Politik | L'intervista

Provaci ancora, sinistra

L’ex assessore comunale Luigi Gallo e l’ipotesi di una lista unica di sinistra alle provinciali: “Basta autocritiche distruttive, capiamo com’è cambiata la società”.
Gallo, Luigi
Foto: Gilberto Cavalli

L’era crepuscolare della sinistra italiana si scontra con la volontà di palingenesi. A Bolzano Luca di Biasio, coordinatore di Sinistra-die Linke, e Gabriele Benatti, segretario di Rifondazione Comunista, provano a dare la direzione di marcia e a riunire, con gesto sartoriale, sotto un’unica lista per le elezioni provinciali di autunno le forze che gravitano a sinistra. Potere al Popolo fa sapere che ci sarà.

Sul calendario c’è già segnata una data: quella del 7 giugno, giorno fissato per l’assemblea pubblica nel corso della quale verranno discussi programma ed eventuali candidature. A sottoscrivere l’appello lanciato da Di Biasio e Benatti, David Augscheller, Alexandra Holzer, Giulia Motta Zanin e l’ex assessore comunale Luigi Gallo.

 


salto.bz: Gallo, lista o non lista per le prossime provinciali l’importante, a dirla con Di Biasio, “è che in un momento così difficile resti una scintilla di sinistra”, almeno quella, verrebbe da dire…
Luigi Gallo
: Ritengo che quella di Rifondazione comunista e Sinistra-die Linke sia una buona iniziativa, specie ora che abbiamo esaurito tutte le parole per descrivere la crisi della sinistra. Trovo positivo che persone che si definiscono di sinistra, prima ancora delle forze politiche a cui appartengono, si impegnino per trovare un modo di ricominciare. Credo sia un atto molto generoso. Ma in questo percorso le scadenze elettorali non sempre aiutano. Le elezioni non sono del resto un viatico per poter ragionare con calma sul da farsi.

Candidarsi è nelle sue intenzioni?

No, penso che in questa fase, in cui è necessario recuperare lucidità e serenità, parlare di liste e candidature sia una follia. A furia di subire sconfitte ciò che rischia di venire a mancare è la fiducia ed è quella che occorre ritrovare, perché esiste ancora una indubbia irriducibilità di valori che sarebbe un peccato far svanire definitivamente. Il punto è che dobbiamo capire come muoverci in questa realtà che è completamente diversa da quella in cui siamo cresciuti.

Lo capirete in tempo per le provinciali, visto che i tempi stringono?

L’assemblea del 7 giugno si dà come obiettivo quello di verificare l’ipotesi di presentarsi alle elezioni, dato che non correre sarebbe spiacevole per la sinistra storica, senza contare che partecipare alla competizione elettorale è comunque un elemento di visibilità importante.

A furia di subire sconfitte ciò che rischia di venire a mancare è la fiducia ed è quella che occorre ritrovare, perché esiste ancora una indubbia irriducibilità di valori che sarebbe un peccato far svanire definitivamente

L’ipotesi di costituire una lista insieme al Pd o ai Verdi è dunque ormai scartata?

Noi siamo partiti dalle esperienze di Sinistra italiana e Rifondazione (che si è sovrapposta poi a quella di Potere al Popolo), che sono le uniche con un minimo di struttura anche a livello nazionale. Aprire un discorso con il Partito democratico è, allo stato attuale, un’idea lontanissima e lo dico da persona che ha collaborato con i dem per 10 anni all’interno dell’amministrazione bolzanina e che lo rivendica anche, ma prima il Pd deve decidere cos’è, poi in futuro si potrà discutere. Ad oggi mi sembra che quella del centrosinistra sia un’esperienza morta e sepolta. Con i Verdi c’è una vicinanza maggiore a livello programmatico, l’assemblea servirà anche a capire chi è disposto a salire a bordo e che opinione ha anche in merito a eventuali apparentamenti.  

Mdp è fuori dai giochi?

Io credo che le sigle rappresentino ormai poco, sono un discorso che va superato. Tra non molto avremo più sigle che militanti… Diciamo che questa assemblea è aperta a tutte le persone che si considerano a sinistra del Pd e che abbiano voglia di ricominciare a fare qualcosa.

