Umwelt | Gastbeitrag

“Non ci arrenderemo mai”

Qualcosa ci ha unito più di qualunque altra istituzione locale sia riuscita a fare in 70 anni. Cronaca di un anno indimenticabile per noi, ragazzi dei Fridays for Future.
Fridays for Future 29112019
Foto: salto.bz /N.Arrigoni

Le origini

 

È il mese di agosto del 2018 quando la giovanissima studentessa Greta Thunberg, alla sola età di sedici anni, sciopera davanti al parlamento svedese per chiedere maggiore attenzione ai cambiamenti climatici. È da sola, con lei c’è solo il suo, ormai famosissimo, pezzo di cartone con scritto sopra “skolstrejk för klimatet” (“sciopero scolastico per il clima”). Sciopera ogni giorno fino al 9 settembre 2018, giornata di elezioni nazionali. Da lì, il suo sciopero viene programmato per ogni venerdì. Un giorno forse scelto casualmente, ma che diventa in poco tempo il simbolo e poi il nome del movimento climatico che segnerà per sempre una generazione: Fridays For Future. Giorno dopo giorno, sciopero dopo sciopero, la ragazzina con le trecce attira su di sé l’attenzione di tutti quanti, prima a livello nazionale e poi internazionale. La stampa comincia a parlare di lei come un caso curioso, bizzarro; si parla di lei in chiusura, per tappezzare buchi di giornali e telegiornali, ma molto silenziosamente e senza perdere di vista l’obiettivo, Greta comincia a farsi strada e a trovarsi in sempre maggiore compagnia. Le foto che lei stessa posta sui suoi profili social mostrano come in tante parti del Pianeta, piccoli gruppi di persone si uniscono alla sua battaglia e scioperano davanti ai rispettivi parlamenti nazionali. 

 

La forma del coraggio

 

Arriva poi il fatidico discorso nel dicembre del 2018. Quello che tutti, chi più chi meno, abbiamo visto e sentito. Greta parla a COP24, conferenza ONU sul clima, tenutasi a Katowice, in Polonia. La spontaneità, il coraggio, le poche ma efficaci proposizioni sono l'arma con cui questa semplice ragazza incanta e al tempo stesso sciocca chiunque l’ascolti. Sì, perché di Greta colpisce molto anche il suo linguaggio, giovane e accessibile a tutti, ma che la fa emergere, come colei che, nonostante tutto, ci crede davvero in quello che dice. Passa qualche settimana e il video si diffonde, viene visto e condiviso milioni di volte. La cosa che colpisce di più di quel discorso è il racconto della realtà ad una sala semivuota. Dice cose ovvie e vere, ma che in pochissimi forse sono riusciti a dire con tanta leggerezza e fermezza.

Siamo ancora in tempo, ma da sola Greta non basta. Non bastano più le buone parole, servono vere e proprie azioni

La denuncia del consumismo sfrenato, la spesso fittizia attenzione riservata dai politici sul clima, la rabbia per i più potenti che lucrano su questo sistema tossico per l’ecosistema, l’evidente paura di chi vorrebbe solo avere un futuro all’altezza delle proprie aspettative e, infine, la determinazione di chi andrà avanti nonostante tutto e tutti. Questi particolari ingredienti evidenziano dapprima un problema spaventoso, poi però ci propongono una speranza. Siamo ancora in tempo, ma da sola Greta non basta. Non bastano più le buone parole, servono vere e proprie azioni. Passano un paio di settimane e apparentemente tutto continua come sempre, se non fosse che, in tantissime capitali, le persone cominciano a scendere in strada a manifestare. 

 

L'Alto Adige c'è

 

Dopodiché tocca a noi! Nel gennaio 2019 la Consulta Provinciale degli Studenti lancia l’idea assieme ad altri giovani interessati alle tematiche. “E se facessimo una manifestazione anche quì, in Alto Adige?”. Bisogna precisare, che in Italia ancora nessun corteo, come siamo abituati a vederli noi oggi, era stato pensato o svolto, se non qualche presidio di qualche decina di persone nelle metropoli. Si elaborano idee e proposte: dove e quando bisogna farlo, chi lo deve promuovere, come coinvolgere i giovani. Il carico di lavoro non è indifferente, ma quando i giovani uniscono creatività ed energia, non ce n’è per nessuno. Non si sapeva nemmeno esattamente come si dovesse svolgere, quali autorizzazioni avere, quali richieste fare e a chi. Le domande erano tantissime e le incognite, riguardo la partecipazione, ancora di più. La nostra missione era una: attirare l’attenzione sul tema, creare maggior consapevolezza. 

Servono delle casse per amplificare la voce in piazza e magari anche qualche megafono. Provincia, Comune, Questura si fanno mille corse, prima per capire e poi per decidere. Sul preavviso di manifestazione, la nostra previsione dei partecipanti risulta “200 persone circa”. Ne arrivano 2.000 o forse di più. Noi, organizzatori, quella mattina andiamo da una parte all’altra per sistemare le ultime cose. L’ora dell’inizio della manifestazione si sta avvicinando e mentre prepariamo ci stiamo preparando, qualcuno manda delle foto: i treni regionali diretti a Bolzano strabordano di giovani. 

L’immagine che ci porteremo dentro per tutta la vita è questa:
 

 

Un vero e proprio successo, eravamo impreparati a tutto ciò. I giornali parlano di noi e i telegiornali anche. Catturiamo persino l’attenzione della stampa nazionale italiana. Alcuni ragazzi, che stanno organizzando in altre parti d’Italia i cortei, rimangono stupiti, ci scrivono e ci chiamano per sapere come abbiamo fatto. 

