Politik | Dal tribunale

Vilipendio alla bandiera, iniziato il processo contro nove esponenti di Südtiroler Freiheit

In aula, questa mattina, Eva Klotz e Sven Knoll. “Tutto un malinteso, non si è tradotto correttamente un termine tedesco”- ha sostenuto la pasionaria. Sfilata di testimoni, tra cui il capo della Digos. L’avvocato Canestrini. “Criticare è un diritto, lo dimostreremo”.

Tutto si baserebbe sulla traduzione (sbagliata) del termine tedesco “Kehraus”. Parte proprio da qui la vicenda giudiziaria che vede imputati nove membri del Südtiroler Freiheit -  Sven Knoll, Eva Klotz, Roland Lang, Herbert Campidell, Reinhold Ladurner, Josef Mitterhofer, Werner Thaler, Stefan Zelger, Reinhild Campidell- con l’accusa di vilipendio alla bandiera.

L’inchiesta partì nel 2010 in seguito all’affissione a Bolzano e provincia di numerosi manifesti in cui veniva raffigurata una bandiera italiana trattata come immondizia, spazzata via da una scopa in saggina. Il manifesto riportava poi lo slogan separatista “Il Sudtirolo può rinunciare all’Italia”. ("Auf Italien kann Süd-Tirol verzichten")

Questa mattina, nel tribunale di Bolzano, si è tenuta la prima udienza del processo: in aula, presenti Eva Klotz, Sven Knoll, Roland Lang e Herbert Campidell, assistiti dall’avvocato Nicola Canestrini. “Qui non si tratta di vilipendio ma di diritto di critica,  un diritto che fa progredire la democrazia anche quella italiana- ha spiegato a margine l’avvocato difensore- La democrazia cresce nella diversità e non nella punizione di chi la pensa diversamente, questo credo sia un principio pienamente condiviso, non serve citare Mill per tornare alle origini storiche: anche a Bolzano vale questo principio e questo processo dimostrerà che non si tratta di vilipendio. Una cosa è disprezzare, un’altra criticare”.

Ieri mattina, in aula, sono stati ascoltati alcuni testimoni tra cui il capo della Digos, Giorgio Porroni e una dipendente della ditta a cui era stata commissionata la stampa dei manifesti. “Non è vilipendio: una cosa è disprezzare, un’altra criticare. “Tutto ruota attorno al fatto che non è stata interpretata correttamente la parola tedesca “kehraus”- ha commentato alla fine dell’udienza la pasionaria- che non vuole dire “mettere via la sporcizia”, ma semplicemente “mettere fine a qualcosa”: per questo motivo ci meravigliamo tutt’oggi, a distanza di anni, di essere arrivati fino a questo punto. Quel manifesto non ha nulla a che fare con il vilipendio alla bandiera, anche perché non sarebbe stata nostra intenzione. Forse il termine non è stato capito perché non appartiene alla lingua e alla cultura italiana”. 

Quel manifesto non ha nulla a che fare con il vilipendio alla bandiera, anche perché non sarebbe stata nostra intenzione. Forse il termine non è stato capito perché non appartiene alla lingua e alla cultura italiana”. 

Nel 2011 i nove esponenti del Südtiroler Freiheit imputati al processo erano stati condannati a pagare 2.000 euro  di multa secondo decreto penale, ma c’era stato un netto rifiuto a tal proposito. “Secondo noi non sussiste alcun reato, perché avremmo dovuto pagare- si interroga la Klotz- E soprattutto: chi e come ha potuto individuare proprio in noi nove le persone eventualmente “responsabili” se neppure noi sappiamo chi è stato”.

Il decreto penale era stato emesso sulla base dell’articolo 292 del codice penale che punisce proprio il vilipendio alla bandiera.  Ma c’è un altro aspetto che potrebbe creare qualche problema per lo svolgimento del processo, come ricordato dal pubblico ministero Guido Rispoli che ha coordinato l’inchiesta: le indagini, infatti, erano partite da fonti confidenziali dell’ispettore Walter Delpero, scomparso tragicamente a 53 anni nell’agosto scorso. Il giudice Ivan Perathoner ha rinviato l’udienza al prossimo 23 maggio.
 

Bild
Profil für Benutzer Rupert Gietl -r
Rupert Gietl -r Sa., 25.01.2014 - 22:40

Se un'italiano combatte contro un'invasore, si chiama "partigiano".
E quello che fa, é un'atto di eroismo.
Se un tirolese combatte contro un'invasore, si chiama "bombarolo" o meglio "nazista".
E quello che fa é un'atto di terrorismo.
Tutto logico, no?

Sa., 25.01.2014 - 22:40 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Mensch Ärgerdichnicht
Mensch Ärgerdi… So., 26.01.2014 - 10:35

Dato che certi politici, che hanno invitato pubblicamente a pulirsi il deretano con il tricolore e ai loro incontri cantano che "il loro sogno nel cuore è bruciare il tricolore", non sono nemmeno stati indagati e tantomeno oggetto di esposti di altri "politici", tutto questo processo è paragonabile alla corazzata Potemkin!

So., 26.01.2014 - 10:35 Permalink