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Sci e alberghi dopo Natale

L’obiettivo delle regioni del nord. Ok ai protocolli sulle piste. Alto Adige oltre il test di massa: la giunta decide cosa riaprire, dal 30 novembre e poi dal 7 dicembre.
Sci
Foto: Unsplash

Lo screening di massa per il Covid è stato “un grande successo” - 351.664 persone testate, di cui 3.370 positive (1,0%), e i tamponi che rimangono disponibili in farmacia fino a mercoledì - ma non bisogna abbassare la guardia. Il presidente Kompatscher lo ripete mentre ringrazia gli altoatesini per la partecipazione. Ora l’attenzione è puntata sui prossimi passi. “Il cronoprogramma” con l’alleggerimento del secondo lockdown, in due fasi dal 30 novembre e dal 7 dicembre, e soprattutto il grande tema dell’apertura del turismo invernale. La base di partenza sono i protocolli di sicurezza approvati dalle Regioni del nord. “Il settore non si salva solo con i ristori - dice Kompatscher -. Chiediamo un incontro urgente al governo per dare una prospettiva agli imprenditori, non per Natale ma almeno per il periodo successivo”. A Sky Tg24 Kompatscher ha parlato anche di “soluzioni intermedie, come aprire gli impianti per i residenti e solo dopo gli alberghi”.

 

Riaperture dopo il test di massa

 

Il presidente parte dei ringraziamenti, affiancato nella conferenza stampa dagli assessori Thomas Widmann (salute), Arnold Schuler (protezione civile) e dal responsabile dello screening Patrick Franzoni. “Questa iniziativa è stata davvero un grande successo che va riconosciuto in primis ai cittadini dell’Alto Adige. È ancora il momento di dire grazie. Ma tanti si chiedono: cosa succede adesso? Ebbene - prosegue confermando quanto precisato domenica scorsa - nella seduta di giunta di martedì (24 novembre, ndr) prepariamo la prossima ordinanza, visto che l’attuale scade il 29 novembre, con effetto dal 30 novembre. Naturalmente teniamo sempre presenti i dati e i consigli dei nostri esperti”.

 

 

Nessun alleggerimento avventato, ma passi cauti e graduali: “Non possiamo abbassare la guardia. La situazione resta abbastanza critica negli ospedali, la curva del contagio è diventata più piatta ma non sta ancora calando. Bisogna andare con i piedi di piombo”, continua il Landeshauptmann che anticipa “il cronoprogramma” per l’uscita dal secondo lockdown. Una prima tranche di alleggerimenti dal 30 novembre e una seconda dalla settimana successiva. Sui contenuti c’è riserbo, almeno fino a questa mattinata: “Permetteremo le attività economiche, sociali e culturali ma sempre nel limite del possibile - avverte -. In ogni caso le aziende hanno bisogno di poter riprendere a lavorare”.

 

“Attenti” ai giovani

 

Widmann parla di “un’ondata di solidarietà e responsabilità” che ha fatto da argine alla seconda ondata del virus. L’avere isolato oltre tremila positivi asintomatici - “numero che sembra piccolo, ma che avrebbe portato ad un aumento del contagio notevolissimo”, precisa l’assessore - aiuta a riportare la pandemia “sotto controllo”. “Siamo sulla strada giusta”, dice. Coloro che sono risultati negativi non devono però venir meno al rispetto delle misure, mascherina, distanza interpersonale, igiene delle mani. “Il tampone negativo - avverte Franzoni, dirigente medico dell’Azienda sanitaria e coordinatore del test - è solo la fotografia di quel giorno. Non significa che possono tornare ad avere contatti, andare a trovare il nonno o cose così - rimarca -. Sarebbe un errore fatale”.

Franzoni conferma poi uno dei risultati del test, in linea con le evidenze scientifiche internazionali: “Bambini e ragazzi sono spesso portatori asintomatici del virus. È importante identificare coloro che possono trasmettere il contagio alle categorie a rischio, che sono le persone dai 40 anni in su con una patologia, che può essere anche un’elevata pressione arteriosa”.

Quanto allo strumento dello screening, rimarrà utilizzato nella fase che si aprirà con l’allentamento, declinato a livello locale o di singole situazioni. Sia per analizzare i focolai presenti in alcune zone che per le scuole.

 

Salvare turismo e economia

 

Kompatscher tocca il tema della settimana, il possibile avvio della stagione turistica 2020-2021. Sul tavolo del governo ci sono le linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita da parte degli sciatori amatoriali approvate dai rappresentanti di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia assieme alla Fisi, come annunciato in un post da Daniel Alfreider. I territori chiedono “uno scambio” con il governo e il comitato tecnico scientifico (Cts) “affinché il settore possa lavorare in sicurezza”.

La speranza coltivata nei giorni scorsi sia in provincia di Trento che in quella di Bolzano per una riapertura a metà dicembre sembra slittare ora decisamente verso gennaio, vista la contrarietà del governo ad anticipare passi prima di Natale. Kompatscher conferma l’orizzonte temporale, sottolineando la necessità di salvare almeno il resto della stagione. “Non sarebbe serio sparare ora una data. Io ho chiesto al governo di capire quali sono i presupposti per riattivare l’attività alberghiera e la stagione turistica. Agli imprenditori va data una possibilità di programmazione e va tenuto presente che i ristori non possono coprire un lockdown per tutta la stagione. Naturalmente agiremo seguendo la nostra situazione epidemiologica”. Ai microfoni di Sky Tg24, Kompatscher ha anche ventilato “soluzioni intermedie”, come appunto l’apertura degli impianti solo per i residenti in Alto Adige.