c'entrino in qualche modo le elezioni regionali del Veneto?

Herbert Dorfmann: Ovviamente sono vicino al BARD. Dopotutto mi ha portato ad avere molte preferenze nelle elezioni per il Parlamento Europeo. Un semplice rifiuto da parte del GECT sarebbe stato sicuramente un colpo più duro. Ricordo che il BARD da molto tempo lavora incessantemente per un avvicinamento. Ma ora il fatto che si presenti l'opportunità del ruolo di osservatore cambia naturalmente le cose. Quando due mesi fa ho incontrato la Presidente, non mi ha parlato di alcuna scadenza per giugno. Peraltro una richiesta di questa entità richiede ovviamente un maggior lavoro di quello necessario per scrivere una lettera. Io credo che la Presidente Larese Filon abbia presentato la richiesta con piena convinzione e non seguendo qualche calcolo politico di partito. Degno di nota il fatto che abbia deciso di fare questo passo nonostante la presenza nella sua coalizione di alcuni scettici nei confronti dell'Euroregione.

Nel momento in cui venisse confermato il ruolo di osservatore per la Provincia di Belluno, crede che ciò possa portare ad ulteriori richieste? Lo status di osservatore può essere concesso solo a province/regioni/cantoni, diciamo, completi o potrebbero fare domanda anche aree più piccole come Pinzgau, Asiago o Müstair?

Herbert Dorfmann: Naturalmente il pensiero corre subito al Vorarlberg e anche al Salisburghese, si dovrebbe però anche tenere sottocchio la possibilità di lavorare insieme nel contesto della Macroregione Alpina. Per quanto concerne le aree meno estese, bisogna porsi delle domande in termini di costi/benefici: da una parte si pongono le relazioni con i nostri vicini, ed ancora, il nostro disegno non è certo di fagocitare aree territoriali. Uno status di osservatore potrebbe risvegliare poi delle alte aspettative, alle quali noi non potremmo volgerci equamente, qualora i nostri partner non fossero dotati delle competenze e delle risorse finanziarie necessarie. Solo in questo caso si possono attuare progetti comuni. Ciò vale anche per i Bellunesi, verso i quali si deve essere onesti: un immediato passaggio allo status di membro effettivo sarebbe complicato da giustificare dal punto di vista storico, ma anche perché lo status di “area vasta” attribuito a Belluno non è ancora chiaramente definito. E proprio questa è la ragione per cui Belluno è stata indebolita; vi è poi la riforma delle province, che ha privato la Provincia di Belluno di molte competenze; e il governo regionale, che per Belluno è così difficile da raggiungere e che sta trascurando Belluno. Comunque quello dell' “area vasta” non può essere un punto morto ed è proprio qui che il BARD sta lavorando, di modo che Belluno possa ritornare ad essere una provincia a tutti gli effetti. Come membro effettivo nel nostro GECT Belluno sarebbe oggi un partner debole, magari anche un freno. Il ruolo di osservatore è per noi un modo per sostenere Belluno e per un mutuo avvicinamento. Ci sono molte opportunità per progetti comuni legate non solo al Patrimonio dell'Umanità UNESCO delle Dolomiti. Dovremo sfruttare tutte le possibilità offerte dai programmi INTERREG e dall'Euroregione. Il resto si dovrà sviluppare.

*) L’intervista è stata originalmente pubblicata in lingua tedesca su salto.bz
(http://www.salto.bz/article/21042015/evtzbl-dorfmann-im-interview).
La traduzione di Luca Basile è stata realizzata con il permesso dell’autore.