Cadono gli stereotipi sulla nostra generazione: stregata dai cellulari, sorda ai problemi, indifferente al proprio futuro

Ma quello che abbiamo detto a loro, lo ripetiamo volentieri qui. Non ci saremmo mai aspettati di essere riusciti a raggiungere così tante persone, i giovani oggi hanno preso il loro futuro in mano, hanno dimostrato a tutte e a tutti di essere vigili su un tema così importante. Cadono, dunque, gli stereotipi sulla nostra generazione: stregata dai cellulari, sorda ai problemi, indifferente al proprio futuro. Si è mosso qualcosa di incredibile, i tre gruppi linguistici altoatesini sono scesi per le strade, assieme e con lo stesso obiettivo: salvare il Pianeta!

Qualcosa è riuscito ad unire i giovani più di qualunque altra istituzione locale sia riuscita a fare in 70 anni. La foto della testa del corteo altoatesino finisce in rete, tant’è che, in poche ore, diventa l’immagine simbolo della pagina di Wikipedia, “Venerdì per il futuro”.

 

On and On

 

Passano i giorni, Greta Thunberg accresce la sua popolarità e le manifestazioni in giro per il mondo si moltiplicano a vista d’occhio. Non sono tanto la quantità di proteste a sorprendere, ma l’età media dei partecipanti. Esce una nuova data, pubblicizzata proprio da Greta: “Venerdì 15 marzo, non importa in quale nazione vi troviate, scenderemo in strada tutti quanti contemporaneamente”. Furono 1,8 milioni i giovani che scesero per le strade in tutto il globo. 

La nostra richiesta, come quella fatta in tutte le altre città del mondo era che il Consiglio/Parlamento delle proprie città, regioni o Stati deliberasse lo Stato di Emergenza Climatica, perché per poter affrontare una crisi climatica, prima bisogna definirla tale. Il 24 maggio, a due giorni dalle elezioni europee, avviene il secondo sciopero globale, per ribadire quanto sì, sia fondamentale manifestare, ma è altrettanto importante votare per chi al clima ci tiene sul serio, altrimenti tutti gli sforzi rischiano di essere vani. 

Quel giorno si riesce finalmente, come Comitato Altoatesino, a consegnare ufficialmente nelle mani del Presidente della Provincia, Arno Kompatscher, il documento che è stato redatto insieme agli scienziati dell’Eurac, con all’interno le proposte e le richieste per un futuro veramente ecosostenibile per il nostro territorio. Nei mesi successivi, si ripetono gli incontri in forma privata con il presidente Kompatscher, il quale conferma che si sta stilando il nuovo Piano Clima della Provincia. Esso serve a superare, di fatto, quello pubblicato nel 2011, poiché quest’ultimo documento non contribuiva soddisfacentemente a rispettare gli Accordi firmati a Parigi nel 2015.

Greta partecipa al Climate Summite delle Nazioni Unite a New York, lanciando il famoso slogan “How dare you?”(“Come osate?”). Summit in cui il presidente Donald Trump, rappresentante del principale Paese inquinante in termini di CO2, fa una breve e, a dire il vero ridicola apparizione. Questa volta però si organizza anche qui in Alto Adige, la “climate week”, un’intera settimana dedicata all’impegno per l’ambiente, nella quale ogni giorno si svolge un’attività legata al tema. La settimana si conclude con la giornata di venerdì 27 settembre, giorno in cui scendono per le strade di tutto il mondo 7,5 milioni di persone, di cui oltre un milione di giovani solo in Italia, con oltre 130 Nazioni coinvolte. In Alto Adige presenziano alla manifestazione 4 mila studentesse e studenti. 

 

 

Il 29 novembre i cortei di tutto il mondo prendono di nuovo forma. C’è tanta attesa e speranza nei volti dei giovani che scendono per le strade, qui si parla del loro futuro e guai a chi prova a minimizzare. Quest’ultima manifestazione ha come scopo quello di fare pressione ai rappresentanti degli Stati membri che parteciperanno alla Conferenza delle Parti (COP25) a Madrid all’inizio di dicembre. 

La COP25 si apre il 2 dicembre con le parole simbolo del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres: “Il mondo deve scegliere tra speranza o capitolazione”. La Conferenza delle Parti sul clima risulta però un fallimento totale. Alcune Nazioni hanno impedito tramite veti incrociati la creazione di un mercato sul Carbonio, ossia relativo all’articolo 6 dell’Accordo di Parigi del 2015. Diversi Paesi hanno precisi interessi economici per impedire lo sviluppo di questo mercato, poiché alcuni sfruttano il Carbonio in quanto ancora Paesi in via di sviluppo e altri, come l’Australia, sono grandi esportatori. Gli Stati Uniti, invece, hanno dichiarato di volersi ritirare dagli Accordi di Parigi, ma il loro ritiro sarà ufficiale solo nel novembre 2020. Escono nuove ricerche elaborate dal gruppo intergovernativo dell’ONU (IPCC): l’agosto del 2019 è stato il secondo mese di agosto più caldo mai registrato, dopo quello del 2016, e i 5 mesi di Agosto più caldi mai registrati sono quelli dal 2014 ad oggi. Prossimo appuntamento politico a Bonn, nel giugno 2020.

Greta dichiara: “Sembra che questa “COP25” stia fallendo. La scienza ha parlato chiaramente, ma è stata ignorata. Qualunque cosa accada non ci arrenderemo mai, abbiamo appena iniziato”. 

E noi, con lei!

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Martin Daniel Fr., 27.12.2019 - 08:00

Andate avanti, andiamo avanti, finchè non saranno state fatte delle leggi che facciano il possibile per salvaguardare il futuro dell'umanità! Sappiate: non siete soli, sono (e c'erano in piazza) con voi anche dei meno giovani.

Fr., 27.12.2019 - 08:00 Permalink