Politik | aborto

“Sul nostro corpo decidiamo noi”

Antiabortisti in preghiera davanti all’ospedale di Bolzano, le femministe rispondono con un presidio: “Ai Pro Life cospicui finanziamenti pubblici. Troppi gli obiettori”.
femministe
Foto: Salto.bz

Ma quale Stato, ma quale Dio, sul mio corpo decido io”. Un gruppo di femministe si è dato appuntamento nel pomeriggio di oggi (23 aprile) davanti all’ospedale San Maurizio di Bolzano per un presidio di protesta contro l’annunciato sit-in di preghiera del gruppo anti-abortista “Bewegung für das Leben”. I sette esponenti del movimento per la vita, affiancati da un cartello con la scritta “Maria, madre della vita prega per noi”, si sono fermati per circa un’ora davanti all’ingresso dell’ospedale, circondati dalle forze dell’ordine.

 

 

L'aborto sicuro, una conquista della lotta delle donne, è in Alto Adige strutturalmente ostacolato”  recita il volantino distribuito (e letto) dalle attiviste femministe nel corso della protesta, perciò “inutile meravigliarsi dei cospicui finanziamenti pubblici di cui godono gruppi ultra-cattolici Pro Vita” i cui manifesti compaiono nella città di Bolzano, “in una regione che consente a professionisti e professioniste di esercitare la propria morale come un'arma contro l'autodeterminazione e la scelta della donna: il 92% dei medici continua ad imporre ‘l'obiezione di coscienza’ sulla nostra pelle”, denunciano le femministe.

 

 

Lə manifestanti hanno ricordato come negli anni abbiano provato a “ostacolare l'operato di queste associazioni durante preghiere fuori dagli ospedali contro le donne, durante marce funebri dal profumo medievale, durante i loro violenti silenzi da Sentinelle In Piedi nelle piazze di Bolzano”. Queste, spiegano, “sono solo la punta dell'iceberg di un sistema locale e nazionale che da più di quarant’anni ostacola la libera scelta”. Perciò, concludono, “continueremo a difendere con l’arma della solidarietà e della complicità tutte quelle donne che con o senza dolore continueranno a scegliere sul proprio corpo, sulla propria vita”.

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gorgias Sa., 23.04.2022 - 23:00

"Nessuna patria ne dio sul mio corpo decido io"
Das ist schon lustig. Die sind gegen das Patriarchat und vier der sieben, die vor dem Krankenhaus beten wollen sind Frauen.
Nebenbei was ist schon patria? Das "Vaterland" entscheidet nicht ob und wie Frauen abtreiben können, sondern der Rechtsstaat.
Soll das heißen dass es gar keine gesetzlichen Regelungen geben soll? Also dass man Ungeborene noch im 7, 8, 9 Monat und kurz vor der Entbindung "Abtreiben" darf?
Das kann man als verdeckten Infantizit bezeichnen. Also wo das Vaterland hier herumspuken soll weiss ich nicht, aber eine gesetzliche Regelung wie wir sie jetzt haben, würde ich auf alle Fälle nicht abschaffen wollen.

Sa., 23.04.2022 - 23:00 Permalink
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gorgias So., 24.04.2022 - 12:35

Antwort auf von Dominikus Ande…

Es zählt was gesagt wird und nicht was gemeint sein soll. In dem man behauptet, dass das was gesagt wurde nicht das ist was gemeint ist, versteckt man die eigene Agenda auf offenem Felde.
Totalitäre Ideologien haben es so an sich. Sie sehen überall Ihre Feinde. Die Kommunisten die Konterrevolutionäre, die Querdenker die Volksveräter, QAnon eine globale Elite von Kindesentführer und -schänder, und der militante Feminismus das Patriarchat.

So., 24.04.2022 - 12:35 Permalink