Dobbiamo ripartire da alcuni concetti imprescindibili che sono la solidarietà sociale e la giustizia sociale, concetti sui quali possono poi essere innestate varie proposte programmatiche

Di fronte a un’estrema destra che gonfia la sua propaganda e ad atti deplorevoli come quelli accaduti ad Appiano lo spettro politico appare sempre più sguarnito di una sinistra strutturata e incisiva, non è così?

Personalmente alterno momenti di sconforto, giustificati dalla situazione storica, ad altri in cui penso che non si possa mollare una posizione che ha una sua dignità conclamata e una sua forza intellettuale e che si trova in grande crisi in questa società. Abbiamo innegabilmente raggiunto il punto più basso di sempre, ma dobbiamo assolutamente continuare a portare avanti un’idea di sinistra anche in questa terra e credo che i risultati un po’ alla volta si potranno vedere. Tanti errori sono stati fatti, ma ideologicamente parlando va difeso un sistema valoriale di sinistra, che oggi è messo totalmente in discussione.

Lei almeno non mi dirà che sinistra e destra non esistono più…

A me viene in mente una poesia di Brecht che diceva, più o meno, che gli avversari hanno preso le nostre parole e le hanno trasformate. È vero che questo superamento dichiarato di sinistra e destra da parte di Lega e 5 stelle mischia diverse questioni. Il danno peggiore di questo tipo di governo è quello di voler tenere insieme cose diverse, e di conseguenza prende in giro la gente su molti fronti e tende a far passare le iniziative peggiori in mezzo a questa marmellata indistinta. Non è possibile parlare di pensioni in un senso di sinistra, puntando per esempio sull’abolizione della legge Fornero, e mescolare ciò con la flat tax, che è il cuore della politica liberista di destra degli ultimi trenta-quarant’anni, e che significa che i ricchi pagano meno tasse, che ci saranno meno servizi pubblici, meno stato sociale. Allo stesso tempo ci si riempie la bocca di democrazia e partecipazione con i 5 stelle che però poi accettano politiche razziste o di destra pura come quelle sull’ordine pubblico. Ecco, direi che di argomenti per affermare che sinistra e destra sono due soggetti ben distinti ce ne sono molti.

Personalizzare non aiuta, bisogna capire in che modo è cambiata questa società e saperla leggere. Continuare ad accusarci a vicenda porta ad annientarci e francamente non è ciò di cui abbiamo bisogno

L’elettorato in Alto Adige è perlopiù moderato, come pensate di incidere su questo status quo?

Non ci prefiguriamo di far rinascere la sinistra italiana da Bolzano, sarebbe complicato, beninteso. Secondo me dobbiamo però ripartire da alcuni concetti imprescindibili che sono la solidarietà sociale e la giustizia sociale, concetti sui quali possono poi essere innestate varie proposte programmatiche. Anche in questa terra ci sono grandissime differenze di reddito, c’è un sistema sociale che ha retto bene finora e che va difeso, perché non è una cosa da dare per scontata. Questa è una terra in cui le forze di destra italiane e tedesche sono sempre state molto forti, l’Alto Adige è sempre stato un laboratorio di queste forze.

Essere di sinistra sembra oggi quasi una “posa” o uno “slogan”, perché la sinistra non riesce più a rinnovarsi?

Nel nostro piccolo le colpe sono di tutte quelle persone, me compreso, che hanno avuto delle responsabilità politiche e istituzionali a livello locale. Bisogna però anche essere oggettivi perché ci sono delle variabili strutturali, ovvero la società è cambiata in un tale modo che non si può trovare un capro espiatorio in un dirigente o nell’altro. In questo senso credo sia inutile continuare con queste autocritiche distruttive. Personalizzare non aiuta, bisogna capire in che modo è cambiata questa società e saperla leggere. Continuare ad accusarci a vicenda porta ad annientarci e francamente non è ciò di cui abbiamo bisogno. Le rottamazioni sono passate di moda e poi chi dovremmo rottamare, pochi come siamo?