Politik | Intolleranza

Effetto odio

Come la propaganda altera la percezione della realtà in Italia.
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Foto: Ansa

L’attuale momento storico e politico italiano è caratterizzato da una incessante crescita dell’intolleranza nei confronti di una specifica categoria di soggetti, diventata bersaglio dell’attacco giornaliero di alcuni politici e cittadini italiani. La categoria in questione è riconducibile al “diverso” concepito come straniero e identificato nell’immigrato o semplicemente in una persona di colore. Il livore rivolto nei loro confronti è stato fomentato meticolosamente nell’arco di breve tempo dall’estrema destra, di cui la Lega è caposaldo, ed ha contribuito a generare il clima di ostilità vigente nel nostro paese. Le ragioni per cui siamo giunti a tale condizione, inducendo una cospicua fetta della popolazione ad alterare la propria percezione della realtà, sono perfettamente identificabili.

I flussi migratori, originati da una consistente serie di fattori tra cui un’inappropriata e disastrosa politica estera (talvolta ancora colonialistica), hanno generato delle problematiche che la politica stessa non è stata in grado di risolvere e che spesso ha aggravato. Una delle prove più eclatanti, infatti, è stata la speculazione sull’accoglienza di “Mafia Capitale”. Queste situazioni di disagio (che comunque vedono anche i migranti come vittime del sistema) affiancate dalle fake news, dalla disinformazione e dalla crisi economica hanno contribuito ad avere un’immagine alterata dell’immigrato e della realtà.

Notizie fuorvianti su di essi vengono diffuse costantemente dai media, soprattutto sui social. Questi, infatti, sono il miglior tramite per raggiungere direttamente le persone, coinvolgerle e influenzarle. Facciamo alcuni esempi. Matteo Salvini, attivissimo sui social e seguitissimo con più di 3 milioni di seguaci, propone, sui propri profili, costantemente notizie riguardanti reati commessi da stranieri. Leggere continuamente questa (dis)informazione (non solo sul profilo di Salvini ma anche su pagine specifiche, su profili fake che la gente non è in grado di riconoscere, sui giornali e in molti altri canali) senza ricercare un riscontro su fonti ufficiali, invita a pensare che essere un criminale sia una peculiarità innata, attribuibile agli immigrati.

Per colpa di tale disinformazione, l’immigrato suscita un senso di insicurezze e di allarme nel popolo italiano e viene riconosciuto come causa principale della crisi, del crimine e dell’impoverimento del nostro Paese. Visionando tutte le statistiche ufficiali del Viminale questo concetto, però, viene ampiamente smentito. Naturalmente non si può negare che l’immigrazione non ponga dei problemi e che anche tra loro non vi siano presenti dei delinquenti, ma tra partire da questo concetto e giungere ad additarli come capro espiatorio di ogni nostro male, esiste un'enorme differenza.  

La conseguenza disastrosa di questo comportamento si ripercuote con un effetto estremamente negativo sulla società ed in una travisazione della realtà. A tal proposito i casi di violenza sessuale sono un esempio lampante e sono diventati una triste e vergognosa prova di come la percezione dei cittadini sia distorta. Leggendo i commenti sotto gli articoli si nota come lo stupro assuma forme differenti a seconda di chi siano i colpevoli e le vittime. Nei casi in cui lo stupratore sia straniero si invoca il più infimo e becero giustizialismo, dalla castrazione chimica alla pena di morte anche attraverso torture. Nel caso in cui il colpevole sia italiano, invece, si accusa la vittima di aver istigato il gesto. E’ stata completamente persa la centralità del problema oltre che il lume della ragione. Non vengono messe al centro le vittime, non si discute di come la giustizia possa tutelarle e come possa applicare una severa e giusta condanna al colpevole in tempi consoni, non si pensa a cosa sia obiettivamente giusto o sbagliato, ma si ragiona sulla provenienza dell’imputato o sui comportamenti “provocanti” della vittima. Parliamo dell’assurdo, sviluppiamo un odio irrazionale e non riusciamo più a percepire la realtà ed è questo il triste risultato di una propaganda mirata.

Nel 2018, invece, dovremmo emanciparci e capire che l’odio per il “diverso” è anacronistico, completamente errato, anzi nocivo e inutile. Viene utilizzato esclusivamente con lo scopo di aumentare a dismisura il consenso della destra e porta con sé il rischio di distruggere le conquiste sociali degli ultimi decenni. L’unica via per controbattere l’intolleranza dilagante è riuscire a costruire un’alternativa credibile e concreta fondata sull’integrazione. Il problema grave è che l'alternativa politica, e non parlo del PD, è attualmete ridotta ai minimi termini. Spetta a noi, quindi, ricostruire.