Wirtschaft | Fase 3

Quattro priorità per uscire dalla crisi

Assoimprenditori e sindacati uniti presentano le loro proposte alla politica per la ripartenza. Si va dagli sgravi fiscali alla riconquista dei mercati internazionali.
Relatori
Foto: upi

“Con la crisi provocata dal coronavirus è arrivato il momento da parte delle istituzioni di riconoscere l’industria come motore di sviluppo trainante per il nostro territorio e come settore strategico per il futuro dei nostri figli in termini di creazione di lavoro e di offerta di posti di lavoro di alta qualità”. Ad affermarlo sono Assoimprenditori e i sindacati Asgb, Cgil-Agb, Sgb-Cisl e Uil-Sgk che hanno fatto fronte comune per chiedere alla giunta provinciale un piano di politica industriale che salvaguardi i posti di lavoro e dia il giusto valore al contributo che arriva da questo settore e ne rafforzi la competitività internazionale.

Con oltre 50mila posti di lavoro dipendente, del resto, il settore produttivo è il più importante datore di lavoro privato del territorio altoatesino. Le imprese manifatturiere sono quelle che con una percentuale che sfiora il 90% hanno la più alta quota di contratti a tempo indeterminato e i posti di lavoro più sicuri. Con un valore aggiunto del 25% del totale, contribuiscono più di ogni altro settore economico al PIL dell’Alto Adige e al finanziamento dei servizi pubblici. Le aziende produttive generano oltre l’80% dell’export provinciale e oltre il 70% degli investimenti in ricerca e sviluppo.

Le risorse pubbliche disponibili sono limitate e vanno impiegate al meglio: invece che per contributi a pioggia, devono essere utilizzate per investimenti strategici e per mettere in sicurezza quei settori che creano il maggior valore aggiunto, assicurano i posti di lavoro più sicuri e meglio pagati, contribuiscono maggiormente all’innovazione”, sottolineano Federico Giudiceandrea, Vinicio Biasi - rispettivamente presidente e vice-presidente di Assoimprenditori -, Michele Buonerba (Cisl), Cristina Masera (Cgil), Toni Serafini (Uil) e Alexander Wurzer (Asgb).

Quattro sono le macroaree d’intervento su cui i rappresentanti delle imprese produttive e di chi ci lavora hanno elaborato le loro proposte:

1. Sgravi fiscali per famiglie e imprese: abolizione addizionale comunale Irpef in tutti i Comuni dell’Alto Adige, aliquota IMI su capannoni produttivi parificata ai fabbricati delle società agricole e deduzione dalla base imponibile IRAP degli interessi passivi.
2. Semplificare l’amministrazione investendo sulla digitalizzazione: forte investimento sulla digitalizzazione – in particolare anche in ambito scolastico – unito ad una riorganizzazione delle procedure che le renda più semplici e veloci; seria riforma amministrativa per sanità, scuola e Comuni per liberare risorse da indirizzare verso settori e servizi strategici.
3. Favorire gli investimenti e promuovere la formazione: realizzazione di infrastrutture di collegamento moderne, esenzione decennale IMI per il recupero a scopi produttivi di capannoni inutilizzati, esenzione del costo di costruzione per cubatura sottoterra, parità di trattamento per l’accesso a terreni per l’edilizia agevolata per la costruzione di alloggi prima casa o da affittare a canone provinciale, attuazione di politiche attive del mercato del lavoro, utilizzo mirato dei fondi europei per iniziative di formazione e di conciliazione famiglia-lavoro.
4. Riconquistare i mercati internazionali: campagna specifica di IDM Alto Adige a favore dei settori più esposti alla concorrenza internazionale, dotazione straordinaria per un “fondo export”, favorire iniziative di riconversione e diversificazione produttiva verso settori strategici e all’insegna di Industria 4.0.