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Non solo suggestioni classico-romantiche

Ottima direzione di Clements Schuldt che guida l'Orchestra Haydn da Mozart a Beethoven passando da un'opera contemporanea in prima esecuzione italiana
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Foto: Kaija Saariaho

Performance entusiasmante quella del quarto concerto della stagione sinfonica della Haydn, tenutasi martedì 21 novembre 2017 all'auditorium della stessa orchestra. Grandissimi i compositori proposti: Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven, in compagnia della compositrice finlandese contemporanea Kaija Saariaho.

A dirigere l'orchestra è stato il giovane direttore Clements Schuldt, che ha aperto con la Sinfonia mozartiana n.33 in Si bemolle maggiore, suddivisa nei tipici quattro movimenti. L'Allegro iniziale è stato eseguito brillantemente sia dagli archi che dai fiati e ha creato un'atmosfera quasi surreale, trasportando gli ascoltatori in una mite primavera, grazie a toni pacati e graziosi. Successivamente gli archi hanno dominato nell'Andante moderato, mentre nel Menuetto l'interpretazione di Schuldt ha accentuato vistosamente la vivacità e il carattere incalzante del ritmo. Infine, l'Allegro conclusivo ha mantenuto il pubblico divertito e attento, dalla prima all'ultima nota.

La seconda opera musicale, in prima esecuzione italiana, è stata Nymphea Reflection. La compositrice è Kaija Saariaho, nata a Helinski nel 1952, esperta in musica da camera e autrice di importantissime opere teatrali. Nymphea Reflection è una dedica al pianista e direttore d'orchestra Christoph Eschenbach e nasce come quartetto d'archi. Il nome dato alle sei sezioni della composizione può dare un'idea del carattere dell'opera: Sostenuto, Feroce, Dolcissimo, Lento espressivo, Furioso e Misterioso. Il brano è infatti introdotto da una nota sostenuta e quasi lamentosa, che ha saputo trasmettere fin da subito una sensazione di angoscia e di disagio. Accordi dissonanti e schema ritmico-melodico del tutto singolare, hanno reso ogni battuta un mistero, così da rendere impossibile all'ascolto qualsiasi aspettativa. Il flebile suono quasi elettronico (anche se prodotto interamente e solo dagli strumenti dell'orchestra), è stato il filo conduttore per tutto il corso del brano, e non ha lasciato alla suspense un attimo di tregua. Particolarmente d'effetto è stata la poesia di Asenij Tarkovskij, bisbigliata dai membri dell'orchestra durante l'esecuzione del brano: voci nella testa di un folle? O forse la nostra coscienza? Ricordi? Un sogno? Un sogno sì, surreale e ambiguo, quello della Saariaho, ma sicuramente unico e curioso, e che piaccia o no, capace di far riflettere, di svegliare gli animi.

L'ospite d'onore del concerto, che ha regalato al pubblico il momento forse più carico di energia, è stato infine Evgeni Bozhanov, giovanissimo ma già pluripremiato pianista bulgaro. Bozhanov ha interpretato in maniera limpida e appassionata ogni frase dell'“Imperatore”, quinto e ultimo Concerto per pianoforte e orchestra che ci ha lasciato Beethoven, interagendo e fondendosi bene con l'orchestra. In un secondo momento, il pianoforte ha fatto da protagonista, con tanto di trilli e arpeggi prolungati: pura energia che dalle mani di Bozhanov, ha risalito il corpo fino a riemergere dalle espressioni facciali quasi esagerate dello stesso pianista. Si può dire che fosse il piano a suonare il pianista, o così pareva, e la maestosità impetuosa che ha saputo muoverlo, ha senza dubbio mosso anche i sentimenti di ogni spettatore lì presente.

Per chi non avesse assistito al concerto e per chi volesse riascoltarlo, Rai Südtirol trasmetterà il concerto su Radio Live domenica 25 febbraio 2018 alle ore 20.

Chiara Avanzo, Martina de Noia

Liceo Pascoli classe 5M - indirizzo musicale