Wirtschaft | L'analisi astat

Il pubblico diseguale

La provincia di Bolzano conta 55.194 dipendenti. La maggior parte sono donne ma sono pure le peggio retribuite e il 10% più ricco guadagna il quintuplo del 10% più povero
Lavoro
Foto: Michał Parzuchowski

Nel 2019 i lavoratori impiegati nella pubblica amministrazione della Provincia Autonoma di Bolzano sono saliti a quota 55.194 - il 6,4% in più (pari a 3.344 dipendenti) rispetto il 2014 - di cui la maggior parte assunta con un contratto a tempo pieno (35.306 persone, ovvero il 64,0% di tutta la categoria). Consistente è la presenza di lavoratrici che ammonta al 67,4% del totale, con ben 37 204 donne impiegate tra le maglie del pubblico, toccando picchi dell’80% all’interno del solo comparto scuola. Queste le cifre fornite da Astat che ha presentato oggi, 23 settembre, l’analisi sui lavoratori dipendenti del settore pubblico (intesi come soggetto iscritti ad una delle gestioni ex INPDAP) in provincia di Bolzano e sulla retribuzione da questi percepita durante il 2019.


Sempre più anziani

Prendendo ad analisi la variazione percentuale del numero di lavoratori nel periodo 2014-2019, i risultati emersi sentenziano il progressivo invecchiamento delle lavoratrici e dei lavoratori altoatesini impiegati nel settore pubblico. Sebbene si sia registrato un piccolo balzo, praticamente un singhiozzo, dei e delle giovani under 30 (+784) assunti nel pubblico, gli over 50 impiegati continuano infatti a crescere in maniera rilevante: +946 persone (classe 50-54 anni), +2.500 (55-59 anni), +1.993 (over 60). La fascia di età numerosa si conferma quella compresa tra i 50 e i 54 anni, con una quota del 18,2% di impiegati (10.034 dipendenti). Le fasce centrali, quelle tra i 30 e i 49 anni, registrano invece tutte quante delle diminuzioni. Tra le molteplici cause del fenomeno, si collocano il generale invecchiamento della struttura demografica della società altoatesina, le modifiche introdotte nei requisiti per il pensionamento e il progressivo blocco del turnover dello scorso decennio caratterizzato da politiche di spending review.


Più locali, meno statali

Secondo i dati INPS relativi al 2019, il comparto pubblico con il maggior numero di dipendenti è rappresentato dalla scuola (20.447), che condivide il podio con le amministrazioni locali (17.390) e le dipendenze del sistema sanitario (10.622). 
In termini assoluti, l’ambito pubblico delle amministrazioni locali ha visto un’espansione, se non una vera e propria esplosione rispetto al 2014, delle unità lavorative ivi impiegate (+1.161).
I settori che hanno invece subito una contrazione (-247 dipendenti) sono quelli riconducibili alle Amministrazioni centrali, Magistratura e Autorità Indipendenti.  


Donne, precari ed insegnanti le categorie più “povere”

Nel 2019 la retribuzione media lorda nel pubblico impiego altoatesino si è stabilizzata sui 36.465 euro annui (superiore alla media del settore privato che si “ferma” a quota 30.134 euro).
Il 44,2% dei dipendenti pubblici altoatesini porta a casa a fine anno uno stipendio compreso tra i 25.000 e i 40.000 euro lordi, ma un quarto del totale percepisce una retribuzione inferiore ai 25.000, mentre il 29,2% intasca più di 40.000 euro l’anno.

Se si prendono in considerazione le retribuzioni lorde mediane, è evidente inoltre la sostanziale differenza tra lavoratori e lavoratrici con un impiego pubblico a tempo pieno: 40.326 euro lo stipendio annuo dei primi, 35.770 euro quello delle seconde.
Rispetto invece alle classi di età. si evidenzia come all’avanzare degli anni aumenti progressivamente la retribuzione mediana (che può arrivare fino a 45.120 euro per un dipendente pubblico full time over 60), dato che risulta nettamente meno evidente per i dipendenti pubblici part-time. 
Ad impattare particolarmente è anche la tipologia contrattuale: si passa da una retribuzione annua lorda mediana di 29.808 euro per un lavoratore full-time a tempo determinato a una di 40.051 euro per un dipendente pubblico full-time a tempo indeterminato.  



Le amministrazioni locali e il comparto della scuola non solo si contraddistinguono per il maggior numero di dipendenti assunti a tempo parziale, ma anche per l’aver registrato  la retribuzione mediana più bassa, rispettivamente 35.458 euro e 35.681 euro, cifre che comprendono anche i soli lavoratori e lavoratrici a tempo pieno. 
Resta di fatto che il reddito da lavoro dipendente, analogamente ad altre forme retributive, è ripartito in maniera disomogenea. La retribuzione lorda media annua per un dipendente pubblico a tempo pieno raggiunge un valore di 19.156 euro per il 10% inferiore, e di 102.074 euro per quello superiore. Il 10% dei maggiori percettori di reddito guadagnano mediamente oltre cinque volte di più rispetto al 10% dei percettori minori.
 

A prova di inflazione

Sebbene la retribuzione media lorda nel settore pubblico altoatesino sia passata dai 34.340 euro annui del 2014 a 36.465 euro del 2019 (con un aumento nominale del 6,2%), l’analisi per età fa emergere un quadro diverse. Nei fatti si assiste ad una diminuzione reale della retribuzione dei dipendenti pubblici tra i 20 e i 24 anni (-3,8%) e tra i 25 e 29 anni (-0,5%), mentre le classi d’età i 30 e i 49 anni mantengono saldo, aumentandolo, il potere d’acquisto della propria retribuzione (con variazioni reali tra il +1,4% e il +3,1%). Anche la classe più consistente, quella dei dipendenti pubblici over 50, nonostante un aumento nominale della retribuzione dello 0,3%, registrano variazioni reali negative con una perdita in termini reali del 5,4%.
I lavoratori a tempo determinato restano i più penalizzati, registrando infatti una perdita tanto nominale (-1,1%) quanto reale (-6,8%) della propria retribuzione lorda.